52 - (Sara) Wonderwall

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La cover band suonava gli Oasis e io con un bicchiere di birra in mano, ascoltavo muovendomi a tempo vicino agli amici di Nicola e alla sua ragazza Gloria.

Elisa aveva ragione, non sarebbe servita a nulla un'uscita fuori, perchè ad ogni tipo che si era avvicinato mi ero ritratta come infastidita. Avevo messo l'abito con cui avevo chiamato Luigi per la Pizza, quello che lui non aveva nemmeno visto, quello che mi faceva sentire carina. E invece lì in mezzo a quella gente desideravo solo indossare quella dannata maglietta giapponese e allontanarmi dalle attenzioni degli sconosciuti.

"Today is gonna be the day that they're gonna throw it back to you"

Le parole del cantante mi distrassero un secondo dai miei pensieri, adoravo quella canzone, ma in quel momento l'unica cosa che desideravo era tornarmene a casa.

- Gloria! Dillo tu a Nicola...dopo questa vado, sono un po' stanca!- feci alzando la voce per farmi sentire. Lei annuì divertita, continuando a cantare a squarciagola.

Io portai il bicchiere alla bocca, per bere l'ultimo sorso incantata dalla chitarra e dalla voce dell'artista, e presi il telefono in mano per chiamare un taxi.

"I don't believe that anybody feels the way I do about you now"

In quell'istante sentii una mano posarsi sulla mia spalla e mi voltai sulla destra confusa, ritrovandomi davanti Alessandro.

- Ciao.- sorrise lui sorpreso.

Anche se la sua voce a malapena si sentiva, il mio muscolo cardiaco accelerò improvvisamente nel vederlo. - Ciao...che ci fai qui?- chiesi sconvolta da quella coincidenza.

La sua bocca si mosse, ma io non percepii alcun suono, perciò lui sorridente si avvicinò per parlare a pochi centimetri dal mio orecchio:- Il chitarrista è un mio amico, gli avevo promesso che sarei venuto a sentirlo.- 

Le sue labbra vicino alla mia pelle mi fecero rabbrividire e lui dovette accorgersene:- Stai bene?-

Boccheggiai un secondo, temendo mi arrivasse un attacco d'asma e poi dichiarai annuendo:- Sì, sì tutto bene...-

Lo vidi avvicinarsi nuovamente al mio orecchio e sentii distintamente quella vicinanza mandare nel caos le mie terminazioni nervose.

-Posso offrirti qualcosa da bere? Un Moscow Mule?- domandò lui con i suoi occhi verdi che brillavano sorridenti.

Io ero troppo stupita ed in balia del suo profumo per ribattere, ma lui non badò a quello. I tizzoni smeraldini mi squadrarono da capo a piedi nel mio tubino nero, concentrati su chissà quali pensieri prima di riavvicinarsi e sussurrare:- Della sambuca?-

Persi un battito, non so se per l'eccitazione o la paura di ripetere gli stessi errori con la sambuca in corpo. Sollevai le mani mostrando il telefono ed il bicchiere vuoto a dimostrazione di quello che stavo dicendo:- Sono a posto grazie.-

"There are many things that I would like to say to you, but I don't know how"

Nell'istante in cui partì il ritornello tutti i presenti iniziarono a muovere le braccia a tempo con la luce dei cellulari in mano ed io venni spinta addosso al Portapizza, che per reggermi si rovesciò parzialmente addosso il suo bicchiere di birra. 

- Scusami, non volevo venirti addosso!- balbettai a disagio. 

Lui guardò la macchia allargarsi e poi si avvicinò al mio orecchio:- Tranquilla, non mi dispiace affatto. -

Per un attimo credetti di essermelo sognato e lo guardai con occhi sgranati, ma quel suo sguardo malizioso sembrava non abbandonarlo. L'aveva veramente interpretato come un doppio senso? Davvero stava pensando a quando ero venuta sopra di lui?

Arrossii all'istante e lui forse accorgendosene afferrò il mio bicchiere ed il suo ormai vuoto e lì allungò con le braccia al bancone, gremito di gente. Quando il suo sguardo fu nuovamente su di me, ormai troppo imbarazzata dichiarai:- In realtà non sto tanto bene...stavo per tornare a casa...-

-Ti accompagno in macchina se vuoi, tanto questa è l'ultima decente che fanno.- fece lui, prendendomi per mano e facendosi strada tra la folla che lo lasciò passare.

"I said maybe, you're gonna be the one that saves me and after all, you're my wonderwall"

Non so se perchè incantata dalle coincidenze della musica o perchè effettivamente mi riusciva difficile contraddirlo, fatto sta che lo seguii in fondo al locale in silenzio. Recuperammo i cappotti al guardaroba e ci ritrovammo fuori al freddo con i nostri respiri che creavano nuvole di vapore.

-Ho la macchina parcheggiata più avanti se vuoi.- fece lui d'un tratto ed io lo seguii silenziosamente in imbarazzo.

-Si gela stanotte.- mormorai come se parlare del tempo mi avrebbe aiutato a calmare la tempesta che avevo dentro.

Lui si guardò nervosamente il maglione e commentò camminando al mio fianco:- Non so se è il freddo o la birra.-

-Scusami, mi spiace tantissimo.- mi scusai ancora e forse perchè il mio cervello in cerca di argomenti di conversazione associò il tema vestiario a quella frase mormorai senza pensare:- Ti ho lavato la maglietta.-

Lui mi guardò un secondo, poi continuò a camminare con le mani nelle tasche, forse imbarazzato: - Ah grazie.-

Ormai a ruota libera e dandomi della sciocca proseguii:-  Non sapevo come dartela perchè non volevo portarla in reparto....e non sapevo se potevo lasciarla da Luigi.-

- Potevi scrivermi.- mi rispose lui semplicemente.

- Non ho il tuo...- feci per ribattere

Non mi diede il tempo di finire che afferrò il mio telefono dalle mani e prendendo a digitare dopo qualche istante me lo mostrò salvato sul mio schermo.

-"Ale Pizza?"- Feci divertita da come si era soprannominato.

- Così se ti viene voglia di pizza, magari mi chiami...- scherzò lui divertito fermandosi davanti alla sua Alfa 147.

Io mi morsi le labbra arrossendo, certa che in questo momento il doppio senso non fosse casuale. Possibile che volesse davvero ripetere quello che era accaduto a Natale? Al solo pensarci sentii un calore pervadermi e vedendolo aprirmi la porta della macchina entrai ringraziandolo, felice di mettere un po' di distanza tra noi, tra le mie cosce e il suo profumo.

Ero confusa e sentivo che la mia ragione faticava a coordinare tutte quelle sensazioni che la sua vicinanza mi provocava. Cosa volevo da lui? Sospirai sentendo nella mente le parole della canzone riecheggiare.

"I said maybe, you're gonna be the one that saves me and after all, you're my wonderwall"


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Primum non nocereWhere stories live. Discover now