VII. La Strega Rossa

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Diana si buttò sul letto singhiozzando lacrime di incredulità e rabbia, angosciata e sconcertata da ciò che aveva appreso. L'incontro con Sansa era andato come mai si sarebbe immaginata, e in pochi attimi la ragazza aveva visto le poche e uniche certezze che le erano rimaste crollarle addosso.

Sansa era rimasta a dir poco irritata dalla sfacciataggine con cui Diana le si era rivolta e, con una freddezza quasi sconvolgente, diede alla ragazza la risposta che tanto desiderava. Ma Diana non avrebbe mai potuto prepararsi a quella orribile verità.

La sua ira era durata poco. Nell'udire le parole di Sansa, essa si spense come una fiamma divorata da un vento gelido, mentre il suo cuore si appesantiva e i suoi occhi si riempivano di lacrime.

Dopo che Sansa le ebbe riferito tutto, Diana si voltò senza dire una parola, sconvolta e devastata. Si rifugiò sotto le coperte, piangendo a dirotto e pensando a sua madre. La sua bellissima, dolce madre, la stessa donna che aveva bruciato una città intera, che era impazzita e che aveva ucciso migliaia di persone innocenti.

Era stata stravolta da quella verità, e si sentiva talmente confusa che la testa parve sul punto di esploderle. Come?, si chiedeva, com'era possibile che sua madre avesse compiuto una simile atrocità? Non era quella la donna che aveva conosciuto, che l'aveva cresciuta e accudita con tanto amore. Non era la donna che si ricordava.

Daenerys era l'unica certezza, l'unico punto fisso che le era rimasto, e vi si era aggrappata quasi disperatamente, e ora non aveva più neanche quello. Diana non volle, si rifiutò di crederci. Aveva bisogno di Daenerion. Di sentirlo vicino, di sentirsi protetta e amata e ascoltata. Ma invece riusciva appena a percepire la sua presenza lontana, irraggiungibile.

Pianse fino ad addormentarsi, e il sonno non portò alcun sollievo. Fu per tutto il tempo scossa da tremendi incubi, e poi, poco prima di svegliarsi, il peggiore di tutti.

Diana si trovava in un giardino innevato, costeggiato da altissimi alberi e cespugli di mirtilli. Riusciva a percepire il freddo della neve, la quiete dell'atmosfera, un piacevole profumo di pino. Poi un rumore non molto lontano da lei, oltre gli alberi, catturò la sua attenzione. Vi si avvicinò lentamente, come se i suoi movimenti fossero rallentati e i suoi sensi inibiti.

Poi li vide. Un drago enorme, nero e rosso, perfino più grande di Daenerion. Drogon. E accanto a suo fratello, c'era lei. Mamma, riconobbe Diana, e di nuovo i suoi occhi si inumidirono. Si avvicinò, osservandola. I lunghi capelli argentei intrecciati, la pelle diafana e gli occhi viola come i suoi.

Drogon e Daenerys non erano soli. Lei era chinata a guardare in basso, con qualcosa in mano che la ragazza non riuscì a riconoscere. Poi improvvisamente capì. Era lei. Anni e anni prima, molto più piccola, ma pur sempre lei.

Cercò di avvinarsi, ma non ci riuscì. Il sogno si fece più confuso, più sfocato, ma Diana si sentì ugualmente felice. Vedere quelle immagini, la sua famiglia, le fece riscaldare il cuore. Poi il sogno cambiò, e di colpo non fu più un sogno.

Un boato, un ruggito, delle grida, un insieme confuso di suoni incomprensibili. Diana si ritrovò sulla spiaggia, anch'essa ricoperta di neve. C'erano lei, Daenerys e Drogon che incendiava qualcosa vicino a loro che Diana non riuscì a scorgere.

La ragazza si voltò a guardare sua madre. La stava stringendo tra le braccia mentre pronunciava parole inudibili. La piccola Diana stava piangendo a dirotto, cercando di aggrapparsi alla madre. Ma lei fu irremovibile; si voltò verso il drago, che la raggiunse immediatamente.

Poi si fece tutto più confuso, e il tempo parve aumentare e al contempo rallentare il suo corso. L'unica cosa che Diana riuscì a percepire furono le lacrime rigarle il volto e un crescente senso di angoscia a paura che le faceva martellare il cuore nel petto.

A Ballad of Dragons and Death [GoT FF]On viuen les histories. Descobreix ara