Akuma

219 15 9
                                    

Prima pubblicazione 9 Novembre 2019

"Marinette? Tesoro, va tutto bene?" dalla botola chiusa della camera di Marinette arriva la voce della mamma, Sabine "Si mamma" risponde lei, facendo cenno a Tikki di nascondersi "Tutto a posto!" Marinette finisce di asciugarsi il viso, poi va alla botola e ne apre uno spiraglio. "Ti ho vista salire quasi di corsa, sicura che sia tutto a posto? Sai dopo l'altroieri io e tuo padre siamo un po' ... insomma preoccupati." spiega Sabine alla figlia, che spalanca completamente la botola per farla salire dalla scaletta "No, mamma, davvero, non dovete preoccuparvi, sto bene. E'... è passato. Abbiamo avuto una settimana impegnativa e.. no, davvero, non preoccuparti. Sai che ti direi se ci fosse qualcosa che non va!" "Meno male" conclude Sabine "e tu sai che puoi sempre contare su di noi" "lo so, mamma, lo so" dice Marinette, dando un bacino alla madre "ah senti, dovrebbe venire Alya più tardi, dille pure di salire.. e credo verrà anche" una pausa, Marinette si guarda le scarpe "A-Adrien a portarmi gli appunti di scuola". Sabine guarda la figlia "oh che carino a venire portarti gli appunti, è proprio un bravo ragazzo, suo padre dovrebbe lasciarlo più libero." Marinette arrossisce "g-già..." conclude, impacciata, chiudendo la botola dopo che la mamma è scesa.

Improvvisamente dalla strada arrivano rumori di frenata e grida di aiuto. Marinette si fionda sulla scaletta del soppalco, apre la botola per il terrazzo e si affaccia dalla ringhiera. Sul lato opposto della Senna c'è una scena decisamente insolita: tutte le auto parcheggiate lungo il fiume, così come quelle sulla strada, si stanno lentamente sciogliendo come un gelato al sole lasciando i loro occupanti, comprensibilmente terrorizzati, invischiati come nel miele, sempre meno denso man mano che l'auto si dissolve.

"Ecco, mi pareva strano" commenta Marinette ad alta voce, proprio mentre il suo cellulare squilla "Si?" risponde lei "Mari! Sono Alya.. ti dispiace se ci vediamo più tardi? Stavolta non mi voglio proprio perdere Ladybug!" "Si Alya, non c'è problema" "Davvero non ti dispiace?" la rossa all'altro capo del filo aveva il fiatone "no, tranquilla, tanto Adrien non si è ancora vist... aspetta! mi sta chiamandoproprioadessoddiocosafaccio?" annaspa Marinette "Rispondigli! E res-pi-ra!" conclude Alya, scandendo le ultime sillabe "Devo andare! A dopo!" e chiude la chiamata.

Marinette risponde all'altra chiamata, trovandosi di fronte un Adrien dispiaciuto "Ciao, Marinette... senti... per oggi... mio padre non mi lascia uscire. Fa lo stesso se gli appunti te li do' domattina a scuola?" "ah eh no certo che la scuola me la puoi dare agli appunt.... "la ragazza riprende fiato "ehm sì cioè certo che gli appunti me li puoi dare domani a scuola! Sei belliss.. ehm gentilissimo A-adrien". L'imbarazzo dell'amica strappa un sorriso al biondo "allora a domani. Sogni d'oro, Marinette" e termina la chiamata. La destinataria della chiamata rimane imbambolata a fissare il telefono "Marinette?" la voce di Tikki la riporta alla realtà "Sai che dobbiamo intervenire, vero?" "eh ah eh.... Si certo Tikki! Ma... mi ha detto sogni d'oro" commenta, le mani a pugno sotto il mento "Ok, si, va bene! Andiamo!" conclude, risoluta, mentre salta nella botola per il soppalco con un "Tikki! Trasformami!". Marinette viene circondata dal familiare bagliore rosato, e i suoi vestiti diventano la tuta rossa a pois di Ladybug, il viso coperto dalla mascherina.

Adrien posa il telefono, sospirando sconsolato, mentre guarda sulla TV che campeggia sulla parete della sua camera le immagini della curiosa inondazione che sta colpendo Parigi. "Plagg, smetti di mangiare, dobbiamo andare! C'è lo zampino di Papillon!" Plagg lo guarda con aria svogliata "Perché hai detto alla tua amica che non potevi uscire? Tanto tuo padre è chiuso nello studio!". Il biondo sbuffa "Plagg, possiamo parlarne dopo? Lo sai che se non chiedo il permesso non posso uscire, no? Come glielo chiedo se è come se non ci fosse?" Il ragazzo fa una pausa, guardando storto il Kwami nero "Contento?" l'altro fa finta di niente "Ecco. Allora andiamo! Plagg! Trasformami!". Un lampo di luce verde e i costosi capi Agreste di Adrien diventano la tuta nera di Chat Noir, con un balzo l'eroe esce dalla finestra, saltando verso i tetti di Parigi.

Ladybug vola attraverso la Senna, lanciando lo yo yo sui lampioni dal lato opposto. "Chissà dov'è stavolta..." riflette, saltando da un lampione sul tetto di un edificio dalla parte opposta della strada. "Ma è lo stesso.. è la terrazza dove Chat Noir mi ha invitata quella sera. Concentrati, Marinette! Non è il momento!" pensa, guardandosi attorno per cercare l'akumizzato che stava provocando tutto quel caos. "Ma dove cavolo è?" commenta Ladybug, mentre un leggero tonfo alle sue spalle la fa voltare, appena in tempo per vedere il suo collega in nero ritrarre il bastone e farle il solito, teatrale inchino "Mylady, è un piacere vederti, proprio qui dove ti ho aperto il mio cuore".
La ragazza ridacchia "Micetto, quando la finirai di essere così ... eccessivo?" "quando ti avrò conquistata" risponde lui, sicuro "Beh, sono lusingata, Chat Noir" risponde lei, facendo una riverenza all'amico "Ma adesso dobbiamo trovare l'akumizzato! E in fretta, guarda come sta riducendo le strade!" indicando con un gesto la città.

A terra la situazione era decisamente confusa: i passeggeri delle auto erano riusciti a liberarsi, mentre quello che restava delle vetture liquefatte iniziava a colare nei tombini, lasciando le strade libere, i passanti fuggivano negli edifici in preda al panico. Il tutto lasciava anche la polizia appiedata e gli permetteva a malapena di gestire il flusso di persone.

"Guarda, qui sotto ci sono ancora auto solide!" Chat Noir indica la strada esattamente sotto di loro. "Hai ragione, quindi dev'essere verso la Torre Eiffel, andiamo, Micetto, seguimi!" Ladybug lancia lo yo yo e si tuffa nella direzione della Torre, seguita dall'eroe in nero "Non mi ha detto di piantarla" pensa Chat Noir, mentre la rincorre "e si è anche messa a ridere.. sarà mica perché le ho detto che ho una ragazza, ora?". Le riflessioni del ragazzo vengono bruscamente interrotte: qualcuno sta chiedendo aiuto. Anche Ladybug si è fermata e i due vedono un'auto che si sta sciogliendo su uno dei ponti della Senna.

Quello che resta dell'utilitaria sta portando una giovane donna bionda verso uno sgradito bagno fuori stagione. "Chat Noir! Il tuo bastone! Là!" ordina l'eroina in rosso, indicando il centro del ponte. Il ragazzo annuisce e lancia il bastone, facendolo appoggiare su due lampioni a metà della campata, mentre Ladybug usa lo yo yo arrotolando un'estremità del filo al bastone e lanciandosi verso la donna, prendendola per la vita e usando il filo come perno per depositare entrambe al sicuro sull'argine. "Grazie, Ladybug!" fa la biondina, ma lei l'ha salutata con un gesto della mano ed è già ripartita verso la Torre Eiffel, affiancata da Chat Noir.



In breve i due supereroi raggiungono la Torre, fermandosi sulla prima balconata "Mylady! Eccolo là! Sul ponte!" Chat Noir chiama la sua collega e gli indica un punto, non lontano dal Trocadero. Tutti i viali nei dintorni erano totalmente sgombri dalle auto, e una massa di liquido di vari colori, rimasuglio delle auto si stava riversando nella Senna, colando dai viali e trasformando il fiume in una tela astratta. Al centro del ponte su un velocipede dell'inizio del secolo con la ruota alta cinque metri, stava l'akumizzato, vestito con un frac fucsia, gilet, e cilindro dello stesso colore, pantaloni a strisce nere e grigie e ghette bianche. Un paio di baffoni a manubrio biondi e un pizzetto completavano l'aspetto dello strano tizio, che si guardava attorno sorridendo, sistemandosi un monocolo all'occhio sinistro.

"Tra poco finalmente potrò girare in bicicletta liberamente, senza quelle puzzolenti automobili a impedirmelo! Aaaaaah che meraviglia che saranno i viali della mia bella Parigi!" stava declamando, rivolgendosi alla squadra di poliziotti in assetto anti-sommossa che stavano circondando il ponte, camminando con fatica nella melma acquosa in cui il potere dell'akumizzato aveva trasformato ogni automobile della città.

"Senti, a parte che hai un pessimo gusto per i colori, non ti sembra di essere un po' fuori moda?" gli grida Chat Noir, proiettandosi col bastone su una delle spallette del ponte, subito raggiunto da Ladybug su quella dell'altro lato "Come fai ad andare in bicicletta con questa roba sulla strada? Rimettiamo le cose a posto, vuoi?" gli fa eco Ladybug, facendo segno ai poliziotti di spostarsi. L'akumizzato, dal suo trespolo a due ruote, pefettamente fermo nonostante lui non tenga i piedi per terra, ride sguaiatamente "Ah, eccovi, Ladybug e Chat Noir! Vi aspettavo! Sono Le Grand Vélo e, ora che siete arrivati, mi consegnerete i vostri Miraculous!"

You're my best friendWhere stories live. Discover now