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Yu aveva temuto che si mettessero a ridere.

Non risero.

La guardavano in silenzio, mortalmente seri.

Ma ormai era tardi per tirarsi indietro. Yu ci aveva pensato tutto il pomeriggio, aveva fatto la sua mossa e adesso doveva seguirla fino in fondo. A qualunque costo.

Il comandante pirata aprì le braccia. Al rosso delle fiamme, il suo drago tatuato sembrava pronto a spiccare il volo, gettarsi su di lei e divorarla in un boccone.

— Vuoi quel vecchio relitto? — ruggì. — Allora prenditelo. Non so dove ti porterà prima di colare a picco, ma non mi importa. L'equipaggio invece puoi scordartelo. C'è una sola ciurma, ed è quella della Morte Rossa.

Yu aveva riflettuto anche su quel punto.

— Permettimi di parlare con gli uomini. Sono stanchi di aspettare su quest'isola. Se qualcuno vorrà partire, dagli la tua benedizione.

Drago d'Oro sbuffò.

— Saremo alleati — promise Yu. — Potrai contare su di noi in battaglia, resteremo tuoi fratelli e nemici giurati di Osso Spezzato.

Drago d'Oro restò in silenzio per un lungo momento, poi la sua bocca si aprì in un ghigno ricurvo.

— E va bene. È la legge dei pirati e io la rispetto. Potrai prenderti tutti gli uomini che vorranno venire con te. — Si girò verso gli eroi riuniti intorno al fuoco. — Presto, radunate la ciurma. Risolveremo subito questa faccenda.

Questa volta fu Yu a vacillare. Non aveva previsto che Drago d'Oro decidesse così in fretta. Aveva immaginato che il pirata si sarebbe preso la notte per riflettere, e lei avrebbe usato quel tempo per parlare con Abbondanza, chiedergli aiuto sui nomi da convincere.

Non era pronta a farlo subito.

Non era pronta.

— Non vuoi... ehm... pensarci un momento? — tentò, con una voce più sottile di quanto le sarebbe piaciuto.

— Ho detto: adesso. Chiamate qui la ciurma. Tutti!

Gli eroi si alzarono per obbedire all'ordine, Abbondanza tolse i pesci dal fuoco per non bruciarli e scoccò un'occhiata a Yu che diceva: "perché ti sei messa in questo pasticcio" e "Drago d'Oro ti ha appena giocata".

Yu avrebbe voluto avvicinarglisi, spiegargli perché aveva chiesto una nave, ma non poteva. Se fosse andata da lui adesso sarebbe stato un gesto di debolezza e un comandante non può mai essere debole. Era una lezione che aveva imparato da tempo.

Aspettò che pirati e marinai si riunissero sulla spiaggia, stringendosi in cerchi concentrici vicino al falò.

Al centro dello spiazzo, Drago d'Oro troneggiava come una statua di bronzo fuso.

— Uomini — gridò. — Tutti voi sapete che oggi Shi Yu detta Lama Volante mi ha salvato la vita, e secondo la legge dei pirati le spetta una ricompensa. Lei ha chiesto di ricevere una nave e un equipaggio, per salpare immediatamente da quest'isola.

Drago d'Oro fece una pausa, lasciando che quelle parole si posassero come sabbia sul fondo del mare.

— Le ho dato il mio permesso. La nave è quella che lei stessa oggi ha strappato al mare, perciò le spetta di diritto. Quanto all'equipaggio, voi siete pirati e siete liberi: se qualcuno vuole seguire questa ragazza, faccia un passo avanti.

Alcuni ridacchiarono, altri sbuffarono, mormorarono, scossero la testa.

Yu guardava Tigre Blu. Il volto tatuato era quasi invisibile nella notte, ma gli occhi, quei suoi occhi scintillanti, erano posati su di lei. Era forse la prima volta in cui lui faceva segno di accorgersi della sua esistenza. Ma invece di darle forza, questo la faceva sentire fragile.

La più grandeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora