-Ma sono solo le quattro!- continuò sconcertata.

La osservai con sguardo truce:- Lo so e visto che, al contrario tuo, io sono obbligato a restare qui dentro fino alle sei, non farmelo ripetere.- E in men che non si dica la osservai raccogliere le sue cose, mentre mi sedevo alla mia scrivania per lavorare da solo nella sala medici.

-Alessandro...-

La sua voce mi richiamò ancora, costringendomi ad alzare lo sguardo verso la porta. Era strano sentire pronunciare il mio nome per intero, ma lei forse per timidezza o forse perchè non eravamo propriamente amici, non aveva mai sussurrato il mio diminutivo.

-...non era una scusa per finire prima, davvero credo che ti meriteresti una serata senza pensieri...-

Per un attimo rimasi sorpreso, perchè tra le sue parole mi sembrò quasi di percepire una sincera preoccupazione per me, ma provai a non darci peso e ripresi a scrivere con uno strano sorriso sul volto: -Lo so, vai.-

Il rumore della porta che si chiudeva, fu come il suono d'inizio di un concerto di pensieri, che stranamente giravano tutti attorno a Sara. Davvero una strana serie di coincidenze sembrava continuare a coinvolgerci: il mio lavoro da fattorino, il suo tirocinio di neurologia, la sua tesi congiunta tra i due dipartimenti, addirittura il congresso del Prof. Vernavola. Sembrava tutta una sorta di congiura, e mi sentivo come se mi avessero in qualche modo incastrato.

Ero così assorto da quelle riflessioni che quasi non mi accorsi della comparsa di Stefano:-Giornata infinita, vero?-

La sua voce mi risvegliò improvvisamente e senza voltarmi mormorai: -Già.-

- Ho visto "occhi di ghiaccio" andare via, come mai oggi non la tormenti fino a tardi?- scherzò divertito, sedendosi sulla sedia girevole accanto alla mia scrivania.

-Dopo un po' è seccante averla attorno...- mormorai distrattamente, più per tagliare il discorso che per rispondere effettivamente alla sua domanda.

-Per come le stavano sul culo quei jeans oggi, avrei sopportato anche una radio...- commentò il mio collega divertito. Io non riuscii a trattenermi dal ridere e forse fu quello a incentivarlo a continuare:- ...e tu fai poco il santo, lo vedo come miri ai bottoni delle sue camicette...-

-Non so di cosa parli! - mentii divertito.

- A quali camicette miri Ste?- la voce di Samantha che entrava in sala medici con tre caffè bollenti ci riscosse dalle risate.

-A quelle con dentro le tette di...- provò a spiegare il mio amico, ma senza lasciarlo finire, gli mollai una leggere gomitata e risposi:- A nessuna in particolare. -

Samantha ci guardò dubbiosa e poi commentò perfida porgendoci i nostri bicchierini fumanti: -Tenetevi pure i vostri segreti, li scoprirò comunque...-

-Tesoro non hai bisogno di scoprirli, io per te sono un libro aperto, chiedi e ti sarà dato.- fece divertito Stefano.

-Non ho bisogno di chiedere, dopo sei mesi passati a lavorare con voi, so benissimo che i jeans di "occhi di ghiaccio" vi sono piaciuti. La prossima volta che si dimentica il camice gliene presto uno io!- fece lei acidamente.

-Non dirmi che sei gelosa?- continuò il ragazzo con pizzetto - Lo sai che preferisco te!-

-Che fortuna!- fece lei sarcastica e poi, girando lo zucchero, continuò: -Tornando a discorsi più interessanti, Ale stiamo fissando la data per un aperitivo tutti insieme settimana prossima...so che avevi detto di essere impegnato ma...-

Le parole mi uscirono meccanicamente dalla bocca, senza poterle fermare: -Ci sono.-

Quella risposta dovette sconvolgerla:- Davvero?-

-Davvero.- ribadii forse più a me stesso e sorridendo aggiunsi: - Ho bisogno di una serata senza pensieri.-

E mentre lei esclamava e gioiva entusiasta, mi ritrovai a pensare a come le parole di Sara mi avessero influenzato. Era davvero possibile? O forse avevo davvero solo bisogno di passare una serata senza problemi?

La voce di Samantha richiamò la mia attenzione: -Hai qualche giorno che preferisci? Visto il tuo doppio lavoro...-

Io sorrisi di quella gentilezza: - Il giovedì prima del congresso sarebbe meglio.-

-Massì è perfetto! Facciamo nottata e ci presentiamo all'hotel direttamente la mattina dopo!- fece elettrizzato Stefano.

-Si potrebbe fare...- commentò la ragazza ed aggiunse: - Lo dico agli altri, ma credo che se riserviamo dei buoni posti per dormire in sala al Congresso sia fatta!-

-Perfetto, quelli li chiedi tu alla segretaria del professore vero?- la pregò Stefano, tentando di assumere un'espressione supplichevole.

Samantha alzò gli occhi al cielo ed alzandosi si diresse verso la porta per andare a presumibilmente a sistemare la questione dei posti. Fu in quell'istante che mi venne in mente una cosa da chiederle: - Sam potresti fare un favore anche a me?-

Un sorriso incoraggiante mi attese sulla porta:- Quello che vuoi Ale.-

-Prenoteresti un posto anche per "occhi di ghiaccio" ? Vernavola vuole ci sia anche lei.-

E mentre parlavo riconobbi che forse "incastrato" era proprio la parola giusta.

E mentre parlavo riconobbi che forse "incastrato" era proprio la parola giusta

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