II. Segreti

291 20 3
                                    

«Cominciavo a temere che fossi morta congelata» disse Jon guardando la figlia arrivare, accennando ad un sottile sarcasmo che in realtà velava la sua preoccupazione «Ti ho detto mille volte di non fare così tardi.»

L'uomo era al fondo del corridoio aspettando Diana da ormai diverso tempo, e quando lei se ne accorse si fermò di scatto. «Lo so» borbottò «Non succederà più.»

Ovviamente era falso, ma di questo Jon ne era pienamente consapevole. Con il passare degli anni aveva imparato ad essere meno apprensivo, ma non era ancora facile per lui vedere la figlia tornare a quelle ore della notte, non sapendo dove fosse stata e cosa avesse fatto. Diana non conosceva i pericoli della Barriera come lo faceva lui, e non voleva che lei rischiasse in alcun modo la sua incolumità. Per quanto la ragazza fosse matura e responsabile, era altrettanto istintiva e costantemente in cerca di avventure. Jon, essendo suo padre, aveva il diritto e il dovere di preoccuparsi per lei.

Jon si accostò alla figlia, che si voltò verso di lui, guardandolo dritto negli occhi. Ogni volta che i loro sguardi si incontravano, anche se per un solo attimo, Jon rimaneva spiazzato. Il viola degli occhi di Diana era identico a quello degli occhi di sua madre, e inevitabilmente Jon veniva sommerso da ricordi e sensi di colpa, che gli trafiggevano il cuore come mille lame.

Dopo un secondo quella sensazione era sparita, e lui si riprese: «Andiamo su? Scommetto che questa notte c'è una bella vista.»

Diana annuì e seguì il padre fuori dalla fortezza. Intendeva sulla Barriera; era una cosa che facevano spesso, fin da quando lei era molto piccola. Salivano in cima alla muraglia di ghiaccio e si sedevano a contemplare il panorama, a volte parlando per intere ore, altre volte limitandosi ad ascoltare i suoni della notte.

Si diressero verso la gabbia di ferro e vi salirono sopra: prendendo le scale ci avrebbero messo troppo. In poco tempo furono sulla sommità della Barriera, e si sedettero rivolti verso il meridione. Diana non era mai stata più a sud della Barriera, neanche a Grande Inverno. Sapeva che suo padre era stato esiliato per un atto di tradimento commesso in passato, e che quindi era vincolato al Nord, ma Diana in cuor suo custodiva il desiderio di poter viaggiare ed esplorare quello che non aveva mai avuto la possibilità di vedere.

Spesso Tormund, che negli anni era finito per diventare per lei come uno zio, le raccontava delle eroiche gesta che Jon e la sua famiglia avevano compiuto negli anni passati, e lei ne era rimaneva ogni volta affascinata. Non c'era cosa che più bramava di visitare i luoghi dove si erano combattute quelle sanguinose battaglie, o dove erano sbocciati gli amori più improbabili o dove gli antichi re avevano condotto i loro eserciti.

Diana non aveva mai espresso questo desiderio a suo padre; in parte per paura, in parte per la consapevolezza che se lei un giorno se ne fosse andata, per Jon sarebbe stata troppo dura. E lei non aveva intenzione di tradirlo o di abbandonarlo, in qualsiasi modo possibile. Anche se sapeva che, prima o poi, avrebbe sentito il bisogno di farlo.

Il mondo appartenuto e vissuto da Jon era ormai cambiato, scomparso, ma pur sempre pericoloso e pieno di insidie; lì alla Barriera tutto era costante, uguale, quasi sicuro. Diana pensava che non le avrebbe mai permesso di lasciarla.

«Pensi che il mondo sia cambiato da quando l'hai visto l'ultima volta?» chiese lei, fissando le stelle.

Jon per un attimo esitò. «Sì» rispose infine. È anche per me se è cambiato, avrebbe voluto dire. «Non era un bel mondo. Forse è un bene che sia cambiato. Era necessario.»

Jon posò lo sguardo verso l'orizzonte, e un velo di amara nostalgia parve coprirgli gli occhi scuri. Era necessario: se lo ripeteva da anni, costantemente, cercando di convincersi che l'atto che aveva commesso era stata la cosa giusta. Era necessario. Non aveva mai funzionato.

A Ballad of Dragons and Death [GoT FF]Où les histoires vivent. Découvrez maintenant