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Yu spinse il suo carro in un vicolo secondario e restò a guardare, da dietro l'angolo, Abbondanza che si avvicinava al gruppetto sul molo.

Un uomo vestito con un changshan da mandarino e i capelli alla manciù stava discutendo animatamente con uno dei tre Artiglio. Alle sue spalle come guardie del corpo c'erano un uomo e una donna in identiche tuniche color sabbia, poi un forzuto col torace ricoperto di peli scuri e un giovane sui vent'anni vestito solo di una pezza intorno ai fianchi.

Abbondanza si fece avanti con le mani aperte e bene in vista, in un chiaro tentativo di calmare gli animi.

Non sembrò avere molto successo: i toni si alzarono, dal suo nascondiglio Yu poteva sentire le voci. Il mandarino sosteneva che uno dei tre Artiglio lo avesse derubato, sottraendogli un lingotto d'argento. L'altro diceva che il lingotto lo aveva trovato per terra.

— Come fate a sostenere che il lingotto sia vostro? — domandò Abbondanza al mandarino. — Non c'è il vostro nome inciso sopra.

— Lo riconosco ed è mio.

— Artiglio di Bronzo, vuoi restituire il lingotto al nostro amico?

— Non ci penso nemmeno, l'ho trovato e ora è mio.

Abbondanza sospirò.

Un sospiro profondo, plateale, che gli fece riempire il petto e alzare le spalle.

Quando le abbassò per espirare, nella mano gli era comparsa una sciabola corta e con un unico movimento la piantò nel petto del mandarino.

O almeno cercò di farlo, perché quello parò con l'avambraccio e la sciabola affondò fino all'osso lacerando la tunica.

L'aria si colorò di vermiglio e tutti sfoderarono le armi e si lanciarono all'attacco, sul molo infuriò la battaglia: il mandarino estrasse dalla tunica un flauto d'acciaio e reggendolo col braccio sano cominciò a combattere contro Abbondanza, parando colpo su colpo i fendenti della sciabola.

Montagna che Cammina si trovò invece ad affrontare l'uomo e la donna in giallo. Il guerriero era sceso a terra senza la sua lancia, i due avversari invece brandivano corti tridenti, i loro movimenti erano così veloci che a Yu sembravano come sfocati.

La donna fece un salto mortale e volò addosso a Montagna puntandogli il tridente al volto. Lo avrebbe senz'altro ucciso se uno degli Artiglio non fosse intervenuto lanciando il suo rampino: intercettò il tridente e con uno strattone di corda sbilanciò la guerriera, facendola cadere a terra.

Intanto i passanti avevano capito che la situazione volgeva al peggio ed era meglio starsene alla larga. La strada si svuotò, tranne che per un gruppo di persone che correva verso il molo.

Dati i capelli e i vestiti bizzarri, Yu capì che erano senz'altro pirati. Doveva essere la ciurma di Osso Spezzato.

I nuovi venuti si lanciarono nella mischia e a quel punto anche Yu si chiese cosa fare, se fosse meglio unirsi al combattimento o restare indietro a custodire le provviste.

Abbondanza era stato chiaro, e si sarebbe arrabbiato molto. Ma se fosse morto sarebbe stato ancora peggio.

Yu si decise, lasciò tutto e uscì allo scoperto. Non aveva armi ma sperò che a distanza ravvicinata le sue arti marziali fossero abbastanza buone da mettere a segno qualche mossa.

Si trovò davanti per primo il giovane seminudo. Impugnava un bastone diviso in tre parti, collegate con corti snodi di catena. Lo faceva girare sulla testa e attorno ai fianchi con un movimento ipnotico di serpente.

Il giovane fece un passo e scagliò un'estremità del bastone contro di lei, Yu si piegò per schivare, fece un passo per portarsi di lato all'avversario e calciò forte dietro al ginocchio. Quello lanciò un grido e cadde a terra, Yu fece un mezzo sorriso e subito dovette sdraiarsi a terra anche lei per schivare un tridente che le era stato scagliato al petto.

Era la donna in giallo, che iniziò a lottare contro di lei in una sequenza di mosse velocissime.

La donna la attaccò con un affondo, Yu provò a parare ma l'urto del polso contro il manico del tridente le strappò un urlo di dolore. Fece un passo indietro cercando di ritrovare l'equilibrio, la donna attaccò ancora e questa volta il tridente si piantò nella sua spalla, subito sotto la clavicola.

Yu annaspò, confusa, e sarebbe senz'altro morta in quel momento se non fosse arrivato Tigre Scarlatta a salvarla.

Yu se lo trovò semplicemente davanti, all'improvviso, con i suoi liu jiao dao e un ruggito di belva feroce.

Il guerriero attaccò, la donna in giallo batté in ritirata, Yu barcollò. Le sembrava di nuotare in una nebbia ovattata, in quel tratto del porto trasformato in campo di battaglia.

Tigre Blu si muoveva nella mischia con la grazia di un ballerino infernale, schivava colpi e lanciava i suoi temibili aghi d'acciaio, Drago d'Oro invece lottava contro un uomo che, come lui, era completamente tatuato, solo che sul suo corpo vi era il disegno di un immenso albero. Il braccio sinistro era ricoperto di rami e foglie, in quello destro il disegno si interrompeva bruscamente dopo il gomito dando l'idea di un ramo reciso. Yu pensò che fosse il pirata chiamato Osso Spezzato.

— Che ci fai qui? — gridò Abbondanza. Stava combattendo contro un pirata alto e grosso il doppio di lui. — Ti avevo detto di pensare alle provviste. Torna al carro e fai la guardia!

Aveva tutta l'aria di essere un ordine, perciò Yu lasciò perdere il combattimento e partì di corsa verso il vicolo dove aveva lasciato botti e barili.

Constatò che, per fortuna, la merce era ancora al suo posto. La ferita alla spalla invece non andava affatto bene, la tunica si era inzuppata di sangue e quando provò a scostare la stoffa il dolore fu così forte che rischiò di svenire.

Sapeva che Abbondanza aveva parecchi rimedi per ferite di quel genere, ma per essere curata doveva prima tornare alla nave.

Quanto sarebbe durato ancora lo scontro, e soprattutto, chi avrebbe vinto?

Si girò per controllare la situazione quando si trovò davanti un'ombra immensa.

Era Montagna che Cammina.

Impugnava un'ascia a due lame che aveva trovato chissà dove. 

E sorrideva.

— Allora, bambina — esclamò. — Se non sbaglio, è un po' di tempo che io e te abbiamo un conto in sospeso...

La più grandeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora