29. Penso che dovrebbero far riaprire i manicomi solo per farmici entrare

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"Buono." Cerco di pronunciare mentre finisco il pezzo enorme di panino che ho staccato dall'hamburger di James.

Non capisco perché ha pensato che questo insieme di golosità possa essere andato a male.

"Ah ok, grazie mille. Sarà sicuramente stata una mia impressione." Risponde facendo uno dei suoi sorrisi che sono in grado di farmi cedere le ginocchia in un batter d'occhio.

Lo saluto e poi, con passo deciso, torno al tavolo dove c'è Max che mi aspetta con uno sguardo preoccupato.

"Cosa voleva?" Chiede indicando con lo sguardo James.

"Niente." Dico alzando le spalle in modo tale che capisca che non mi interessa molto.

In risposta ottengo solo un suo mugugno, come se stesse pensando a quello che aveva intenzione di fare veramente James.

"Andiamo?" Dico mentre appoggio le mani sul tavolo in modo tale da darmi una spinta come se la forza che ho ora non mi bastasse. Che il mio corpo stia cercando di avvertirmi per qualcosa che accadrà in futuro?

Rido fra me e me per l'assurdo pensiero che ho formulato: veramente penso che il mio corpo mi dia dei segnali per avvertirmi sul futuro?

Penso che farebbero meglio ad aprire i manicomi solo per farmici entrare e buttate le chiavi per sempre in un pozzo.

Mentre salgo in macchina con Max penso a tutto quello che è successo oggi: dallo scherzo di James la mattina ai ricordi ricomparsi in superficie delle nonna. Sinceramente posso dire di non aver una vita noiosa.

Durante il tragitto verso casa non ci rivolgiamo una parola però l'aria non è tesa, ma stranamente rilassante: come se potessi sentirmi veramente a casa, riparata da tutti i coltelli affilati che potrebbero infliggermi.

Appena salgo in casa mi butto sul letto perché dire che sono stanca sarebbe uno dei tanti eufemismi del secolo.

Al contatto con le lenzuola il mio corpo si rilassa perché, alla sola idea di poterci sprofondare dentro, cominciano a scendermi le lacrime dalla gioia.

"Non si vede che muori dalla voglia di dormire." Sento dalla porta della mia stanza. Successivamente, dopo aver messo a fuoco la voce, capisco che è di Max e che sta ridendo di me.

"Ehi." Urla scansandosi velocemente.

"Te lo meritavi." Dico sbadigliando in mezzo alla frase. Controvoglia mi alzo e vado a prendere il cuscino, ormai steso sul pavimento, che doveva colpire in piena faccia Max per fargli capire il grave sbaglio che ha commesso nel prendermi in giro.

Magari riuscissi a tirar fuori questo artigli a scuola, ma per mia sfortuna, non ci riesco proprio.

"Buonanotte." Dice dopo avermi scrocchiato un bacio bavoso, tanto disgustoso da farmi venire i conati di vomito dopo aver tolto la saliva dalla mia guancia.

La luce rimane accesa come lo sono i miei pensieri: mamma e papà mi mancano un sacco.

Non riesco a togliermeli dalla testa ma credo sia normale. Insomma: non potrò mai più pronunciare quelle parole perché solo due persone le meritano al mondo ed adesso non ci sono più. Veder scomparire le persone fa male, altroché se fa male.

Perché bisogna scomparire? Così metà della sofferenza al mondo si azzererebbe e sarebbe più bello vivere la propria vita con le persone che si ama.

Ovviamente questo, però, è impossibile ed io sarò chiamata per sempre "orfanella". Una della cose che mi fa più arrabbiare è il fatto che io venga costantemente bullizzata perché dicono che "porto sfortuna". Siamo arrivati a questi livelli? In cui il cervello è stato definitivamente fritto nella padella? E la cosa più brutta è che io gli do ascolto.

Nonostante tutto io do ragione a coloro che, con una sola parola, possono sgretolarmi in piccolissime parti.

Comincia a venirmi male alla testa così decido di spegnere la luce e sparire tra le soffici coperte.

Se solo fossi a conoscenza dell'uragano che sarebbe arrivato domani a devastare il mio mondo e ridurlo in poltiglia.

SPAZIO AUTRICE

Ciao a tutti. Piano piano stiamo arrivando al fatidico momento: quello che cambierà tutta la storia. Ma, come sempre, io non so niente.
Vi ricordo di lasciare una stellina o un commento per farmi capire che devo continuare a scrivere la storia.
Un bacio e al prossimo capitolo,
Sofia

Prendimi per mano- tu che sai farloWhere stories live. Discover now