27. La missione di Artù

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"Ma cosa..."

Confuso come se si fosse appena svegliato da un lungo sonno, Artù si guardò attorno per un attimo a bocca semiaperta, osservando perplesso prima Gilbert e Lynn, poi Sir Gillian, che stava aprendo gli occhi in quel momento, e infine Merlino, che gli rivolse un gran sorriso; non appena si rese conto di trovarsi per terra, a torso nudo, balzò subito in piedi, prendendosela, naturalmente, proprio con il suo servitore.

"Ma che è successo? Mi auguro che esista una spiegazione più che logica per tutto questo, Merlino! Che faccio di nuovo conciato così? E non startene lì impalato come uno stoccafisso! Dammi qualcosa da mettere!"

Merlino sorrise: il suo caro principe era tornato in sé ed era di nuovo lui, in tutto e per tutto.

"Oh, certo che esiste, Artù. Vediamo, da dove potrei cominciare? Cosa ricordate esattamente?"

Nel frattempo, Gherda si era avvicinata al gruppo, recando con sé la magnifica veste che Artù si era tolto in precedenza buttandola noncurante sul prato; gliela porse con fare cerimonioso, ma, nel contempo, aveva un'espressione strana, come se si stesse sforzando di non ridere.

"Ecco a voi, Artù Pendragon: dovreste avere più rispetto per i doni ricevuti. La veste non farà il mago, ma non fa mai passar da gramo."

Il principe, non sapendo cosa dire, assunse un'aria mortificata, si rivestì in fretta e fissò il volto di Merlino a braccia conserte, attendendo una spiegazione.

"Beh, possiamo dire che avete un tantino perso il controllo: siete stato voi stesso a svestirvi e a dare spettacolo assieme a Sir Gillian, con una strana sfida per confrontare la vostra... agilità e destrezza."

"Ma come... Ricordo che stavo mangiando quella cosa che sapeva di pollo, ma non lo era... Quella, come si chiama?"

"Omniola."

"Giusto, proprio quella."

"Ne avete mangiato parecchie, senza fare complimenti, e vi hanno dato alla testa, come tutti i calici che avete tracannato uno dopo l'altro."

Artù, che aveva riaperto la bocca, la richiuse e guardò Gilbert dritto negli occhi, abbozzando poi un inchino col capo come per scusarsi.

"Vi porgo le mie scuse, temo di essermi comportato in modo estremamente maleducato. Non so davvero cosa mi sia preso. E scusati anche tu, Merlino: era tuo dovere impedirmi di bere e di rendermi ridicolo!"

Detto questo, agguantò Merlino mettendogli una mano sul collo, mentre anche un mortificato Sir Gillian si inchinava spontaneamente al loro fianco.

Detto questo, agguantò Merlino mettendogli una mano sul collo, mentre anche un mortificato Sir Gillian si inchinava spontaneamente al loro fianco

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Il giovane mago cercò di discolparsi.

"Veramente, voi mi avevate mandato a lavare i piatti: mi avete dato voi il permesso di allontanarmi! Non immaginavo certo che avreste bevuto tanto."

Artù stava per ribattere, ma a quel punto intervenne Gilbert, sorridendo benevolo a tutti loro ed esortandolo a lasciar perdere le scuse.

"Nessun problema, principe Artù, non dovete scusarvi. Non avete fatto alcun danno, anzi, ci avete allietato con i vostri racconti e la vostra gara. E il giovane Merlino ci è stato davvero di grande aiuto: sono sicuro che è stata la scelta giusta farvi venire qui e, succeda quel che succeda, so che nessuno potrebbe aiutarci meglio di voi."

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