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"I'm Sorry"Michael Ortega

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"I'm Sorry"
Michael Ortega

...

«Sei sicuro che stiamo andando nella direzione giusta?» Domandò Hallei incerto, sbattendo nervosamente le dita sul volante.
«Sì Jason, sono sicuro, quindi se non ti dispiace ti pregherei di non chiedermelo più.» Rispose Elphas con aria seccata, mentre guardava fuori dal finestrino.

Erano passati altri due giorni. Due giorni, di incomprensioni e ricerche andate a vuoto. Due giorni, da quando aveva deciso di raccontare tutto al suo migliore amico e mettere finalmente a nudo l'oscuro passato che incombeva sulle sue spalle.

In un certo senso era stato liberatorio, adesso si sentiva quasi più leggero in compagnia del suo partner sapendo di non dover più nascondergli nulla.
Jason non l'aveva guardato con occhi diversi, non l'aveva considerato un mostro o una persona spregevole.

Durante quella confessione si era semplicemente limitato ad ascoltarlo senza dire nulla, nascondendo il suo stupore dietro uno sguardo neutro e mantenendo come al solito quell'aria sempre compassionevole per cui lui lo adorava.

Alla fine di quel discorso gli aveva persino sorriso, era stato paziente e comprensivo.
«I tuoi errori del passato non fanno di te una persona diversa da quella che sei oggi, Elphas, non hai alcun bisogno di distruggerti in questa maniera. Siamo umani d'altronde.» Gli aveva detto, e per un breve secondo Elphas si era sentito in pace come non accadeva da tempo.

Dopo il loro chiarimento Jason era stato riammesso nelle indagini con la promessa che fino a che non avrebbero ritrovato la ragazza non avrebbe raccontato nulla a nessuno, e i due si erano letteralmente buttati sulle ricerche.
Anche un minimo indizio poteva rivelarsi utile per andare a capo di tutta quella situazione, ma senza quei documenti avevano racimolato poco e niente.

Elphas si girò verso il suo partner, che intanto guidava teso, come se qualcosa stesse per succedere da un momento all'altro, e nel suo cuore, il biondo non poté fare a meno di chiedersi in fondo se non fosse colpa sua, se in realtà, dopo ciò che aveva saputo su di lui, non avesse incominciato a sentirsi a disagio in sua presenza.
Il dubbio lo turbò, anche se cercò in tutti i modi di nasconderlo dietro la sua maschera di professionalità.

«È tutto così strano...» Mormorò però Jason, attirando la sua attenzione.
«Cosa è strano?» Domandò Elphas.
«Tutto questo, questa situazione surreale che sembra letteralmente la trama di un film. Non pensavo che l'avrei mai detto, ma dopo tanti anni di servizio non ho mai pensato mi sarei ritrovato davanti un caso del genere.» Ammise l'uomo, nervosamente.

Il biondo allora abbassò gli occhi.
«È colpa mia, vero?» Mormorò con un filo di voce. L'amico si voltò verso di lui.
«Elphas, te l'ho detto, io non ti giudico per ciò che hai fatto. Niente di ciò che è successo ti farà apparire ai miei occhi come una persona spregevole. Sei il mio partner, e sei stato un mentore e un amico prezioso per me, questo non potrei dimenticarlo neppure se fossi colpevole davanti alla corte suprema.» Disse, appoggiando una mano sulla sua spalla.

𝐋'𝐔𝐎𝐌𝐎 𝐃𝐀𝐆𝐋𝐈 𝐎𝐂𝐂𝐇𝐈 𝐃𝐈 𝐍𝐄𝐁𝐁𝐈𝐀 | ✓Where stories live. Discover now