"Ama."

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Nathalie riguardò quel messaggio più volte e deglutì mentre il cuore le si accellerrava correndo come impazzito nel petto, le sue mani erano in preda a un tremolio ben poco usuale in lei anche se cercava di tenerlo nascosto agli occhi indiscreti che in quel momento avrebbero potuto cogliere come un momento di debolezza in quella donna che era la colonna portante della marca.
Spense il telefono e lo poggiò sulla scrivania della direzione dell'azienda, lo manteneva capovolto come se non volesse riguardarlo... riprese fiato e si portò tre dita a sorreggere la tempia destra allo stesso tempo che cercava di calmarsi e fare chiarezza in tutta quella confusione che aveva nella testa.
Si tolse gli occhiali e guardò nel vuoto per varii secondi, ispirò e decise di alzarsi una volta per tutte: raggiunse la grande vetrata che dava sulla città e da lì contemplò la vista persa nell'orizzonte, in direzione alla Tour Eiffel. Ripensava e ripensava al messaggio di Abel: era stato ferito in missione e lo stavano trasferendo a Boulogne...non era grave, solo una frattura, il problema è che con il braccio fuori uso, in trasferta sul campo sarebbe stato più d'intralcio che d'utilità. Era avvenuto nel tentativo di salvare alcuni cittadini da un crollo di un edificio, gli faceva onore, era orgogliosa e lei non lo negava... tuttavia era preoccupata.
Molto presto sarebbe anche tornato a Parigi e non si sentiva pronta per affrontarlo dopo i fatti accaduti con Gabriel, che per lei avevano avuto un significato importante.
-"Nathalie?"
La donna si voltò verso la guardia del corpo, spense il computer, afferrò una cartellina di plastica con dentro i documenti cartacei e lo raggiunse per recarsi all'uscita.
-"Ti vedo tesa, è successo qualcosa?"
-"No, niente Charles... non preoccuparti"
-"I tuoi niente non vanno mai presi sotto gamba, ti conosco. Sai che puoi contare su di me...
insisto Nathalie. E poi se avessi bisogno di un giorno libero sai che puoi chiedermi-"
-"Non si tratta di questo." Fece un cenno di ammonimento con la mano allo stesso tempo che chiudeva gli occhi come se volesse stare attenta ad ascoltarsi.
Sospirò e poi si schiarì la voce per parlare:
-"Va bene... forse parlarne mi aiuterà a pensarci chiaramente..."
L'uomo fece silenzio e, arrivato al veicolo le aprì la porta.
-"Lavoro per questa famiglia da anni ormai e penso sia giunta l'ora di iniziare la mia vita... però per farlo devo chiudere per sempre questo capitolo e lasciarmi tutto alle spalle..."
Fece silenzio guardando fisso la strada con l'apaticità che la caratterizzava quasi avesse dubbi se continuare il discorso o meno.
-"Mi si è presentata l'occasione di farmi una famiglia e vivere per davvero, solo che non so se accettare o meno e partire."
Charles strinse il volante con forza e la guardò senza espressioni visibili pensando bene a cosa rispondere:
-"È... abbastanza complicato." Ammise.
-"Sei sicura che sarai felice con quest'uomo? Che lo ami? Che sarà la scelta corretta?"
-"Non lo amo..." Scosse la testa: -"E no, non sono sicura di niente..."
-"E allora perché pensi che andartene sarebbe la scelta corretta? Perché non puoi prenderti il tuo tempo? E non dirmi che sei stufa del carico di lavoro che è troppo peso: ami le sfide e conosco quel brillio che ti viene negli occhi quando realizzi tutto alla perfezione."
Nathalie strinse i pugni sulle ginocchia e guardò altrove mentre le sue guance si coloravano di un tono sul rosso scarlatto: la conosceva troppo bene.
-"Noo... non mi dire che..."
Charles spalancò gli occhi fingendo stupore:
-"La donna senza cuore che s'innamora del-"
-"Ma... come ti permetti? Pensa a occuparti dei tuoi affari piuttosto che farti venire in mente strane idee. Sono la sua assistente, è parte del mio lavoro fare tutto alla perfezione."
Sbuffò con rabbia.
Charles si tradì con una risatina e fermò la macchina ad un semaforo:
-"Hai la minima idea da quanto tempo io lo sappia?"
-"Che idiozie!"
Sbuffò guardando a terra mentre quel rossore aumentava rendendola particolarmente tenera.
-"Persino da prima che lo volessi ammettere a te stessa lo sapevo, e non lo dico per infierire, lo dico perché mi sono accorto di come lo guardi, di come ti brillano gli occhi ogni tal volta che finisci un lavoro col massimo dell'impegno e della perfezione e lui lo nota... lo nota sempre Nathalie, anche quando finge di essere deluso."
-"Non puoi saperlo." Replicò incrociando le braccia.
-"Guarda che sono un uomo di carne e ossa, non sono di legno: anche un cieco vedrebbe che tra voi c'è qualcosa."
-"Non c'è niente." Replicò apatica cercando di deviare i sospetti dell'uomo.
L'autista inarcò un sopracciglio prima di ripartire:
-"E mai ci sarà, è quello il punto.
Voglio assicurarmi che starete bene prima di andarmene, è una promessa che ho fatto a Emilie... voglio che Gabriel sia felice di nuovo."
-"Lasciati dire che se te ne vai lascerai solo un grande vuoto, che a differenza di Emilie non sapranno colmare."
-"Come se fossi importante!" Sbuffò alzando le spalle.
Charles bloccò l'auto davanti alle scale della mansione e la guardò un momento spengendo il motore:
-"Sei così impegnata a svalutarti tanto che non ti accorgi che Adrien ti adora e il Signore prova molto di più che semplice affetto capo-impiegata. Non passerò molto tempo con lui, ma vedo come ti guarda e si comporta: ti vuole proteggere, ma è un istinto che non si ferma solo all'essere fine a quello... è più il desiderio di prendersi cura di te...solo che testardo com'è non riesce a vederlo..."
Si strinse nelle spalle facendo una piccola pausa per sottolineare l'ovvio:
-"O lo vede ma cerca di nasconderselo. Probabilmente lo fa per rispetto alla Signora e lo comprendo, deve far male ritrovarsi di colpo soli al mondo, con la testa piena di aspirazioni e cercare di far rimanere tutto perfetto mantenendolo sulle proprie spalle... tu in tutto questo dovresti rimanergli vicino, ha bisogno del tuo appoggio molto più di quanto voglia far sembrare."
Nathalie era attonita: continuava a guardarlo in silenzio con un sopracciglio sollevato mentre aspettava che continuasse:
-"Ha già aperto gli occhi sulla realtà, sa che ciò che ha perso non tornerà e ha deciso di liberarsi da quella catena, altrimenti non avrebbe buttato via i quadri e le statue della Signora... ha bisogno di lasciar definitivamente andare quella benda che ha sugli occhi da tanto tempo e accorgersi che ha accanto una persona stupenda come te.
Solo che c'è ancora un ostacolo in mezzo e qualcosa mi dice che non è la Signora Agreste.
Posso solo darti il consiglio di vivere Nathalie. Vivi, sorridi, ama e non avere paura del domani: non ti chiudere nella monotona routine, sii diretta con quello che senti e fai parlare il cuore. Dai retta alla testa da troppo tempo."
-"E tu non parli mai, eh?" Sorrise nascondendo lo sguardo nella cartellina tra le dita. L'uomo poggiò la sua mano piena di cicatrici su quella della donna e lei lo guardò:
-"Non sono nessuno per dirti di non andartene se è quello che vuoi, ma non prendere una decisione se non sei sicura... hai tutto il tempo per conoscere meglio questa persona e per essere diretta con Agreste, fallo senza alcun rimorso, te l'ho detto... fai parlare il cuore e andrà tutto bene."
-"Se solo fosse semplice."
-"Lo è."
-"Gabriel è... tante cose. Con lui provo qualcosa che per altri non potrò mai provare, non capisci... non è normale."
Arrossì lievemente guardando altrove.
-"Solo se pensi che non lo sia." Ridacchia.
-"Se lo chiamassi io Gabriel potrei considerarmi licenziato." Rise con potenza.
Quando uscirono dalla macchina Nathalie lo abbracciò con forza rifugiandosi tra le sue grandi braccia: era una scena tenera, lei così piccola e lui grande come una montagna.
-"Grazie." sussurrò separandosi da lui per rientrare nella villa.
Quando la donna si ritrovò all'interno Charles sospirò con un sorriso e rientrò nel veicolo per parcheggiare:
-"Di niente piccola."
Forse qualcosa in quell'uomo da due anni tanto scorbutico stava cambiando, dentro di sé Nathalie lo sperava con tutto il suo cuore.

•°

-"Buon pomeriggio signore." Salutò con un sorriso entrando nell'atelier mentre poggiava la cartellina sulla scrivania.
-"Buon pomeriggio... ti vedo raggiante, è successo qualcosa?"
Chiese apaticamente.
-"È solo una buona giornata signore."
-"Spero che in azienda sia tutto in ordine, se sei stanca riposati, ti prego... hai fatto quasi il doppio oggi e-"
-"Assolutamente no, non serve." Camminò verso la scrivania portandogli varii fogli e si pose accanto a lui per mostrarli uno per uno:
-"Quì c'è il riassunto della riunione con Le Blanc, quì gli accordi stabiliti con Chanel e infine una richiesta dalla Marangoni fashion school di Milano, che richiede, se possibile di presenziare per quattro giorni di corso: queste sono le attività e gli argomenti che ho registrato, avevo un attimo libero, ho fatto una ricerca veloce sui corsi degli ultimi due anni e ne ho discusso con il docente in questione, ne sarebbero onorati se potesse partecipare. Inoltre... penso che uno stacco da Parigi per qualche giorno le gioverebbe senz'altro... Signore."
Abbassò la testa cercando di non fare contatto visivo con lui: il disegnatore era attonito, tutto quello che gli aveva detto lo aveva colpito all'istante:
-"Rimarrei io con Adrien e contatterei uno stagista che gli farà da assistente durante la permanenza: suo figlio seguirà alla lettera l'agenda anche dovesse contenere dei cambiamenti d'orario e Charles rimarrà con noi tutto il tempo-"
-"Va bene... comunica che ci sarò."
Nathalie annotò tutto sul tablet e inviò la risposta.
-"Quando devo partire?"
-" In due settimane signore, il 15 luglio. Ordinerò subito il biglietto dell'aereo e la suit dell'hotel, qualcos'altro?"
-"Si."
Rispose dandole le spalle mentre guardava fuori.
-"Lavori sempre tanto per noi... sei un sole. Davvero: non saprei cosa fare se non ci fossi. Prendi questi quattro giorni per riposare e cancella le agende di mio figlio e della guardia del corpo."
Le sorrise con calore.
La segretaria arrossì un poco si sedette sorridendo:
-"G-grazie signore."
-"Tutto bene?"
-"Perché lo chiede?"
-"Sicura di non avere la febbre?"
-"Sono solo un pò stanca, sistemo gli ultimi dati e mi ritiro."
-"Lo farai domani, va' pure."
Nathalie assentì e si ritirò in silenzio nelle sue stanze; Gabriel rimase a guardare fuori dalla finestra e pensò per minuti interi perdendosi nelle nuvole grigie che si stagliavano all'orizzonte:
-"Forse allontanarmi da Parigi per un pò mi aiuterà a mettere a posto un pò di tutto."
Inviò un messaggio a Nathalie e le chiese di anticipare la partenza a sei giorni da allora, con la scusa che avrebbe negoziato con la sede di Chanel di Milano in persona anziché in videochiamata.
Per la prima volta in due anni avrebbe spezzato quella catena che lo teneva ancorato a quella mansione maledetta.

〖Shallow𝄞〗 𝑮𝒂𝒃𝒆𝒏𝒂𝒕𝒉 Where stories live. Discover now