48 - (Sara) Qualcosa era andato storto

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Dal divano ancora aperto osservai ancora assonnata l'orologio del lettore del DVD che segnava le sei del pomeriggio. Chiusi gli occhi e provando a stiracchiarmi realizzai di avere ancora addosso Alessandro mezzo adagiato sul mio corpo che sonnecchiava. Qualcosa nei miei piani era andato storto.

Sospirai preoccupata e facendolo aprii gli occhi provando a far luce su quel salotto, su quei piatti da lavare, sulla maglietta decisamente non mia che indossavo, sui miei vestiti a terra, su quel Natale assurdo. Come se la scatola di preservativi che avevamo rubato dal comodino di Elisa non fosse una prova abbastanza rilevante, le membra intorpidite, le labbra gonfie e il lieve bruciore tra le gambe erano lì per ricordarmi che avevamo decisamente esagerato. E la cosa peggiore era che lo sfarfallio nel petto non era ancora scomparso, quindi qualcosa era decisamente andato storto.

Il suo viso addormentato era adagiato sul mio seno, un suo braccio mi cingeva la vita e le sue gambe erano intrecciate tra le mie. Era qui, non gli avevo ancora chiesto di andarsene e la cosa iniziava a preoccuparmi. Certo avevo avuto ottimi motivi per farlo restare: il primo era stato quello che mi aveva fatto quella mattina sul tavolo, il secondo la sua voglia di ripetere gli eventi di quella notte da sobri, esperienza che si era rivelata decisamente sopra le righe.

Chiusi gli occhi ripensando a come aveva letteralmente mantenuto la parola: "Questa volta verrai prima tu." E così era stato, incredibilmente.

Non era solo il sesso che mi aveva convinto però, perché poco prima di pranzo, aggirandosi affamato per il bilocale aveva trovato in freezer il polpettone con le patate che Elisa aveva tenuto da parte e, mentre sonnecchiavo esausta da quel godimento, l'aveva prontamente cucinato. Mi sfuggì un sorriso ripensando alla nostra conversazione di qualche ora prima.

- Com'è che ora non ti infastidisce se ti guardo e mangio in silenzio?-

-Forse perché ora so su quali pensieri sconci si focalizza la tua corteccia...-

- Fidati che ne conosci solo una minima parte...-

Ora però distesa sul letto riconobbi che c'era qualcosa che non andava. Il tepore del suo viso sul mio petto non mi dispiaceva e nemmeno il martellare costante del mio cuore, forse iniziavo ad abituarmici, forse non era così grave che si fosse fermato fino a pranzo, forse stavo perdendo il controllo e ne avevo paura.

-Sei sveglia?- la sua voce assonnata mi riscosse dai miei pensieri.

-Sì...tutto bene?- chiesi sorridendo.

Lui sorrise e dopo un secondo ci tenne a precisare:- Sì, anche se credo di aver bisogno di un bravo cardiologo dopo oggi.-

Una risata mi riscosse il petto e lui si scostò da me incredulo: -Tre volte non mi era mai capitato...- fece una pausa e aggiunse:- Che ore sono?-

-Le sei.-

-Le sei?! Ma quanto ho dormito? –

- Forse quel cardiologo ti serve davvero...dopotutto io sono una ragazzina, tu invece...-

Un ghignò comparve sul suo volto mentre le sue mani presero a scorrere sui miei fianchi pronte a farmi pentire di quell'irriverenza: -Che stai insinuando? Che sarei vecchio?-

Presi a ridere provando a divincolarmi dalla sua presa e nel farlo premetti inavvertitamente il telecomando della televisione che si accese mostrando le ultime scene di "Mulan", un cartone animato.

Alessandro venne distratto da quelle immagini e si tirò poco più su del mio viso, osservando con curiosità lo schermo in sottofondo: - Vero che danno i cartoni a Natale...peccato sia già passata la canzone che mi piace...-

Primum non nocereWhere stories live. Discover now