12. A presto zuccherino

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"Scusami se ho cercato di metterti in salvo da quello là." Dice urlandomi contro mentre indica con il dito la porta.

"Oh scusa James, ho sbagliato io." Rispondo in tono sarcastico.

"Scusa se non ho capito il tuo gioco ma stavo cercando di farmi un amico oltre a te, Federico e Sonia. Scusa se ti ho fatto perdere la testa dalla gelosia e per questo ti sei inventato una cosa non vera. Scusa se non voglio essere trattata come un oggetto perché non mi piace appartenere alle persone." Dico tutto in una sola volta, tanto che alla fine mi ritrovo ad avere il fiatone.

Osservo James e vedo che è senza parole. Ora che ci ripenso ho usato tanta energia anche se sono malata, ma del resto sono così tanto arrabbiata con James che potrei per fino rompere un'anguria in mille pezzi.

"È solo che, quando ti mangiava con gli occhi, non ci ho più visto niente." Dice lasciandomi completamente a bocca aperta.

Cosa significa quello che ha appena detto? Che James mi vuole proteggere? Ma perché?

"James." Dico in tono amorevole. È strano che, in un secondo, tutta la rabbia che avevo addosso fosse evaporata via come se fossi al sole con cinquanta gradi.

"Si?" Mi risponde alzando lo sguardo che aveva abbassato prima per la vergogna.

"Stai tranquillo. Ho bisogno di avere nuovi amici e voglio che Ethan sia uno di questi. Con lui però avrò solo amicizia, niente di più e niente di meno."

"Va bene." Dice cercando di sorridere.

"Poi non sarai mica geloso..." Dico dandogli un pugno sulla spalla.

"Beh..." Risponde lasciando in sospeso la frase.

"James cosa vuoi dirmi?" Dico cercando di fargli buttare il rospo.

"Lascia stare." Risponde facendo segno con la mano.

Sono stanca e non sono pronta psicologicamente ad un discorso serio adesso. Decido, così, di lasciarlo stare.

"Ok." Rispondo e noto un sospiro da parte sua.

"Allora: come stai?" Mi chiede cercando di cambiare discorso.

"Mi gira la testa." Rispondo portandomi la mano sulla fronte.

"Allora riposa." Dice dandomi una carezza sulla guancia che, stranamente, mi fa formicolare il punto toccato da lui.

"Hai ragione. Ci vediamo James."

"A presto zuccherino." Dice ammiccandomi.

"E questo cosa sarebbe?" Rispondo divertita.

"Il tuo nuovo soprannome. Ti chiamerò così d'ora in poi." Parla mentre fa un cenno con la mano.

Alzo gli occhi al cielo e, quando esce dalla stanza, decido di mettermi a dormire.

Mi risveglio di soppiatto. Ho fatto un brutto sogno, uno dei tanti. In esso i miei compagni mi prendevano in giro e ridevano di me sputandomi addosso.

Una lacrima mi scende sul viso ma la ricaccio subito via: tu sei più forte di loro, penso.

Vedo che la medicina sta finendo e schiaccio il pulsante che mi aveva detto il dottore ieri sera.
Dopo pochi minuti entra nella stanza e, in meno di un secondo, ho una nuova medicina pronta per entrare nel mio corpo.

Guardo il telefono e vedo che sono le due e fra poco più di mezz'ora Sonia sarebbe arrivata.

In questo momento sarei voluta stare vicino alla mamma.

Da piccola mi piaceva quando mi diceva che sarebbe andato tutto bene, mentre mi arricciava i capelli.

Ora penso così, io.

Mio padre era un combattente ed era forte come l'acciaio. Giocavamo sempre insieme a braccio di ferro e mi faceva sempre vincere per farmi ridere alla fine e rinfacciarglielo. Diceva che ero molto più forte io e che da grande sarei stata una ragazza forte, la sua ragazza forte. Se mi vedesse ora, probabilmente, ritirerebbe tutto.
A quell'età tutto sembrava più semplice, niente problemi e sopratutto niente complicazioni. Era tutto più leggero quando, a far cascare tutto, era il girotondo che facevamo io e Max. Quando litigavamo facevamo sempre così: mi prendeva la mano e cominciavamo a cantare il girotondo.  Alla fine ci spuntava sempre un sorriso sulla faccia e cominciavamo a giocare insieme.
Quando lo facevo con papà, una volta caduta, mi prendeva in braccio e mi faceva girare. Mi sentivo libera, veramente. Chiudevo gli occhi e potevo sognare di essere l'unico aereo del mondo che volava in cielo. Volavo in mezzo alle nuvole che mi facevano sparire in un abbraccio in mezzo alla mia fantasia.
Apro gli occhi, che avevo chiuso per immaginarmi meglio i ricordi, e noto che Sonia è sulla soglia della porta.
A giudicare da come mi guarda è al settimo cielo: perché? Non posso notare che è bellissima, come sempre.
"Ciao Sam." Mi urla venendomi incontro.
"Ciao Son." Le dico abbracciandola.
"Come sta la mia ragazza preferita?" Dice sprizzando gioia da tutti i pori. Lei è sempre così: felice e spensierata, senza problemi.
"Abbastanza bene, dai. Come mai oggi siamo così felici?" Dico senza evitare di sorridere.
"Niente, sono solo uscita con Federico." Dice facendomi spalancare gli occhi.
"Coooosa?!" Dico guardandola.
"Si, non è fantastico?"
"Dimmi tutto."
Per ora decido di non dirle niente della storia di James perché voglio che si goda il momento e perché mi piace troppo vederla così.

SPAZIO AUTRICE

Ciao a tutti. Ormai state capendo come sono fatti i personaggi e, soprattutto, che la vita di Samanta sta cominciando a prendere colori.
Purtroppo, però, nel prossimo capitolo succederà una cosa inaspettata. Ma non amo gli spoiler e quindi sto zitta con l'acqua in bocca. Per scoprirlo non resta solo che voltare pagina.
Un bacio e al prossimo capitolo,
Sofia.

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