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Wei si era sposato.

Magari aveva addirittura dei figli, o li aspettava.

E non gliel'aveva detto.

D'altronde, anche Yu non aveva confessato di essere una comandante pirata. O di essere (innamorata? invaghita?) di Tigre Blu.

Lei stessa non sapeva dare un nome ai suoi sentimenti. Perché da due anni sognava il pirata tatuato, immaginava le sue mani sui fianchi, il profumo salato della pelle. E però, appena aveva rivisto Wei, era finita tra le sue braccia. Si erano baciati. Lei aveva avvertito certe cose. E lui era sposato.

Che voleva dire tutto ciò?

Che sei una stupida, pensò Yu.

Si era lasciata trasportare dall'istinto e dal cuore, ma quello era un lusso che non poteva più permettersi.

Adesso era al comando di una nave e doveva imparare a guardare lontano.

— Cosa facciamo? — domandò Tigre Scarlatta.

— Andiamocene di qui — sussurrò. Esitò un istante e aggiunse: — Abbiamo quello per cui eravamo venuti.

Prese il libro di Peng e se lo infilò nella casacca, avvertendo solo un lieve senso di colpa, una fitta alla milza come quando si corre troppo.

Stava rubando all'amico di un tempo l'unico oggetto che lo legasse ancora a suo nonno. Ma in un certo senso, Wei aveva detto addio a Peng già da molti anni, e il libro sarebbe stato meglio nelle sue mani. Almeno Yu sapeva come sfruttarne gli insegnamenti.

La camera da letto di Wei non aveva porte, ma la parete di fondo era un'unica grande finestra.

Tigre Scarlatta tirò fuori gli artigli e tagliò con cura la carta opaca, poi ci si infilò dentro e Yu lo imitò. Si ritrovarono in un corridoio, da lì passarono nel giardino centrale.

Wei non era ancora arrivato, invece Yu vide una ragazza che sedeva circondata dalle rose. Indossava un abito di seta azzurra e teneva sulle ginocchia un'arpa goqin. Aveva minuscoli piedi fasciati e la pelle fresca come un fiore appena sbocciato.

— Dev'essere la mogliettina del tuo amico — osservò Tigre Scarlatta.

— Grazie. L'avevo capito.

— Vuoi che la uccida?

Il pirata sfoderò di nuovo le sue lame, ma Yu lo fermò con un gesto. — Nessuno morirà adesso.

Secondo la legge cinese un uomo poteva prendere più mogli e avere numerose concubine. Forse mentre la baciava Wei si era immaginato Yu vestita come una damina, con l'arpa e i fiori tra i capelli?

Certo che no. Aveva voluto divertirsi e basta.

E lei ci era cascata come una sciocca.

— Andiamo via prima che ci scoprano.

Yu balzò sul tronco sottile di un ciliegio e sfruttò l'elasticità del legno per darsi la spinta all'indietro e raggiungere il tetto.

Tigre Scarlatta la imitò un po' più goffamente.

Mentre fuggivano sul tetto, Yu sentì che nel giardino la musica si interrompeva, seguita da voci concitate e rumore di passi. Wei si era già accorto del furto? Aveva ordinato ai suoi uomini di catturarla?

Non le interessava. Era diventato un funzionario, un mandarino. Non aveva più niente a che spartire con lui.

Saltarono in strada e corsero via, Yu stringendosi il libro al petto.

La più grandeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora