XIII. Il Re Spezzato

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Quando Diana uscì dalla Fortezza Rossa Kinvara era ad attendere fuori. Avvolse Ellaria in un lungo e scuro mantello di velluto, mentre la donna continuava ad aggrapparsi a Diana, riuscendo appena a reggersi in piedi.

In non molto giunsero alla locanda. Prima di entrare, Kinvara si assicurò che all'interno ci fossero poche persone: avrebbero attirato troppa attenzione. Fortunatamente la sala comune era quasi vuota. La sacerdotessa portò Ellaria nella sua stanza; lei e Diana le diedero un pasto caldo e abbondante, le fecero fare un lungo bagno e infine la fecero accomodare nel letto, lasciando che dopo anni e anni di avanzi e ambienti sporchi e sudici la donna avesse finalmente l'assaggio di una vita decente. La lasciarono riposare, e scesero entrambe nella sala comune.

Questa volta, seduto ad uno dei tavoli, c'era Sebastian. Appena si accorse di loro si alzò immediatamente dal tavolo, raggiungendole.
«Ma dov'eri finita?» disse rivolto a Diana. Si avvicinò di più, quanto bastava per scorgere meglio i dettagli sulla sua veste, la sua spilla. Un'espressione stranita si fece largo sul suo volto, ma non fu niente rispetto a quella che comparve quando vide i suoi occhi violetti.

Sebastian sbiancò completamente. Senza il ciondolo e la sua magia, tutti i tratti e la bellezza dei Targaryen, finora celati e contenuti, erano adesso evidenti più che mai. Sebastian era visibilmente confuso, attonito. Balbettò qualcosa, ma non trovò le parole per esprimersi.

«Che ne dici se ci sediamo?» propose Diana, accomodandosi ad uno dei tavoli.

Arrivò dritta al punto. Nonostante continuasse a pensare che non fosse un'idea geniale, tenergli nascosta la verità sarebbe stato inutile, soprattutto se avrebbero trascorso ancora parecchio tempo insieme. Gli disse chi era, perché era lì, ma non tutto ciò che le era successo: alcune cose non era ancora pronta a rivelarle, e non ce n'era alcuna necessità. Quando finì di parlare, Sebastian era ancora a bocca aperta.

«Allora? Non hai nulla da dire?» disse Diana.

Sebastian sospirò. «Non mi trovo particolarmente a mio agio a parlare con una Targaryen.»

Diana sbuffò. «Fino a ieri mi parlavi senza problemi. E molto spesso non mi dicevi cose molto carine.»

«Ma è diverso!» replicò il ragazzo. «Non sapevo chi fossi realmente, altrimenti non ti avrei mai detto certe cose... mi hai persino visto ubriaco...»

«Va bene, ora basta» lo interruppe lei. «Ti assicuro che non cambia niente. In ogni caso, c'è qualcosa che dovresti sapere.»

Sebastian si accigliò. «Cosa?»

Diana si scambiò uno sguardo con Kinvara. «Ieri sera uno dei tuoi cari amici ha tentato di uccidermi.»

Sebastian spalancò gli occhi, poi iniziò a ridacchiare. «Chi?»

«Non ricordo il suo nome. Il fratello di mezzo, mi pare, alto, porta i capelli raccolti in un codino.»

Sebastian continuò a sghignazzare. «Non ha senso, Laryn non lo farebbe mai.»

Diana alzò le sopracciglia, in segno di sfida. Sfilò la lama dalla fodera, appoggiandola sul tavolo, davanti agli occhi di Sebastian. A questo punto lui si bloccò, come se avesse appena ricevuto un pugno nello stomaco.

«Ne sei ancora così sicuro?» disse lei. «O forse i tuoi amici si sono dimenticati di accennarti i loro piani assassini, durante il vostro incontro?»

Sebastian non fiatò. Diana sapeva che era meglio non soffermarsi ancora sulla questione, così gli parlò del passaggio che Myra aveva procurato loro. Sebastian accettò, ringraziandola, poi non disse niente. Diana riprese la lama, alzandosi e dirigendosi verso l'uscita.

A Ballad of Dragons and Death [GoT FF]Where stories live. Discover now