Capitolo 6

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Passarono parecchi giorni dall’ultima volta che parlai con Dylan, quasi una settimana. Dopo essermi calmata mi riaccompagnò a casa e da allora mi scrisse molte volte per sapere come stessi. Evitai tutti i messaggi. Non avrei dovuto piangere davanti a lui, non sarei dovuta cadere in quel momento di debolezza. Quella stessa settimana non  andai a scuola, avevo paura di rivederlo.

Avevo paura perché avevo mostrato un lato di me che non avevo mai mostrato a nessuno. Avevo paura di essere derisa, presa in giro e che il nostro rapporto sarebbe potuto cambiare. Tutto a causa mia, come sempre. E come sempre ecco qui che tornavo dalla mia migliore amica, me stessa. In quei giorni non avevo fatto altro che fissare ripetutamente il soffitto. I miei si preoccuparono, ma mi sono finta influenzata. Era l’unica cosa che mi era venuta in mente. Non mi andava di farli preoccupare e mi dispiaceva anche di non poter rispondere a Dylan, il problema era che avevo troppa paura e non avevo il coraggio di prendere il telefono, anche se mi stava davvero supplicando di rispondergli. So che non avrei dovuto comportarmi in questo modo.

Stavo reagendo proprio come l’ultima volta. So che dovevo fortificarmi, ma non potevo. Non ci riuscivo.
"Magari stavolta sarà la volta buona che ti decidi a fare la cosa giusta"
In effetti la mia coscienza aveva ragione, dovevo affrontare questa situazione. Magari il giorno dopo o il giorno dopo ancora.
"No, ora"
"Non ci riesco" pensai.

Il cellulare squillò di nuovo e lessi tutte le notifiche che mi arrivarono in quei giorni. Erano più di 100, insieme alle chiamate perse.

D: “Ciao Liz, come stai?”

D: “Ti prego Liz, rispondimi”

D: “Liz ora mi sto davvero preoccupando”

D: “Eliza appena puoi richiamami ti prego”

Ed altri messaggi simili. Lessi il nuovo messaggio e per poco non mi venne un colpo

D: “Sto venendo a casa tua. Scusa, ma sono troppo preoccupato e ho bisogno di sapere se stai bene oppure no.”

Fortunatamente i miei genitori erano a lavoro. Non finii neanche di posare il cellulare che il campanello suonò. Scesi le scale, ma non avevo alcuna intenzione di aprire quella porta.

<<Eliza so che sei lì, apri per favore.>>

Disse suonando ancora più forte il campanello. Poggiai la mia mano sulla porta e lui continuò a chiedermi di aprire. Quando finalmente sembrò arrendersi, ricominciò a suonare il campanello. Stavolta mi feci coraggio e aprii la porta. Mi guardò facendo un sospiro di sollievo e mi abbracciò.

<<Mi sono preoccupato a morte per te. Perché non sei venuta a scuola? Perché non rispondevi ai miei messaggi? E neanche alle mie chiamate? Eliza mi hai fatto davvero spaventare->>

<<Perché avevo paura Dylan. Avevo paura che dopo quella scena le cose tra me e te sarebbero cambiate. Avevo ed ho paura, perché nessuno ha mai visto le mie debolezze fino ad ora. E poi sei arrivato tu, con la tua bellissima voce a cantare “Lover of mine” che per me ha un significato importantissimo e non ho retto. Sono scoppiata in una valle di singhiozzi e lacrime, e mi rendo conto che per te sia stato un gesto infantile e immaturo. Insomma, vedermi lì a piangere come una bambina. Mi dispiace davvero, forse dovresti tornare a casa tua. Non capisco perché perdi ancora tempo con me.>>

<<Liz no, non è così. Non ho trovato per niente il tuo gesto infantile e immaturo, anzi. Non hai assolutamente nulla di cui vergognarti, davvero. E le cose tra me e te non cambieranno mica, anzi, hai soltanto dimostrato di essere ancora più tenera di quanto pensassi>>

Disse accarezzandomi la guancia e non potei fare a meno di sorridere.

<<Beh, visto che sei qui e i miei tornano stasera, ti va di mangiare qualcosa? Sono un’ottima cuoca. E poi dopo magari vediamo qualche film, possibilmente non Horror. Che ne dici?>>

<<Dico che è un’idea grandiosa>>

Rispose mentre posò la giacca sull’attaccapanni. Io mi avviai verso i fornelli e presi una pentola, del bacon e delle uova. Mentre misi il bacon nella pentola, Dylan mi abbracciò da dietro cingendomi la schiena. Arrossii e lui sembrò notarlo dato che poggiò la testa sulla mia spalla.

<<Che film vediamo?>>

Mi chiese staccandosi. Sospirai mentalmente e passai il bacon in un piatto mentre iniziai a sbattere le uova.

<<Non lo so. Tu cosa vuoi vedere?>>

<<Opterei per una maratona di Harry Potter. Tu che casata sei?>>

<<Serpeverde, tu?>>

<<Anche io. Adoro Harry Potter, è praticamente la mia infanzia>>

Confessò ed automaticamente mi brillarono gli occhi. Misi le uova e il bacon in due piatti e li poggiai sulla tavola, notando che Dylan aveva già apparecchiato. Pranzammo e subito dopo accendemmo la tv per vedere i film. Ci sedemmo sul divano e mi mise un braccio intorno alle spalle, mentre io poggiai la testa sul suo petto.

Vedemmo tutti i film, dal primo all’ottavo.

<<Credo sia ora che io vada a casa>>

Annuii e lo accompagnai alla porta.

<<A domani, Lizzy>>

<<A domani, Dylan>>

Dissi dandogli un bacio sulla guancia e chiudendo la porta.

Spazio autrice
Questo è un po' un capitolo di transizione, tra poco pubblicherò il settimo. Per ora la storia vi sta piacendo? Ricordate che questo è solo l'inizio... 

Ghost of usTempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang