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Passato - 1828

Yoongi's POV
Osservo l'uomo davanti a noi osservarci per qualche istante, a disagio, forse non aspettandosi che, durante il movimento da lui svolto, io e mio fratello ci saremmo affiancati, creandogli evidente difficoltà nel riconoscerci adesso che siamo vicini, come la maggior parte delle persone che ci stanno intorno, d'altronde, solo nostro padre riesce a distinguerci al primo colpo, ed è l'unico in grado di farlo da quando è morta nostra madre.

<< Lui è Yoongi>> lo informa mio fratello, indicandomi con un dito della mano destra, mentre sbuffa leggermente, avendo anche lui capito la situazione evidentemente.

<< Ehm si, ma certo...>> deglutisce l'uomo davanti a noi, per poi farsi da parte.
<< Prego signorino Yoongi, è il suo turno>> continua, invitandomi con un cenno della mano a fare qualche passo avanti, ordine che eseguo in silenzio.

Raggiungo il punto dove il nostro insegnante di combattimento si trovava poco prima, per poi impugnare saldamente la mia katana.
Eseguo i movimenti statimi mostrati da lui con la spada, saltando e ruotando su me stesso, come richiesto, per poi atterrare al suolo piegando leggermente le ginocchia per attutire la caduta, nonostante sia più che evidente l'incertezza in ogni mio movimento.

<< Molto bene signorino Yoongi...>> afferma il nostro insegnante, sebbene io stesso sia consapevole che non è affatto così.

Sono stato un po' impreciso nei movimenti svolti e verso la fine ho esitato leggermente, permettendo a ciò di farmi vacillare per qualche istante, cosa che sono certo non gli sia sfuggita.

<< Ora tocca a lei Agus...>> riprende l'uomo vestito con il suo abito rosso, voltandosi verso mio fratello che si trova esattamente di fronte a me.

Punto anch'io il mio sguardo su di lui, osservandolo mentre chiude gli occhi per alcuni secondi, prendendo un profondo respiro.
Poi li riapre, dandosi la spinta con le ginocchia ed eseguendo il mio stesso movimento con l'energia e la grinta giusta per far sì che il tutto risulti assolutamente perfetto, senza il minimo accenno d'errore.
Sento la lama della sua katana tagliare l'aria, e poi un tonfo leggero il quale indica la sua ricaduta al suolo, senza il minimo barcollamento.
È inutile mentire.
Agus è sempre stato più bravo di me con le armi, o quanto meno con la katana.
Ha dimostrato di sapersela cavare fin da quando nostro padre ci ha fatto iniziare le lezioni, poco dopo la morte di nostra madre, e anche adesso che abbiamo sedici anni, se pur io mi sia impegnato al massimo per tutto questo tempo, lui continua ad essere il migliore di noi su questo campo, e lo sappiamo entrambi.

<< L'ha eseguito magnificamente>> lo elogia il nostro insegnante, quando il rumore di una porta attira l'attenzione di tutti noi.

Ci voltiamo verso l'entrata della sala di combattimento, trovando una delle tante guardie del tempio intento a fare un cenno al nostro insegnante, chiedendogli silenziosamente di raggiungerlo.

<< Scusatemi un istante vostre Maestà>> dice, inchinandosi leggermente a noi, prima di voltarsi per raggiungere l'uomo fuori dalla stanza, dentro la quale restiamo chiusi da soli poco dopo.

Sospiro, voltandomi verso Agus e trovandolo intento ad eseguire una sequenza di movimenti da lui inventata sul momento, la quale lo fa sembrare un vero samurai data la sua bravura.

<< Puoi spiegarmi meglio quel movimento?>> gli domando, dopo che ha eseguito per l'ennesima volta il salto ruotato.

Stende le ginocchia che aveva piegato nell'atterraggio, poi il suo sguardo si alza su di me, mentre la sua mano sinistra, non intenta a sorreggere la katana, sistema i suoi capelli neri identici ai miei, scostandoli da sopra la sua fronte.

𝐋𝐨𝐧𝐠 𝐋𝐢𝐯𝐞 𝐓𝐡𝐞 𝐊𝐢𝐧𝐠 | 𝐦𝐲𝐠Where stories live. Discover now