2. Uno scoiattolo

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Dopo essere tornato da Gaius per portargli le erbe che aveva trovato, Merlino si diresse velocemente verso la stanza del principe, correndo per i corridoi del castello e rischiando più volte di scontrarsi con vari servitori. Conosceva ormai a memoria il percorso da fare, lo faceva ogni mattina e gli capitava di essere in ritardo e di dover correre, anche se di solito preferiva svegliare Artù spalancando la finestra mentre lui stava ancora dormendo: sapeva quanto ciò lo infastidisse e lo divertiva vedere il valoroso principe comportarsi come un bambino mentre si metteva un cuscino sulla testa per ripararsi dalla luce e dall'aria. Quella mattina, però, era ormai molto tardi e quindi Merlino si immaginava già di dover sentire i suoi rimproveri. Bussò alla porta di Artù mentre aveva ancora il fiatone ed entrò nella stanza. Artù era già seduto sul letto con le braccia incrociate e l'espressione che aveva sulla faccia non prometteva nulla di buono.

"Ma bene, finalmente ti sei degnato di presentarti, Merlino, temevo già che stamattina ti fossi dimenticato di me. O volevi forse prenderti una vacanza oggi?"

"Mi dispiace, Gaius mi ha mandato all'alba a cercare delle erbe mediche spontanee molto speciali e ho fatto fatica a trovarle."

Artù sembrava non credergli.

"Delle erbe molto speciali dici?"

Merlino assunse un'espressione molto convincente, o almeno così credeva; del resto, almeno stavolta, stava dicendo la verità!

"Già già, le ho appena consegnate a Gaius, gli servivano assolutamente oggi, chiedeteglielo pure se non ci credete."

"Uhm, spero solo che tu non ti sia addormentato e non abbia dormito fino a tardi, magari ieri sera hai perso tempo alla taverna e quindi..."

"No no, certo che no, ho visto anche uno scoiattolo, può dirvi che ero nei boschi stamattina."

Il suo tono era molto serio, mentre Artù era alquanto perplesso.

"Uno scoiattolo?"

"Già."

"Ma davvero, Merlino?! Uno scoiattolo nei boschi?"

Merlino annuì convinto.

"E questa sarebbe una prova sufficiente? Dovrei forse convocarlo qui a palazzo per interrogarlo?"

"Beh ecco..."

"A volte, Merlino, mi meraviglio di quello che esce dalla tua bocca."

"Avete mai ascoltato bene quello che esce dalla vostra?"

Merlino si spostò di lato per evitare il cuscino che Artù gli aveva appena lanciato.

"Merlino! Vedi di fare poco lo spiritoso! Comunque, più tardi chiederò conferma a Gaius! Ah, questa poi, uno scoiattolo!"

"Devo aiutarvi a vestirvi, così poi vi porto la colazione?"

"Non so, se vuoi concedermi questo onore, vedi un po' tu... Vuoi forse che la porti io a te? Certo che sì e muoviti anche, sono già in ritardo per colpa tua, devo andare ad esercitarmi con la spada!"

"Certo, certo, subito Artù!"

Dopo essersi vestito e aver fatto colazione, Merlino accompagnò Artù fuori dal castello per incontrarsi con gli altri cavalieri. Lungo il percorso incontrarono Gaius, che confermò quanto Merlino aveva detto.

"Bene, Merlino, a quanto pare stavolta hai detto la verità."

"Io vi dico sempre la verità! "

Artù alzò le sopracciglia.

Merlino assunse un'espressione offesa.

"Vi ho forse mai dato modo di dubitare di me?"

Artù stava per aprir bocca, ma Merlino non lo lasciò parlare.

"Beh, comunque vi dovreste fidare di me, sempre. E per questa volta non dovremo interpellare quello scoiattolo."

Artù strabuzzò gli occhi.

"Già, per fortuna! Ora vai là, lucida quelle spade!"

"Certo, presto saranno splendenti!"

Artù convocò intorno a sé i cavalieri; poi tutti si divisero in coppie e iniziarono a combattere tra di loro. Merlino si era messo in disparte per lucidare le spade e osservava Artù di sfuggita mentre combatteva; era senza dubbio molto abile e forte e gli piaceva vederlo combattere, perché vedeva tutta la passione e l'impegno che egli ci metteva, trattando con rispetto i suoi avversari, così come faceva nei veri combattimenti. Merlino pensava che Artù sarebbe stato un grande re, credeva in lui e sapeva che era destinato a fare grandi cose, cose che sarebbero state ricordate nei secoli a venire. E lui sarebbe stato al suo fianco: quello era il suo destino, ma anche ciò che il suo cuore desiderava fare, perché sentiva che era nato per questo, per aiutare Artù e stargli vicino anche senza chiedere o pretendere nulla in cambio.

 E lui sarebbe stato al suo fianco: quello era il suo destino, ma anche ciò che il suo cuore desiderava fare, perché sentiva che era nato per questo, per aiutare Artù e stargli vicino anche senza chiedere o pretendere nulla in cambio

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