8 - I Nervi cranici

2K 149 11
                                    

-Cazzo sono impossibili!- si lamentò Elisa intenta a studiare i nervi cranici – Ma dico il signore non poteva sistemarli un po' meglio? Dodici paia che fanno dodici cose diverse e che si incrociano come bisce? Perché?!-

Se non fossero state le nove di sera e non avessi passato l'intera giornata a riscrivere gli esami dello stronzo Portapizza probabilmente avrei riso, ma in quel momento ero così preoccupata che l'indomani potesse interrogarmi sul decorso del nervo trigemino che continuavo a rileggere e guardare gli schemi anatomici ossessionata.

Sebbene fossero passate due settimane dall'inizio del tirocinio, la rappresaglia di quel sadico non era ancora finita. Quella mattina Tommaso aveva confuso le due branche anatomiche del nervo facciale e ancora non era uscito dall'ospedale per il carico di lavoro con cui era stato "punito".

-Eli concentrati dai, ogni anno si laureano in mille medici, quindi vuol dire che riescono a passare l'esame di neurologia no?- provai a rincuorarla, allontanando il pensiero del povero Tommy.

-Certo ma quanti di questi mantengono la sanità mentale?!- ribattè lei preoccupata.

Io sorrisi pensando al Portapizza e al suo sguardo diabolico: lui certamente no.

Eravamo sedute al tavolo in cucina e dopo tutte quelle ore di studio non avevamo ancora mangiato. Sentii lo stomaco della mia coinquilina brontolare e la vidi osservare la catasta di piatti da lavare nel lavandino. Era inutile, durante la sessione esami quel lavello, il tappeto della cucina, lo specchio del bagno e il pavimento dell'intera casa raggiungevano un livello di trasandatezza tale da contattare l'ufficio Igiene. Una volta addirittura Leo, preoccupato per la nostra salute, si era offerto di passare la scopa e pulire i piatti pur di aiutarci, ma purtroppo per noi quella sera lavorava come maschera a teatro e non sarebbe venuto a salvarci.

-Ho fame, ordiniamo due pizze!- propose gioiosa Elisa.

-No!- mi ritrovai a gridare preoccupata.

Lo sguardo preoccupato della mia migliore amica mi trapassò.- Perché?- chiese come se quella risposta fosse un tradimento:- Tu adori la pizza! La mangeresti sempre!-

-Questa sera non mi va!- borbottai imbarazzata dal dover spiegare la questione, dal dover ammettere di essermi comportata da stronza col quello che si era rivelato il mio Tutor di neurologia.

-Ti senti male?- chiese preoccupata.

-No io...- sospirai arrendendomi.

Per quanto avrei potuto tenerle nascosti quei fatti? E soprattutto quante volte ancora avrebbe proposto la pizza? Così rassegnata confessai:- Ti ricordi il fattorino che ce l'ha portata l'altra sera?-

-Quello carino che si è goduto le tue gambe in asciugamano?- fece lei maliziosa.

Io mi battei una mano sulla fronte pensando alle mie dannatissime gambe e alla sua stupida memoria anatomica, e infine dichiarai:- E' il mio tutor di neurologia.-

La risata della mia amica fu esilarante con tanto di lacrime e tosse per contorno, ma man mano che continuavo a spiegarle cos'era accaduto fuori dal locale, il progetto della tesi combinata e come procedevano le cose in reparto la sua espressione mutò radicalmente fino al terrore.

-Ce l'ha a morte con me.- conclusi infine.

-Beh sei stata un po' stronza...- osservò lei prendendo ad ordinare, forse per l'ansia, i suoi evidenziatori sul tavolo.

Io sospirai affranta: -Lo so, è che non ci fa parlare, non mi ha dato la possibilità di scusarmi! L'ultima volta che ho provato a sillabare delle scuse mi ha minacciato di spedirmi al dipartimento di radiologia!-

Prendendo a temperare le sue matite indaffarate diede voce ai suoi pensieri:- Ci credo che non ti vuol lasciar parlare, forse teme che tu ribadisca il concetto...-

Presi un fazzoletto per lo sbriciolio di grafite che si stava disperdendo sul nostro tavolo e chiesi confusa: -Che concetto?-

Solo allora lei mi guardò con ovvietà, distraendosi un secondo da quella mina affilata: -Che non sei interessata a lui.-

Io sgranai gli occhi, non capendo cosa c'entrasse il mio interesse o meno per lui.

- Andiamo!- esordì lei come se la soluzione fosse lampante:- Era ovvio che volesse provarci fuori dal locale e tu lo hai gelato dicendo che non ti interessava. Da come mi hai detto quando ti ha visto ti ha ripetuto praticamente le tue stesse parole, probabilmente c'è rimasto male! L'avrai ferito nell'orgoglio rifiutandolo...- E tornando alle sue matite constatò: - Probabilmente il "quasi" neurochirurgo non si sente spesso dire di no.-

Io riflettei su quell'assurda teoria, possibile si fosse offeso del mio rifiuto? Mi portai le mani alla testa affranta, poiché quell'idea non mi aveva mai sfiorato. Quella dannata sera avrei rifiutato anche uno degli Hemsworth tanto non ero in vena.

Lasciai andare la testa senza forze sul nostro tavolo, e sconfitta conclusi:- Non mi ammetterà mai all'esame.-

Elisa annuì convinta: -Già, probabilmente dovrai aspettare che finisca il semestre e poi quando arriverà l'altro specializzando forse allora avrai una chance.-

-Sempre che stia lì solo un semestre!- feci ormai sconfortata -Questa mattina l'ho sentito parlare con l'altro specializzando, lui è lì per raccogliere i dati per la tesi di specialità e fin'ora non ha fatto molto...potrebbe volerci molto di più!-

Fu allora che la mente arguta della mia amica si mise all'opera:- Forse non è tutto perduto...entrambi avete bisogno delle cartelle cliniche di quel reparto giusto?-

-Sì, ma sono dati differenti a me interessa la parte oncologica e lui quella chirurgica.- spiegai disperata strofinando la guancia sulla nostra tovaglia di plastica coi girasoli.

-Sì ma tu per estrapolare la parte oncologica le devi leggere comunque tutte, potresti aiutarlo notevolmente rilevando i pazienti che hanno effettuato interventi.-

Alzai di poco lo sguardo dal tavolo, troppo stanca per arrivare alla soluzione:- Che cosa mi stai proponendo?-

-Una tregua!- rispose lei esaltata – Lo prendi da parte e gli dici che per il prof. Lodi tu stai raccogliendo i dati di quelle cartelle e che potresti con poco sforzo in più segnarti anche quelli chirurgici suoi.-

-Cioè dovrei fargli il lavoro?- chiesi non vedendo il mio profitto.

-Se lui la smetterà di fare lo stronzo, quando ti convaliderà il tirocinio tu gli darai i suoi dati. Direi che è più che ragionevole.- concluse lei soddisfatta.

Una tenue speranza si era accesa nei miei pensieri, subito smorzata al ricordo dei suoi trucidanti occhi verdi:- Tu non hai idea, quello mi odia.-

-Se fa due lavori per andare avanti credo che sia il primo a voler finire in fretta la specialità e senza i dati per la sua tesi non può finirla. Io credo accetterà.- ragionò lei soddisfatta, riponendo le sue matite colorate nell'astuccio.

Rialzai la testa dal tavolo, riuscendo a distogliere lo sguardo da quei maledetti nervi cranici:- Forse hai ragione...-

Lei sorrise e con i suoi immensi occhioni parlò un'ultima volta:-Bene! E visto che non possiamo mangiare pizza per colpa tua, vai tu a comprare cinese?-


Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.
Primum non nocereDove le storie prendono vita. Scoprilo ora