- Capitolo 1.

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Bradford quella mattina stranamente era parecchio soleggiata e gli studenti ne approfittarono per studiare qualcosina distesi sul prato,mentre si prendevano il sole. Io e le mie amiche tornammo alla nostra tanto amata università di medicina,dopo le vacanze di Natale che sembrava fossero durate una vita. Da quella famosissima festa era passato un bel po',quasi due mesi,e non ci feci più neanche caso. A stento ricordavo il nome di quel ragazzo,che mi sussurrò all'orecchio prima di abbandonarmi la mattina in quello schifo di casa.Uscì dal bagno frettolosamente mentre mi riavvivavo i lunghi capelli castani che ricadevano ricci sulle spalle. Non ero troppo alta,avevo gli occhi marroncini e diciamo che ero più o meno magra. Per quante schifezze mangiavo sarei dovuto essere il doppio di quant'ero.

«Come hai detto che si chiamava?» Mi chiese Elle di colpo,che si era comodamente sistemata sul divano della sala comune del dormitorio,con le gambe sul bracciolo e un dito avvolto in una ciocca di capelli biondi. Presi il mio libro dal tavolino e sbuffai,scocciata dalla domanda.

«Zayn,mi sembra.» Dissi mentre prendevo la borsa da terra e ci mettevo il libro dentro.

«Bè non mi hai detto niente di quella sera.» Continuò la mia amica,facendo quella solita vocina da bambina che utilizzava quando voleva ottenere qualcosa.

«Dobbiamo continuare a parlarne?» La guardai seccata e lei mi fece quasi gli occhi dolci.

«Voglio solo sapere se ne è valsa la pena avermi mollata da sola in una casa piena di sconosciuti con il mio mal di testa.» Non la guardai neanche e presi un muffin dalla nostra dispenza personale.

«Elle smettila di torturarla.» Dana spuntò con una tazza di tea fumante tra le mani e lanciò un'occhiataccia ad Elle.

Amavo il carattere di Dana e menomale che c'era lei,sennò a quest'ora io ed Elle chissà dove saremmo finite.

Addentai il muffin e prima di uscire mi voltai verso Elle,e vedendola ancora con il broncio e le braccia conserte le dissi:«Comunque niente di che.»

Uscì dalla porta e la lasciai sul divano,senza parole. Sorrisi soddisfatta e iniziai a camminare per raggiungere l'edificio.

Il telefono iniziò a vibrarmi tra le mani e quando scoprì chi era sorrisi.«Ciao papà!» dissi.

«Ciao tesoro,tutto bene?» Mi chiese con la sua solita voce dolce.

«Tutto bene, - iniziai – sto andando a lezione in questo momento.»

Continuavo a camminare cercando di schivare gli studenti che andavano nella direzione opposta alla mia.

«Ci sentiamo dopo allora.»

«Un bacio,ciao pà.» Chiusi la chiamata e buttai il telefono dentro la borsa,senza farci tanto caso.

Quant'era bello e dolce il mio papi? Era la persona più importante della mia vita,semplicemente perchè ero figlia unica e perchè con mia mamma non avevo nessun tipo di rapporto. Quand'ero piccola parlavamo solo perchè abitavamo sotto lo stesso tetto e quando succedeva era sempre perchè doveva rimproverarmi di qualcosa. Non so cosa avrei fatto senza mio padre e lasciarlo a New York per trasferirmi qui a Bradfort era stata davvero dura.

Velocizzai il passo e raggiunsi le scale. Le salì velocemente a due a due e arrivai in un lunghissimo corridoio,puntando una porta già chiusa.

«Merda!» Dissi,sapendo di essere in ritardo.

La aprì delicatamente e la chiusi altrettanto,cercando di fare meno rumore possibile. Notai il professore intento a spiegare qualcosa di incomprensibile per me e cercai di risultare completamente invisibile ai suoi occhi. Mi accorsi da lontano di un braccio alzato che veniva sventolato velocemente prima a destra e poi a sinistra,e quando scesi lo sguardo fino al suo viso trovai il sorriso di Alice,la mia compagna di corso.

Amici Di Letto||Zayn MalikDove le storie prendono vita. Scoprilo ora