7 - Prenotare una TAC

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Le ore passate in reparto davano in genere un po' di respiro dai libri agli studenti di medicina. Erano come fresche pause tra uno schema e l'altro, ma in quelle prime settimane, per me e Tommaso, divennero l'inferno.

Il nostro calvario cominciava la mattina quando arrivavamo, poichè dovevamo riuscire ad interpretare il volere del nostro Tutor che, a seconda dell'umore, ci faceva rianalizzare le terapie dei suoi pazienti o di tutti quelli ricoverati sul piano. Potevamo godere di una breve pausa durante il giro visite insieme al professore, ma poi la tirannia ricominciava con una serie di compiti e consegne, senza la possibilità di parlare o chiedere spiegazioni. Il "prenota una TAC per il signore della duecentouno" diventava una corsa contro il tempo coi centralini telefonici e i tecnici radiologi dell'ospedale, poiché immancabilmente dopo cinque minuti il suo disappunto poiché non eravamo ancora riusciti ad ottenere una prenotazione si riversava su di noi come un fiume.

Mi sentivo tremendamente in colpa, soprattutto nei confronti del mio compagno di studi, perché sapevo che tutto quell'odio che ci stavamo spartendo era destinato solo a me. Avevo provato a rivolgergli la parola un paio di volte, tentando di essere il più gentile possibile:- Dottore, riguardo l'altra sera io volevo scusarmi per...-

Ma la sua risposta glaciale era stata:- Se quello che stai per dirmi non sono la data e l'orario di quella cazzo di Tomografia Assiale Computerizzata, a qualcuno toccherà andare a piedi sotto la neve fino al padiglione di radiologia e restarci fin quando il paziente non l'avrà fatta.-

Spaventata avevo lasciato perdere ed ero corsa a ricontattare il centralino, pregandoli disperata per una data il prima possibile.

Se come persona il suo comportamento era davvero discutibile, come medico il Portapizza era davvero impeccabile. Era molto preparato, attento e disponibile. Passava ore a spiegare ai suoi pazienti le procedure chirurgiche che avrebbero effettuato in sala operatoria, illustrando i rischi e rassicurandoli nei loro dubbi. Non era insolito vedere qualche coraggioso parente avvicinarsi alla sala medici con in mano una torta o un pacchetto per lui, ed ero stata costretta a notare che la maggior parte dei suoi ammiratori fosse donna.

D'altra parte, come diceva Samantha "Chi poteva resistere a quegli occhi in tinta con la tutina da chirurgo?".

Tommaso, che quegli occhi li temeva come la peste, mi aveva confessato sottovoce:- Tutti quelli che come noi lo sentono sbraitare come un mastino otto ore al giorno.-

Non ero riuscita a trattenere le risate.

Anche come Tutor, tralasciando i modi burberi, era in qualche modo istruttivo anche se decisamente pignolo. Quando eseguiva un esame o una visita, spiegava ad alta voce per noi e per i pazienti, e quando era in luna buona, ci faceva anche esercitare.

Come una mattina che, grazie alla collaborazione di un paziente anziano molto simpatico, ci mostrò per la prima volta come effettuare un esame neurologico completo fatto di esercizi, prove fisiche e martelletti. Alla conclusione della lezione il vecchietto, forse addirittura emozionato da tutte quelle attenzioni, propose arzillo:- Beh dottore, ora farà provare anche a questa studentessa e al suo collega quello che ha insegnato.-

Il Portapizza sorrise al paziente e poi facendo scorrere uno sguardo malefico sulla sottoscritta ordinò:- Comincia tu.-

E così, deglutendo per l'ansia, presi a ripetere a memoria gli ordini e gli esercizi che dovevo far fare al disponibile vecchietto per inquadrare il suo sistema nervoso. Dopo una serie di "guardi qui", "strizzi gli occhi", "tiri fuori la lingua" eccetera, fu la volta del fatidico martelletto. Il mio carnefice mi tese il suo con fare professionale, mentre studiava il mio approccio.

Evocare i riflessi come aveva fatto l'arrogante Portapizza non fu affatto semplice, bisognava colpire con leggerezza un punto preciso del tendine del muscolo che volevamo indagare, ed era complicato trovarlo. Dopo un paio di tentativi e una risata poco incoraggiante dell'anziano signore, sentii la presenza del mio Tutor chinarsi su di me e prendere la mia mano.

Lo guardai sentendo il calore della sua pelle fondersi con la mia e, avvertendo il suo profumo sulle mie spalle, sentii il mio respiro accelerare.

-Devi tenerlo più saldamente...-mormorò sicuro, stringendo le mie dita per aumentare la presa su quel minuscolo martelletto –E colpire precisamente il tendine...così.-

Con il suo aiuto il riflesso muscolare comparve magicamente ed io, per un attimo distratta dalla sua vicinanza, sorrisi entusiasta di quel risultato.

I suoi occhi verdi incontrarono i miei e come se il mio sguardo lo avesse scottato, ritrasse nervoso la mano, rialzandosi e ponendosi dall'altro lato del letto insieme al mio compagno di studi.

- Ora riprova da sola.- fece imperativo, incrociando le braccia sul petto.

Io mi chinai nuovamente sul braccio del paziente e quando dopo due tentativi ci riuscii da sola, guardai esultante Tommaso e Alessandro di fronte a me. Il primo sorridente si rivolse al paziente per chiedergli se potesse provare anche lui, il secondo invece, sembrava non aver notato alcun risultato, poiché distratto da qualcosa che avevo sulla camicetta, o forse nella camicetta.

Imbarazzata mi voltai verso l'arzillo signore della duecentotre ringraziandolo e lui, per tutta risposta, azzardò euforico:-Si figuri, una bella dottoressa come lei potrebbe "martellarmi" tutto il giorno.-

Le mie guance andarono a fuoco, non so se per quel commento o per lo sguardo del Portapizza, fatto sta che lasciai il martelletto a Tommaso, che posizionandosi sull'altro braccio riprovò anche lui ad evidenziare il riflesso.

Ero concentrata sul suo movimento quando sentii la causa del mio respiro accelerato mormorare:-Ho trovato il foglietto con la data della TAC...-

Entrambi ci voltammo verso il nostro carnefice preoccupati, ma il suo viso si rilassò in un sorriso malizioso: – Per essere riusciti ad averla così presto uno di voi due deve essersi presentato lì davvero in mutande.-

La verità è che ci sono riflessi incondizionati e chi studia Medicina lo sa bene, solo che a me era chiaro mancasse qualche feedback negativo nel regolarli, perché sarcasticamente mormorai:- Ci siamo andati avvolti in un asciugamano.-


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