𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝟐

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Jungkook dopo quel disastroso evento non era stato più in grado di vedere in faccia Jimin e Taehyung. Si sentiva la peggior spazzatura esistente e quasi quasi stava cominciando a considerare davvero l'idea di trasferirsi e cambiare il suo nome in Carlos Santana. 

Trascorse i primi giorni a provare dolore ovunque, sdraiato sul letto avvolto tra le lenzuola, rimpiangendo ogni azione che aveva compiuto quel giorno. 

ᅳ Tesoro?ᅳ Alla fine la madre apparve nella sua camera da letto, con il volto preoccupato. 

ᅳDevi mangiare qualcosa... ricorda che il cibo ti fa sentire meglio. La prima rottura amorosa è sempre così, ma il tempo passa e le ferite guariscono, ricordo ancora il mio primo amore con quel brasilianoᅳ sospirò la donna. 

Jungkook roteò gli occhi, odiava la storia d'amore estiva che sua madre gli raccontava, quel brasiliano super muscoloso e bello con la pelle abbronzata. 

ᅳE pensare che mi ha lasciato per diventare un attore pornoᅳ continuò. 

ᅳNon dovresti essere qui per confortarmi e farmi stare meglio?ᅳ Jungkook fece una smorfia. 

ᅳPresumibilmente, sì... ma sono una frana a consolare le persone, quindi ti dirò solo che ... Avresti dovuto colpirlo più forte quando ne avevi l'occasione!ᅳ Jungkook sbuffò. 

ᅳMi sarei sentito peggio e più miserabile di adessoᅳ disse tristemente ᅳAlmeno ho vomitato su di luiᅳ scrollò le spalle. 

—Ora hai un aneddoto divertente da raccontare ai tuoi amici e nipoti. Devi essere positivo, figliolo! Vedrai che col tempo passerà e capirai che meriti di stare con persone che ti fanno stare bene e ti apprezzino per quello che sei

Jungkook sorrise, incapace di tenere il broncio alle parole di sua madre. 

ᅳAdesso alzati da questo letto ho bisogno che tu vada al supermercatoᅳ si affrettò Jeon Hye Min sorridendo e afferrò le lenzuola in cui si era intrappolato suo figlio. 

Jungkook sospirò guardando il soffitto della sua stanza. 

ᅳLo voglio davvero ...ᅳ mormorò ᅳ ma fa ancora maleᅳ. Hyemin si rivolse a suo figlio notando che i suoi occhi sembravano più luminosi. 

Jungkook non piangeva quasi mai, infatti lo aveva visto piangere solo quando suo padre morì, era un bambino di soli sei anni. Ora sembrava fragile e pronto a scoppiare in lacrime. 

ᅳSu!ᅳ Insistette ᅳForza, andiamo!ᅳ Tirò fuori Jungkook dal letto. Praticamente lo trascinò di sotto davanti alla porta principale della casa. 

ᅳVai fuori e corri. Corri e non fermarti finché non senti di non poterlo più sopportare, finché non senti di avere il fiato corto e mancare la forza. Corri fino a quando il dolore e la tristezza scompaiono e poi alza gli occhi al cielo-- Jungkook a malapena riusciva ad allungare le mani per abbottonarsi le scarpe da ginnastica, mentre sua madre gli urlava di correre.

Jungkook decise di dare ascolto alle parole della madre. 

Corse senza tornare indietro, correva senza meditare in quale direzione stesse andando. Corse ignorando le persone che lo vedevano come un pazzo, corse sentendo il vento contro di lui e il cuore che batteva forte. Le sue gambe si muovevano da sole, sentendo ancora la voce di sua madre che urlava "corri, corri!". Lui aveva semplicemente obbedito e aveva fatto bene. 

Quando fu finalmente impossibile per lui fare un altro passo, fece ciò che sua madre gli aveva detto e alzò gli occhi al cielo. Un bel tramonto dai colori rossi e arancione gli illuminò il volto. Aveva il fiato affannoso, il cuore che gli risuonava nelle orecchie e la gola secca. Jungkook sorrise al cielo mentre il sole proiettava i suoi ultimi raggi. 

"𝐈𝐥 𝐜𝐥𝐮𝐛 𝐝𝐞𝐠𝐥𝐢 𝐞𝐱-𝐫𝐚𝐠𝐚𝐳𝐳𝐢" - 𝘬𝘰𝘰𝘬𝘵𝘢𝘦Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora