IX. La Capitale

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La città si ergeva davanti a loro, emanando possanza e grandezza come nessun'altra città che Diana aveva visto fino ad allora. Non erano ancora arrivati alle mura che la circondavano, eppure il brusio di persone era incessante, quasi fastidioso.

Diana, ancora in sella al suo cavallo, si copriva la bocca e il naso mentre procedeva dietro ai suoi compagni di viaggio; già da diversi minuti dalla città era arrivato un orribile odore di rifiuti, che si intensificava man mano che vi si avvicinavano. Non aveva mai visto così tante persone tutte insieme. Sembravano un enorme branco di animali trasandati e disorganizzati, che si addossavano l'uno sull'altro senza nemmeno preoccuparsene.

«Scendete da cavallo» disse Kinvara, alzando la voce per farsi sentire in mezzo a quel trambusto. Diana e Sebastian obbedirono, seguendola verso le mura di Approdo del Re.

Dentro la città era ancora peggio, e per niente come lei se l'era immaginata. Quello che infatti si era aspettata non era di certo la affollatissima e maleodorante città che aveva davanti, bensì una capitale regale, possente e florida, degna del nome che portava. Si era sbagliata.

«Pensavo che con l'inverno le città si spopolassero almeno un po'» disse all'orecchio di Sebastian, che rispose con una smorfia di disgusto. Dopo aver superato il controllo delle guardie – e aver creato un po' di scalpore grazie alla presenza di Kinvara, – i tre avanzarono all'interno delle mura, costeggiando un'alta collina che li copriva dalla luce del sole.

«Dove stiamo andando?» gridò Diana per sovrastare il rumore attorno a loro. Kinvara non rispose, limitandosi a camminare in mezzo al via vai di gente. Si fermò soltanto dopo qualche minuto, quando raggiunsero l'altro estremo della collina: «Questa è la Collina di Rhaenys» spiegò la donna, «e noi ci stiamo dirigendo verso la Collina di Visenya, dall'altro lato della città. Dall'altra parte di questo colle c'è il Fondo delle Pulci, la zona più malfamata di Approdo del Re. Evitatela.»

Lanciò un'occhiata severa a Sebastian, come una madre guarda il figlio sapendo già che combinerà un guaio: «Potreste fare incontri poco piacevoli».

La sacerdotessa non disse nient'altro e riprese a passo deciso la camminata. Seguendola e rimanendo un po' indietro rispetto a lei e a Sebastian, Diana riuscì per la prima volta ad osservare realmente l'ambiente che la circondava. Guardò la collina che si elevava di fianco a lei, e ne scorse sulla cima qualcosa che riuscì appena a distinguere; parevano delle rovine, mura ormai abbandonate e logorate dallo scorrere del tempo.

Davanti a lei si apriva quella che sembrava essere un'infinita serie di edifici; magazzini, case in pietra, mercati e taverne, tutti ammassati l'uno addosso all'altro, tutti riuniti in un grande e disordinato labirinto attraversato da strade e vicoli affollati. Dopo che ebbero superato quelle vie tortuose, vide alla loro destra quella che doveva essere la Collina di Visenya.

Poco più grande di quella di Rhaenys, la collina torreggiava incontrastata su tutta la zona, con in cima un enorme edificio in cristallo, formato da sette grandi torri. «È il Grande Tempio di Baelor» disse loro Kinvara, «fu ricostruito anni fa dopo che Cersei Lannister lo fece esplodere con l'alto fuoco».

Anche dietro la collina si prolungava l'insidioso labirinto di vie ed edifici, ma in modo meno confuso e caotico. Più avanti, invece, al di sopra di tutto il resto, dominava sull'intera città l'Alta Collina di Aegon, sormontata dall'imponente Fortezza Rossa, la dimora del re. Anche da quella distanza si poteva percepire la sua grandezza.

In non molto tempo raggiunsero la locanda, un ampio edificio in pietra e piuttosto isolato rispetto al resto delle case. Come la maggior parte delle costruzioni della città, il locale pareva essere stato ricostruito, e poggiava su una base di pietra annerita e quasi del tutto scomparsa. Diana inizialmente non ci prestò troppa attenzione, ma senza neanche volerlo realizzò un pensiero che le fece venire i brividi: probabilmente quello era il frutto di ciò che sua madre aveva fatto, il massacro di Approdo del Re. Tutta la città rasa al suolo, bruciata, le abitazioni ridotte a un mucchio di cenere e rovine.

A Ballad of Dragons and Death [GoT FF]Where stories live. Discover now