31. Il desiderio di Merlino

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"Emrys, permetti una parola?"

Mentre osservava Artù impegnato nella spiegazione di alcune tecniche da combattimento a beneficio degli elettrizzati gemelli e di tutti gli altri spettatori, Merlino udì di nuovo dentro la sua mente la voce di Gilbert, all'apparenza a sua volta assorto nello stesso spettacolo al suo fianco. Annuì lievemente in risposta, continuando a guardare Artù che faceva una finta e spiegava ai bambini che non bisognava mai dare le spalle all'avversario.

"Mi chiedevo se anche tu avessi bisogno di qualcosa: voglio dire, so bene che tu hai dentro di te ciò che ti serve... E sinceramente, non so se esista un oggetto che possa esserti utile in tale circostanza... Ma ci tengo a dirti che il pozzo, naturalmente, è a tua completa disposizione. Potresti andare ora, se hai in mente qualcosa: il nostro Artù è così preso, che nemmeno se ne accorgerà."

Merlino valutò che quest'ultimo, che aveva appena sollevato in braccio Moryan e stava impugnando la spada insieme a lui, fosse decisamente troppo distratto e distante per riuscire a sentirlo e si azzardò a rispondere sottovoce.

"Grazie dell'offerta, siete sicuro?"

"Ma certo, siamo solo noi che dobbiamo ringraziarti, non fare complimenti. Hai pensato a cosa chiedere?"

"Beh, mi piacerebbe molto provare il pozzo, però..."

"Su, vai subito, allora! Non so se l'hai notato, ma Clarius non c'è e sento che l'incantesimo di illusione sta per svanire."

Il ragazzo osservò preoccupato il gruppo di maghi e si accorse della sua assenza.

"Oh no, non ci avevo fatto caso. Ma ora che l'avete... Oh, il vento sta diventando più forte e... Oh, no no, questo non è un buon segno."

Proprio in quel momento, il sole fittizio scomparve e il cielo si oscurò minacciosamente; fu solo per pochi istanti, poi un sole ancora più pallido di prima fece la sua ricomparsa dietro agli enormi nuvoloni grigi. Artù e Sir Gillian si preoccuparono, ma furono ben presto rassicurati: Gherda, infatti, spiegò che capitava spesso e che il tempo da quelle parti era ballerino come "i giuramenti di un amante truffaldino che lascia il cuore in ogni dove". Esortati di nuovo dai bambini, non diedero peso a quanto accaduto e intrapresero un duello per riscaldarsi prima di scendere finalmente in campo. Gilbert tornò a rivolgersi telepaticamente a Merlino.

"Clarius è al limite ormai, ci starà aspettando con Priscilla per stendere su di voi il velo illusorio. Vai, fa' presto! Mi fido ciecamente del tuo giudizio, ricordi i versi?"

"Beh, così su due piedi... Non ne sono sicuro, come faceva l'inizio?"

"Aspetta. Aurentelsen!"

Colto di sorpresa, Merlino si girò verso di lui, notando appena in tempo il fulmineo bagliore dorato apparso nei suoi occhi: era un incantesimo a lui ignoto e si chiese con lieve apprensione se l'avesse scagliato su lui stesso perché ricordasse i versi. Subito dopo, però, notò Lynn che si allontanava inosservata dal gruppo per venire da loro.

"Mi avete chiamata, Gilbert?"

Il vecchio mago comunicò mentalmente anche con lei, senza che Merlino potesse sentire cosa le stesse dicendo.

"Certo, cara, fammi un favore: accompagna Merlino qui dietro per suggerirgli i versi da recitare al pozzo. Te li ricordi, vero?"

Lynn annuì con sicurezza.

"Presto, intanto che quei due sono distratti; io rimarrò qui, nel caso che l'illusione si spezzi del tutto o che essi chiedano di Merlino: se serve, m'inventerò qualcosa. Potrei spiegare per bene come funziona il passaggio riducente per arrivare dai Menearth... O, beh, andate voi!"

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