𝟐𝟗

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"Black World„Lucas King

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"Black World„
Lucas King

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Passarono quasi due settimane da lì in poi. Giorni che Erika trascorse chiusa nella sua stanza rifiutandosi di uscire fuori.
Lux aveva tentato più volte di farla uscire con la forza ma stavolta la ragazza si era ribellata, aveva lottato con le unghie e con i denti ed era persino riuscita a prendergli la chiave e sigillare la porta dall'interno, in modo da rendere inaccessibile la camera.

Sapeva che Lux e Nicholas erano forti, se avessero voluto avrebbero entrambi potuto sfondare la porta e costringerla a uscire contro la sua volontà, ma per qualche motivo non lo fecero.
Lux tuttavia si presentava più volte fuori alla porta, intimandole di aprire immediatamente prima che avrebbe perso la pazienza. Ma alla fine cambiava sempre idea e girava i tacchi; da lì in poi la ragazza non lo sentiva più per ore.

Delle sere però tornava, si sedeva dinnanzi alla porta e le raccontava ancora di sé, di ciò che era e ciò che era stato. A quel punto non le diceva più niente: non le gridava di uscire fuori, né alzava la voce per farsi sentire. Semplicemente se ne stava lì, appoggiato alla porta, a parlare con lei come se sapesse che lo stesse ascoltando.

Le raccontò di quello che era costretto a fare quando viveva con gli orfani dalla chiesa. Le raccontò delle punizioni corporali, delle intenzioni lascive dei preti che facevano buon viso davanti ai fedeli, dei soldi mai arrivati a nessuno dei bambini, della particolare gentilezza di Emily nei suoi confronti.

Le disse che da piccolo si era innamorato di quella donna che poi sarebbe diventata sua madre, che ogni giorno la aspettava con agitazione, pregustando il momento in cui avrebbe varcato la soglia del portone sacro.

«Lei era la parte buona del mondo — Sussurrava alla porta — era l'unica cosa che mi dava speranza, che mi ricordava che non esiste soltanto l'odio, che alcune persone sono ancora piene d'amore.» Sospirò pesantemente, come se ricordare sua madre gli procurasse male fisico.
Erika non poteva neanche immaginare cosa avesse provato, quando da un giorno all'altro quell'unica speranza era stata strappata via, assieme ad ogni lembo della sua sanità mentale.

«Quando l'ho incontrata, ho pensato che l'universo mi stesse dando l'opportunità di essere felice, di vivere una vita che mi avrebbe portato serenità, un giorno. Ma la parte buona del mondo è fragile, ragazzina, si sfalda facilmente quando il dolore prevale, diventa becera, insignificante. Alcuni lo capiscono nel momento in cui vengono al mondo, altri soltanto quando se ne vanno.»

Erika provò ad ignorarlo all'inizio, rifiutandosi di prestare attenzione alla sua voce bassa, e alle cose che le raccontava. Eppure, non riusciva a smettere di riflettere sulle sue parole, di pensare a ciò che aveva dovuto passare e cosa si trovava a fare adesso.
Era un uomo che aveva perso tutto. O meglio, un uomo che non aveva mai avuto niente dal principio.

𝐋'𝐔𝐎𝐌𝐎 𝐃𝐀𝐆𝐋𝐈 𝐎𝐂𝐂𝐇𝐈 𝐃𝐈 𝐍𝐄𝐁𝐁𝐈𝐀 | ✓Where stories live. Discover now