87. La nuova Vertelch

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Fu lei a parlare per prima, con la voce vibrante di mille emozioni.

"Oh, eccovi qui!"

Lynn rimase per un momento ferma davanti a loro, poi, di colpo, si precipitò ad abbracciare Gilbert con trasporto e affetto.

"Gilbert! Che gioia vederti! Ero così in pensiero!"

Il vecchio mago sorrise dolcemente mentre la stringeva a sé e le accarezzava la testa: la considerava la figlia che non aveva mai avuto, l'aveva praticamente cresciuta e le voleva un bene dell'anima; una parte di lui avrebbe sempre voluto proteggerla, sostenerla e consigliarla tenendola al suo fianco, ma egli sapeva che ormai non era più la vispa e dolce bambina che lo fissava incuriosita e attenta mentre trafficava con le sue pozioni. Era giunto il momento di lasciarle intraprendere il suo destino, per quanto esso fosse carico di responsabilità.

"Ed eccoti qui, Lynn! È una gioia vedere anche te."

Udendo il suo tono calmo e vagamente rassegnato, lei si staccò e lo guardò dritto negli occhi, interrogandolo senza esitare.

"Ti aspettavi di vedermi qui? Lo sapevi già? Che io... Non sembri molto sorpreso."

Egli, assumendo un'espressione seria e velata di tristezza al pensiero che la ragazza, obbligata a fare qualcosa che non desiderava, potesse soffrire, scosse la testa e decise di risponderle con la sincerità che meritava.

"No, cara, non ne avevo la certezza assoluta, però lo sospettavo da un po': considerate le caratteristiche di chi viene scelto di solito come Vertelch, al momento eri la candidata ideale, la più probabile e scontata. Tuttavia, una parte di me - quella più sentimentale, debole e sciocca - cercava di allontanare tale pensiero ogni volta che si presentava: nonostante la perdita dei tuoi genitori, sei stata una bambina così vivace e spensierata, che ho sempre cercato di non pensare troppo a questo probabile futuro e di trattarti come se io non ne fossi consapevole... Ma oggi questo è il presente, il tuo presente, mia piccola Lynn, e mi auguro che esso non sia eccessivamente penoso per te."

"Beh... Ma... Io non... "

Lei aprì e richiuse la bocca un paio di volte, incerta su cosa dire, su cosa chiedergli, su come reagire: erano troppe le domande che la turbavano, troppe le emozioni che la scuotevano fin nel profondo, troppi i dubbi che la destabilizzavano. Mentre rifletteva, spostò lo sguardo alle spalle del vecchio mago, scorgendo il volto del suo eroe; la felicità di rivederlo la distolse momentaneamente dalle sue paure.

"Merlino! Grande, ce l'hai fatta! Lo sapevo che non ci avresti deluso, ho sempre avuto fiducia nel tuo successo! Posso abbracciare anche te?"

Egli, con un gran sorriso, spalancò le braccia verso di lei.

"Accomodati pure, Lynn!"

La ragazza lo abbracciò stringendolo appena, dopodiché gli afferrò saldamente entrambe le mani e, dimenticandosi del perché lei stessa si trovasse lì, cominciò ad assillarlo di interrogativi, spinta dalla propria innata curiosità

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La ragazza lo abbracciò stringendolo appena, dopodiché gli afferrò saldamente entrambe le mani e, dimenticandosi del perché lei stessa si trovasse lì, cominciò ad assillarlo di interrogativi, spinta dalla propria innata curiosità.

"Non sei ferito, vero? È stato difficile? No, no, aspetta, non me lo dire: hai dovuto lanciare molti incantesimi? C'era freddo laggiù? Hai avuto paura? Oh, e Artù dov'è? Non ti ha scoperto, vero? Ah, la pietra del pozzo? Hai poi capito a cosa caspita servi..."

Gilbert le pose una mano sulla spalla, salvando Merlino dall'impaccio di dover rispondere a tutto quanto.

"Suvvia, Lynn, lascialo respirare! Merlino è sicuramente stanco, ti aggiornerò io quando avremo più tempo; beh, a dire il vero neppure io sono a conoscenza dei dettagli, comunque tutto si è risolto per il meglio e Artù e Sir Gillian stanno benone: stanno dormendo più in là sotto mio incantesimo, finché noi non sbrighiamo il resto..."

Lei fece finta di non capire a cosa egli alludesse e cambiò subito argomento: non voleva ancora sentir parlare del suo futuro, aveva bisogno di più tempo per prepararsi psicologicamente a quella situazione che le pareva assurda.

"Oh, davvero? Ottimo, mi fa piacere che siano in salute pure loro. Anche al villaggio stanno tutti bene, le abitazioni hanno più o meno retto al tempaccio, però ci siamo un po' allagati e qualche danno c'è... Beh, volevo solo sapere cosa..."

"Ehm, ehm!"

Improvvisamente, Priscilla si schiarì la gola, come se volesse far notare la propria presenza, visto che la ragazza non l'aveva salutata direttamente e sembrava aver dimenticato che anche lei si trovasse lì. Lei e Lynn non avevano mai avuto grande confidenza - del resto, Priscilla non ne dava granché a nessuno, a parte Gilbert -, ma alla veggente piacevano la sua intelligenza e la sua aria sveglia, anche se avrebbe preferito che fosse più pacata e meno vivace; pure per lei non era stata affatto una sorpresa scoprire che la pupilla di Gilbert fosse la predestinata a subentrare alla sorella: di sicuro aveva tutte le carte in regola per essere all'altezza del ruolo. Sentendo la sua voce, Lynn sobbalzò e assunse subito un'aria di scuse, mettendosi ad arrotolare una ciocca dei lunghi capelli scuri con le dita: un gesto che faceva ogni volta che si sentiva a disagio.

"Oh, Priscilla! Sono lieta di rivedere anche voi, naturalmente. Ehm... Come butta?"

Priscilla alzò gli occhi al cielo, mantenendo le distanze, mentre Gilbert sogghignava per l'espressione informale che la giovane aveva usato: essa era chiaramente indice dello stato mentale in cui versava Lynn, dato che, nella consueta quotidianità, non si sarebbe mai rivolta a Priscilla in tal modo. Non che la temesse sul serio, però non era mai riuscita ad aprirsi con lei come con gli altri maghi di Bre Bile e le aveva sempre parlato con molta deferenza e rispetto. La veggente sospirò e prese a criticarla per il suo atteggiamento puerile, non risparmiando neppure Merlino e Gilbert, che si stavano comportando come se avessero tutto il tempo del mondo per perdersi in saluti e chiacchiere.

"Ah... Invece di preoccuparti degli altri, dovresti preoccuparti di te stessa e darti una mossa! Nel caso in cui tutti voi ve ne siate scordati, è in corso un rito importante, che è già stato rimandato anche troppo: non sei mica stata invitata quaggiù per fare una scampagnata allegra nei bassifondi!"

Vedendo il volto della ragazza impallidire al pensiero di ciò che l'attendeva, la veggente addolcì leggermente il tono.

"Beh, basta con questi convenevoli, tu e Gilbert dovete andare adesso. Sai cosa significa il fatto che tu ti trovi qui, no?"

Lynn la guardò dubbiosa, ancora incredula del fatto di essere stata scelta dalla luce proveniente dalla fonte; quest'ultima, nel frattempo, aveva in parte diminuito la sua abbagliante intensità ed era rimasta a levitare immobile sopra di lei, quasi volesse gentilmente concederle il tempo per abituarsi all'idea e salutare Merlino.

"Mi sembra incredibile... Però, credo di sì. A quanto ho capito dalle tue spiegazioni, Gilbert, io... Sarò davvero la prossima Vertelch? Mi pare impossibile! Non l'avrei mai pensato..."

Il vecchio mago le rivolse un sorriso triste, mentre anche Merlino la guardava comprensivo: chiunque, al suo posto, avrebbe provato ansia e paura in quel momento.

"La fonte ti ha scelto, mia giovane Lynn: è questo il tuo destino, senza dubbio un grave fardello... Posso solo in parte immaginare come tu ti possa sentire ora, ma stai tranquilla: non sei stata scelta a caso, la fonte sa benissimo quel che fa e non ti avrebbe mai scelto se tu non fossi all'altezza di questo incarico. Io ho fiducia in te e sono sicuro che tutto il villaggio la pensa allo stesso modo: puoi farcela, non dubitare delle tue preziose capacità e qualità, sei una ragazza giudiziosa e sensibile. Siamo nelle tue mani, so che non ci deluderai e che sarai una Vertelch straordinaria!"

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