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Yu non era mai andata a cavallo. Sapeva tenere un timone, issare una vela, legare un ormeggio. Ma l'idea di spostarsi in groppa a un quadrupede non le piaceva affatto. Quel bestione era molto più alto di lei. La fissava come se volesse giocarle un brutto tiro. E soprattutto, anche volendo, come ci saliva, sopra un mostro del genere?

— Un comandante deve essere sempre aiutato da un paggio — esclamò Orso Nero. — Ne va del suo prestigio. Per questa volta, ci penserò io.

La prese per i fianchi, la sollevò e la mise in sella, poi le infilò i piedi nelle staffe.

— Questi cavalli da soldato sono bestie abituate a obbedire — sussurrò. — Tieni le redini, ma delicatamente, non tirarle mai o gli farai male. Sposta il peso all'indietro per fermarti, sposta il peso da un lato per farlo girare. Se stai nel mezzo del gruppo, il cavallo seguirà gli altri. Sarà facile.

— Un comandante — osservò Yu — dovrebbe cavalcare per primo... Ma ti permetterò di aprire la strada. Come vedetta.

Si misero in marcia scendendo il sentiero di montagna. Erano un esercito ben misero: corpi denutriti, facce scavate dalla sete e dalle torture. Ma erano anche guerrieri esperti, e ogni ora che passava contribuiva a cancellare gli ultimi residui di veleno.

Un uomo, che chiamavano Arciere Infallibile, si era procurato arco e frecce, e mentre cavalcava iniziò a scoccare puntando il cielo o fra gli alberi.

Uccise a quel modo parecchi uccelli di una specie che Yu non conosceva, e quattro scimmie.

Per pranzo si accamparono vicino a un torrente, accesero un fuoco e arrostirono le prede. Era il primo vero cibo che mangiavano da anni, ed era così buono che un uomo spaventoso, col corpo tutto coperto di tatuaggi, iniziò a piangere.

Quando ripresero il cammino erano molto rinvingoriti e altri si unirono ad Arciere Infallibile nella caccia, così la sera il banchetto fu ancora più sontuoso.

Avevano tutti una fame terribile, d'altronde erano stati sottoposti a una dieta poverissima e adesso dovevano ritrovare le energie.

Il mattino dopo Yu si sentì abbastanza forte da spiccare un salto fino alla cima di un grosso albero di eucalipto, per controllare i dintorni.

Quando tornò a terra, Orso Nero e gli altri la guardavano sbigottiti.

— Ma questa... è magia — disse Bel Ragazzo.

— Sono arti marziali — rispose Yu. — Le insegnerò anche a voi, se mi seguirete fino a casa.

— E dov'è, casa?

— L'isola di Hong Kong, dopo lo stretto dello Humen — spiegò Yu. — Per arrivarci dovremo raggiungere il fiume di Perle e rubare una giunca. Qualcuno di voi sa navigare?

Si alzarono delle mani, pochine in verità.

— Non importa, vi insegnerò anche questo. Discenderemo il fiume fino allo stretto, poi in meno di un giorno saremo arrivati. Tre anni fa lì c'era il mio palazzo. Non so cosa sia successo nel frattempo, ma col vostro aiuto, lo scoprirò.

— Potremmo fare una sosta a Canton, lungo la strada — suggerì il vecchio Senza Nome. — È lì che mi hanno arrestato, e c'è molta gente che mi piacerebbe uccidere.

Yu ripensò a Li Wei, alla freddezza con cui l'aveva condannata a morte. Non vedeva l'ora di affrontarlo.

Solo che non era ancora il momento.

— Anch'io ho dei nemici in città — disse — però prima di combatterli dovrò essere pronta.

Impiegarono cinque giorni a discendere le montagne, prendendosela comoda e fermandosi spesso per riposare e riprendere le forze.

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