𝟑𝟎.𝟏

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❝ Speciale!❞30 capitoli completi ✓

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❝ Speciale!❞
30 capitoli completi ✓

"The Empty Doll
Lucas King

...

Sedici anni prima...

Sono una brava persona.
Era uno di quei momenti in cui Eris aveva bisogno di ricordarselo.
Sono una brava persona.
Non importava che questa affermazione sapesse di bugia, né come le si rimescolasse lo stomaco ogni volta che metteva piede in quel postaccio del diavolo.

Sono una brava persona.
Doveva ripeterselo nella mente fino alla nausea, fino a quando non avrebbe vomitato e quella sensazione di impotenza non sarebbe sfumata via dal suo corpo.

La sua vita funzionava così da anni ormai. Decenni, o forse persino di più. Lo raccontavano le rughe evidenti del suo viso, le mani raggrinzite, i capelli grigi e tutti spezzati. Lo si leggeva nei suoi occhi, nell'espressione grigia e priva di qualsiasi colore. Era un giocattolo vecchio, una bambola da buttare.
Eppure era stata una bella donna in passato, quando pensava che raggiungere i suoi obbiettivi sarebbe stato un sogno che si avvera.

Non poteva immaginare, d'altronde, che si sarebbe trasformato in un incubo.
E comunque, nessuno poteva sapere, non aveva anima viva a cui poter raccontare quel dolore.
Sono una brava persona si ripeté ancora, e poi si diede una piccola spinta per costringere il suo corpo a staccarsi dal materasso.

Quella stanza era più buia e fredda della notte precedente, ormai suturata dalle sue grida durante il sonno.
Eris ricordava ogni singolo incubo che le aveva fatto visita da trent'anni a quella parte, e di giorno quegli stessi incubi tornavano anche quando era sveglia.
Ogni ora del giorno e della notte era costruita sul suo dolore, un dolore che lei si teneva per sé da molto, troppo tempo.

Chiuse gli occhi ed ispirò piano l'aria dai polmoni, finché il silenzio dell'abitacolo non fu spezzato dal rumore incessante della suoneria del suo cellulare sul comodino.
Lei lo guardò di sfuggita, con espressione vuota.
Jeanne. Il nome di sua figlia lampeggiava sul piccolo schermo dell'oggetto, e le balzò agli occhi in maniera fulminea. Anche se era stanca, decise di afferrare il telefono e rispose subito.

«Mamma?» La voce ferma di Jenny rimbombò nelle sue vecchie orecchie.
«Ciao tesoro...» Fu il flebile saluto di sua madre dall'altro capo della cornetta.
«Scusami, ti ho svegliato?» Domandò, ma non aspettò risposta e continuò a parlare «Lo so che hai detto di non disturbarti a quest'ora del mattino ma ho una cosa urgente da dirti!» Enfatizzò la ragazza.

Non le chiese come stava, né se avesse dormito bene, né se avesse già fatto colazione. Non le diceva mai nulla in realtà, se non quello che lei stessa voleva sentirsi dire.
Ma Eris non rispondeva nulla, non glielo faceva mai pesare. D'altronde, anche se ne avesse avuto la possibilità, parlare dei suoi problemi e di come si sentisse era l'ultima delle cose che aveva voglia di fare.

𝐋'𝐔𝐎𝐌𝐎 𝐃𝐀𝐆𝐋𝐈 𝐎𝐂𝐂𝐇𝐈 𝐃𝐈 𝐍𝐄𝐁𝐁𝐈𝐀 | ✓Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora