32 - Non c'è

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L'inizio di una relazione è la parte che preferisco: come si incontreranno? Cosa andrà storto? Come si corteggeranno? Chi farà il primo passo? Restavo ore a leggere libri con la mia piccola lucina in camera, solo per il gusto di scoprire quando sarebbe stato il primo sguardo complice o chi avrebbe rubato il primo bacio. Non ero una di quelle ragazze che credeva che la prima mossa spetti all'uomo, ero convinta che la felicità fosse il premio di chi si lanciava senza paracadute. Forse per quello i protagonisti che amavo di più erano quelli più intraprendenti, quelli che non si facevano abbattere dalle avversità, quelli che non lasciavano spazio al caso o al destino, quelli che prendevano in mano la loro vita e sceglievano di viverla, prima di tutto.

E quella sera, dopo otto ore di studio disperato riguardante le più angoscianti malattie, realizzai che nell'ultimo periodo della mia vita avevo vissuto decisamente poco. Non mi ero lasciata distrarre da nulla, così presa dagli esami e forse anche per quello i risultati accademici erano stati notevoli. Ciò nonostante quei traguardi non erano abbastanza per sopire il senso di noia e solitudine che provavo in quella serata.  Quella dannata vigilia avrei potuto essere a casa coi miei, magari piangendo insieme a loro al ricordo di come Simone si avventava sugli zuccherini sopra il panettone. Avrei potuto essere con Elisa, Ed ed altri amici, pronta a bere una cioccolata calda tra i portici con le luci di Natale cantando canzoncine stupide a squarciagola. Avrei potuto essere con Nicola e la sua nuova fidanzata, anzi avrei potuto essere al posto di Gloria se gli avessi dato una possibilità qualche anno prima.

Uscii dalla doccia ed avvolta in un asciugamano guardai il riflesso dei miei occhi azzurri nello specchio: nulla nella mia vita era andato come previsto. Avevo scelto di chiudermi dopo la morte di mio fratello, di concentrarmi su me stessa, di studiare escludendo tutto il resto dalla mia vita e forse sarebbe andata anche bene fino alla laurea se quel Portapizza non mi avesse baciato in quell'archivio. Se lui non mi avesse fatto sentire così viva, se lui non mi avesse travolto con certe sensazioni sarebbe andato tutto bene.

Ed invece stavo per stravolgere tutto.

Non so se fu a causa delle otto ore passate a studiare neurologia che mi avevano definitivamente fatto impazzire, non so se erano state le sue parole prima che quelle porte si chiudessero o forse il ricordo delle sue mani che si stringevano al mio corpo, non so nemmeno se fosse stato il fatto di aver fissato per un'intera notte ed un intero giorno quel dannato cartoncino giallo, fatto sta che in un raptus, quella sera, composi il numero della Pizzeria Da Luigi.

Nei pochi secondi in cui sentii il suono della chiamata la mia mente ipotizzò ogni possibile conseguenza di quel gesto.

Tuuu*

Avrebbe capito che non era solo la ricerca per la tesi il motivo per cui facevo tardi ogni giorno in reparto, ed ero certa che avrebbe sfruttato in ogni modo questa sua nuova consapevolezza.

Tuuu

Sarebbe venuto a casa mia, forse quella sera stessa e probabilmente saremmo finiti a letto insieme a giudicare da come ci eravamo tolti i vestiti l'ultima volta. L'avrei fermato o sarei andata fin in fondo?

Tuuu

Il normale corso delle cose era: "ci si incontra, ci si piace e si va a letto". Non sarebbe successo nulla di più e tolto quello sfizio, quell'insensata attrazione, saremmo andati avanti ognuno per la propria strada.

Tuuu

Certo la nostra strada prevedeva di incontrarci ancora tutti i giorni per un paio di mesi, ma eravamo perfettamente in grado di comportarci da adulti.

Tuuu

E se avesse avuto ragione? Se non fossimo stati altro che una ragazzina immatura e  un Borderline irascibile? Davvero stavo rischiando di perdere ogni possibilità di superare il tirocinio per uno sfizio? Per una notte?

Primum non nocereDove le storie prendono vita. Scoprilo ora