Capitolo 45: Meglio ridere che piangere

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Tigre si svegliò di soprassalto, spaventata. Accanto a lei, Estate si era svegliato con un grido, le gote inondate di lacrime.Lasciandosi sfuggire un'imprecazione, la maestra lo strinse a sé, cercando di tranquillizzarlo.

"Era solo un incubo" gli disse, accarezzandogli la schiena.Estate non le rispose, si era già riaddormentato.

Che cosa aveva sognato? L'Egitto? La sua infanzia? C'era solo l'imbarazzo della scelta.

Tigre posò un bacio sulla fronte di Estate. "Sei qui con me, amore mio" disse. "Nessuno ti farà più del male".

Nel sonno, Estate si mosse, stringendosi contro di lei. Con in gola un brontolio rassicurante, Tigre strofinò la bocca sulla sua fronte."Te lo garantisco".


Non aveva passato una bella nottata, si rese conto Tigre, quando Estate entrò sbadigliando in cucina. Il mezzosangue la salutò con un sorriso prima di accomodarsi sulle sue ginocchia.

"Non avresti dovuto allenarti con Shifu, stamani" disse la maestra, dandogli un bacio sulla tempia. "Hai bisogno di riposare. Non andare a lavoro oggi".

"Sto bene" disse Estate. "Sono pieno di energie e ho una fame da lupo".

Indaffarato ai fornelli, Po gli sorrise. "Appena arriveranno anche gli altri, mangeremo" disse. "È quasi pronto".

"Che cosa hai sognato questa notte?" domandò Tigre, quando il panda se ne tornò alle sue attività.

Estate fece spallucce. "Niente di che. Mi spiace averti svegliata".

"Oh, andiamo. Merito di saperlo, dato che per poco mi veniva un infarto".

Estate sorrise timidamente, le orecchie basse "Mi dispiace".

"Non devi. Allora, che cosa hai sognato?"

"Non so il perché, ma tu mi abbandonavi. Eri arrabbiata... e delusa".

Tigre non volle ascoltare altro. Gli baciò le labbra teneramente, acquietando le sue parole. Estate non si sottrasse e sprofondò in quella tenerezza con abbandono. "Ti amo".

"Ti amo" replicò Tigre, baciandolo ancora. "Non hai motivo di avere timori del genere, va bene?"

"Fareste venire le carie anche alle bacchette" commentò acidamente Mantide, saltando sul tavolo.

Il mezzosangue lo guardò, incuriosito "Cosa c'è che non va?"

Mantide si limitò a grugnire mentre Scimmia ridacchiava "Il nostro amico qui è stato scaricato".

Tigre sorrise "E chi era la fortunata?".

Questa volta fu Gru a rispondere "Una farfalla".

Sia lei che Estate sbatterono le palpebre, perplessi. "Non siete specie molto affini" disse quest'ultimo.

Mantide lo guardò "Da che pulpito arriva la critica" borbottò, guardandoli e facendoli ridere "E poi con una femmina della mia specie non ci starò mai".

"E perché?" domandò Estate, cominciando a mangiare.

"Quelle ti staccano la testa la prima notte di nozze!" esclamò Mantide, disperato.

 Il mezzosangue lo guardò, incerto se credergli o meno.

"Dice sul serio, Estate. Le mantidi religiose femmine staccano la testa al maschio per mangiarsela dopo o durante l'accoppiamento".

Estate si portò le zampe alla gola, inorridito, mentre Tigre ridacchiava "Alcune specie hanno istinti particolari" disse.

Lui la guardò "Tu no, vero?"

L'amante di Maestra TigreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora