42. Non potevo scegliere modo migliore per morire

147 8 0
                                    

Non sono ancora stata scoperta quindi decido di prendermi alcuni minuti per osservarli: lui ha i capelli biondi ed una felpa nera enorme. Ha i jeans e le tiene il braccio intorno alle spalle mentre Sonia piange come non l'avevo mai vista.

Lei invece ha una maglia bordeaux, la sua preferita in assoluto, con disegnati sopra tanti piccoli orsetti. Mi ricordo ancora quando l'avevamo comprata insieme: si vergognava a pagarla alla cassa così ci sono dovuta andare io.
Abbiamo riso per giorni di questo avvenimento e vederla improvvisamente così mi fa venire un giramento di testa.

Tossisco un po' e loro due si girano di scatto.

"Ciao Son." Le dico mentre mi avvicino sul letto per abbracciarla.

Il nostro è un legame forte, che supera di gran lunga tutti gli altri. Questo lo riesco a percepire quando sprofonda piangente nella mie braccia.

Mi sento male perché, anche se ci provo, non riesco a vederla così abbattuta.

La mia Son di solito sprizza gioia da tutti i pori, mentre questa esprime solo buio ed infelicità.

Quando ci stacchiamo mi guarda negli occhi e posso percepire, stranamente, tutto il dolore che sta provando dentro di sé in questo momento.
Riesco a capire che sta solo cadendo dentro un buco senza fine e che ha bisogno di essere salvata da qualcuno che le voglia bene.

E lei nei miei può leggere che io ci sono, comunque vada.

I miei occhi improvvisamente scattano sul ragazzo seduto vicino a lei e noto che ci sta fissando in un modo strano.

Sonia si accorge di questo mio gesto e anche lei distoglie lo sguardo.

"Lui è mio cugino Alex." Risponde con voce terribilmente tremante.

Faccio un respiro profondo per evitare di piangere davanti a lei.

Ce la puoi fare Samanta.

Concentrati.

Ed ora che gli dico? Insomma, non ci stiamo conoscendo in uno dei migliori modi.

Pensa, pensa.

"Piacere Samanta."
Vedi che riesci a fare quello vuoi quando ti impegni? Ti meriti una cheesecake a casa.

Ma che diavolo sto pensando? Io ora devo restare vicino a Sonia perché ha bisogno di me.

Intanto Alex mi stringe la mano e poi me la lascia.

"Io... Forse è meglio che vada." Risponde grattandosi la nuca.

In risposta riceve un consenso di Sonia è, in meno di un secondo, ci troviamo da sole in camera.

So benissimo cosa fare.

"Ascolta: io non ti chiederò di parlarmi di quello che è successo, ma se vuoi possiamo vedere un film su Netflix e abbuffarci come maiali di snack fino a scoppiare." Spero che questo le tiri su l'umore perché ho proprio bisogno della mia Sonia adesso.

In risposta ricevo una risatina e, dopo aver esultato mentalmente, prendo il computer e comincio a far partire il film.


"Non posso crede che sia finito così."
Annuncia piangente Sonia.

"Neanche io." Cinguetto nello stesso stato.

"Basta! Direi che è il momento di preparare le valigie e di andar a fare una visitina al produttore di questo film e fare in modo che cambi il finale." Rispondo battendo i due pugni fra di loro.

Accenna un piccolo sorriso ma, dopo neanche mezzo secondo, lo ricaccia via dalla faccia.

Sicuramente è meglio del viso rigato dalle lacrime.

Mi alzo e decido di chiamare Max per chiedergli di poter dormire da Sonia questa notte.

"Ehi." Risponde al primo squillo.

"Ciao, Max."

"Dimmi tutto pulcino." Siamo diventati tremendamente dolci io ed il mio fratellone.

"Va bene se rimango da Sonia a dormire questa notte? In questo momento ha bisogno di un supporto morale." Dico tutto d'un fiato. Spero che mi dia il consenso perché ho voglia di stare vicino alla mia migliore amica.

"Mh ok. Però domani mattina torna a casa alle 11:00 perché dobbiamo andare insieme a casa di Ace."

Per poco non mi va di traverso la saliva: sta scherzando? Io dovrei andare nella casa di quel maniaco-che-assomiglia-agli-assassini?

Perfetto, non potevo scegliere modo migliore per morire.

"Va bene." Nonostante la mia lotta inferiore decido di non protestare.

Max riattacca, dopo avermi mandato un bacio ed essere ricambiato, e ritorno in camera.

Sonia sta fissando il vuoto ed il suo sguardo è preso in chissà quali pensieri.

Non piace questo suo lato, affatto.

"Ehi vieni qui." Le dico massaggiandole la schiena.

Al mio tocco trasalisce e, anche se questo mi mette ancora più paura, decido di non farci troppo caso.

La stringo in un abbraccio e le faccio capire che io non me ne vado, che può contare su di me perché sono la sua spalla come lo è stata lei per la sottoscritta.

Le devo far entrare in testa che io sono la sua ancora di salvare perché, si, lei verrà salvata.

SPAZIO AUTRICE
Ciao a tutti. Ora sappiamo finalmente chi è questo "ragazzo misterioso". Ve lo aspettavate?
Poi avete capito che stiamo per andare a casa di Ace?
(Si parlo al plurale perché mi sento coinvolta ormai nella storia, ormai hahahahaha )
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto e per farmelo capire potete mettere una stellina o commentare.
Un bacio e al prossimo capitolo,
Sofia

Prendimi per mano- tu che sai farloWhere stories live. Discover now