23. L'illusione

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Gilbert gli lanciò un'occhiata seria e penetrante: l'atmosfera nella stanza si fece di colpo più pesante.

"Hai forse percepito qualcosa di strano quando sei arrivato qui a Bre Bile?"

A Merlino tutto era sembrato abbastanza strano fin dall'inizio: già il fatto di trovarsi in un posto simile, e per di più con Artù in "modalità taverna", gli sembrava piuttosto stupefacente, ma dal tono di Gilbert intuì che egli si stesse riferendo a qualcosa di ben più preciso e particolare.

"Beh, qui non siamo a Camelot..."

Priscilla schernì la sua timida osservazione con una battuta sprezzante.

"Ah! Però, che acume il ragazzo! Te ne sei accorto solo ora?"

"Priscilla, lascialo parlare! Non aveva finito, non è vero, Merlino?"

"Sì, cioè no... Volevo dire che, appena arrivato qui, mi sono sentito come circondato dalla magia, come se ci fossero delle vibrazioni tutt'attorno a me. Mi chiedevo se capitasse lo stesso anche a voi. Devo dire, però, che, da quando sono entrato in questa casa, la sensazione si è affievolita. Comunque, immagino che Artù non sia in grado di percepire qualcosa del genere, giusto?"

Gilbert annuì.

"Esatto. Ma questa tua sensazione non è dovuta né al luogo né al gran numero di stregoni presenti. Priscilla, se vuoi essere così gentile da farlo guardare di nuovo nella tua sfera... Le immagini saranno più esaurienti di tante parole."

In silenzio, la piccola strega rialzò le mani, appoggiando poi quella destra sulla sfera e schioccando per due volte le dita della sinistra; un suono cupo echeggiò per tutta la stanza. Appena levò la mano, Merlino si abbassò per osservare nuovamente da vicino quanto era comparso e fu sopraffatto dallo stupore: in sequenza, riconobbe le case di Bre Bile, il paesaggio circostante e i tavoli dove anche lui era stato seduto fino a poco prima e presso cui Artù stava ancora raccontando allegramente chissà quali vicende al suo pubblico di maghi.
Ma, per il resto, tutto appariva diverso, al punto che Merlino dubitò che si trattasse dello stesso posto.
Lo scenario idilliaco e tranquillo era stato sostituito da un'estrema desolazione e dalla presenza tangibile di una minaccia incombente. L'erba non era più verde e rigogliosa, ma bassa e secca, e le abitazioni, prive di edera, mostravano tetti riparati in malo modo; strane raffiche di vento circolari soffiavano qua e là, risparmiando inspiegabilmente solo la zona attorno ai tavoli e alle case, e i rami quasi spogli degli alberi, sui quali erano rimasti solo pochi frutti incolori, ondeggiavano sul punto di spezzarsi. Il sole era scomparso del tutto, anzi, sembrava che stesse per piovere: grosse nubi scure nel cielo plumbeo nascondevano quasi completamente le montagne e da esse scaturivano fulmini spaventosi, che duravano più del consueto.

"Cosa significa tutto ciò? Non è il futuro, vero? Artù e gli altri sono ancora lì: non sarà mica...?"

"Questo, Merlino, è il presente, lo stato reale in cui versa Bre Bile in questo preciso momento."

"Ma com'è possibile?"

"Non volevamo ingannarvi, è una precauzione che ho ritenuto opportuno prendere, anche mentre eravate vicino al lago; volevo evitare che il principe intuisse che occorre ben più del suo coraggio e della sua forza per risolvere la situazione: serve un potere più forte del nostro, il tuo. In realtà, le vibrazioni che sei riuscito a percepire sono dovute a un incantesimo specifico da cui siete stati avvolti, in un certo senso. La maggior parte degli stregoni non le nota nemmeno e ciò dà prova delle tue capacità, dunque non abbatterti per non aver compreso. Vedi quel giovane... Gentilmente Priscilla... Eccolo, guarda, quello vestito di giallo con degli occhi disegnati sulle maniche: quello è Clarius, che è in grado di creare delle illusioni ed ha fatto in modo che tu ed Artù vedeste Bre Bile così come essa era almeno fino a poco tempo fa. Ha fatto lo stesso con Sir Gillian, che ha dimenticato, grazie all'intervento di Bertha, quanto aveva visto al suo arrivo. Per quanto mi riguarda, ho innalzato delle barriere attorno alle persone e ai tavoli, in modo da proteggerli dai colpi di vento, come se fossero isolati dentro a campane di vetro invisibili; solo di recente, sono riuscito ad innalzarle anche attorno alle case, ma temo che non reggeranno ancora per molto."

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