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"The Devil Within„Digital Daggers

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"The Devil Within
Digital Daggers

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Un lieve sussulto abbandonò all'improvviso le labbra carnose di Erika. Non stava più dormendo, ma continuava ugualmente a tenere gli occhi chiusi e il collo poggiato sul cuscino morbido dietro
la sua testa. Voleva rimettere insieme i pezzi dei suoi pensieri e soprattutto della sua memoria, ma più passava il tempo e più la cosa diveniva complessa.

Quel sogno ricorrente la tormentava ormai da moltissimo tempo, e nonostante si sforzasse con tutta se stessa per cercare di ricordare anche solo un minimo del viso dello sconosciuto che aveva incontrato quella sera al luna park, proprio non ci riusciva.

Quell'uomo era come una macchia sfocata nella sua mente. L'unica cosa che le era rimasto impresso di quel momento erano due occhi grigi come la nebbia, freddi e attenti, che la osservavano severi quasi a volerle entrare fin dentro la carne, ma oltre a questo, tutti i suoi ricordi apparivano vaghi, sconnessi, e la cosa stava cominciando ad innervosirla non poco, tanto che si ritrovò a fare un piccolo grugnito di disapprovazione. Perché la sua testa ci teneva così tanto a rammentarle ogni notte quel momento, ma al tempo stesso non le permetteva di chiarire le cose?

Quando la ragazza decise di aprire gli occhi, i raggi del sole invasero con forza il suo campo visivo, costringendola a voltare la testa da un'altra parte in una smorfia tutt'altro che mattiniera. Dovette fare appello a tutta la sua forza di volontà per tirarsi finalmente su dal letto e ritornare nel mondo dei vivi, seppur con l'amaro in bocca.

Buttò un occhio sul cellulare al suo fianco. Erano le 10:32 di mattina, e la giornata non avrebbe potuto iniziare peggio di così. Di solito non era così intrattabile la Domenica, ma stranamente sembrava che il malumore avesse improvvisamente deciso di farle una visitina di cortesia, tanto per cambiare. Si stiracchiò per qualche secondo, dopodiché si diresse in bagno per darsi una rinfrescata rigenerante. Buttò un'occhiata riluttante al suo riflesso nello specchio e finalmente riuscì ad infilarsi sotto la doccia.

Il getto d'acqua accarezzava la sua pelle e stendeva i suoi nervi, era il rituale curativo adatto per ogni qual volta non si sentisse dell'umore di fare nulla. Sospirò pesantemente mentre contemplava le goccioline che scivolavano con cura in ogni angolo del suo corpo.
Le curve dell'adolescenza stavano finalmente cominciando a vedersi, ed osservandosi per un secondo Erika si sentì cresciuta, cambiata, più donna, non era più la bambina complessata di una volta. O almeno era ciò che sperava.

Deglutì a vuoto mentre ci pensava, e nel mentre si lavò completamente e fortunatamente uscì dal box doccia più fresca e rinvigorita di come ci era entrata. Sperava solo che la ritrovata tranquillità non se ne andasse via subito.
Si diede una spazzolata veloce ai capelli, mise le prime cose che trovò nell'armadio e si avviò spedita giù per le scale, laddove la sua famiglia la aspettava per fare colazione.

𝐋'𝐔𝐎𝐌𝐎 𝐃𝐀𝐆𝐋𝐈 𝐎𝐂𝐂𝐇𝐈 𝐃𝐈 𝐍𝐄𝐁𝐁𝐈𝐀 | ✓Where stories live. Discover now