Capitolo 17: Profezie

42 2 0
                                    


"Estate!" gridò Tigre, aprendo la porta con tale impeto da rischiare di scardinarla. Nella sua mente già lo vedeva a terra, agonizzante a causa del veleno che l'avrebbe fatto spirare fra le sue braccia mentre lei gli mormorava parole di conforto. Oppure il trapasso era già avvenuto? Fra le due opzioni non sapeva quale fosse la più spaventosa.

Fukayna e il mezzosangue trasalirono, destandosi di soprassalto. Lo schiavo mandò un gemito quando la maestra lo scosse con forza.

"Avete mangiato o bevuto qualcosa?" chiese.

"Che...?".

"Da quel vassoio avete preso qualcosa?" chiese ancora Tigre, indicando il tavolino delle vivande.

Estate scosse il capo "No... no" balbettò, rigido quanto una tavola di legno. Tigre non aveva mai agito con tanta rudezza nei suoi confronti, a meno che non glielo avesse chiesto lui. Ma quando lo faceva erano a letto insieme a fare sesso.

Alle sue parole, Tigre crollò in ginocchio accanto al letto e lo strinse a sé così forte da fargli scricchiolare la spina dorsale.

"Mia guerriera...?" si azzardò a chiedere Estate, confuso da quelle reazioni così opposte. Tigre gli baciò il viso "Oh, scusa, scusa" disse, baciandolo sulla fronte "Ma ho avuto così tanta paura".

"Che diamine è successo?" domandò Fukayna.

"L'assassino di Cheope è riuscito a mettermi al tappeto nel corridoio. Vuole uccidere Estate".

Il sangue drenò dal viso del mezzosangue "Io credevo che fossi tu il suo obiettivo" mormorò.

"Così è, ma dice di non volermi uccidere. Vuole te".Tigre strinse a sé lo schiavo. "Non lo permetterò, ovviamente, ma tu non devi più lasciare il mio fianco".

"Va bene, ma... Non possiamo parlarne con gli altri?" le chiese Estate.

Tigre scosse la testa "L'assassino ha detto che ti ucciderebbe, se lo facessi. Non voglio rischiare di diventare vedova prima dei prossimi sessantasette anni" borbottò.

"Quindi che cosa facciamo?" domandò Fukayna. La sua espressione era stranamente accigliata... e buffa. La indispettiva constatare che, al momento, quei due avevano occhi solo l'uno per l'altra. Insomma, anche lei aveva rischiato di finire avvelenata!

"La strategia migliore è eliminare il problema alla fonte" le rispose Tigre. "Caverò quel ragno dal buco per schiacciarlo".

"Resta solo un piccolo problema" le fece osservare la schiava, guardando il mezzosangue. Già, si rese conto Tigre, Estate. Era costretta a trascinarlo con sé nelle sue indagini, perché se lo lasciava solo, il Ragno avrebbe approfittato della situazione per fargli del male.

"Tesoro, tu dovrai venire con me" gli disse Tigre con un sospiro. "Invece penso che tu, Fukayna, sia al sicuro".

La schiava si strinse nelle spalle. "Esigo rendermi utile".Anche Estate si dimostrò d'accordo con lei. "Che cosa dobbiamo fare?".

"Scordatevelo".

L'entusiasmo di entrambi si sgonfiò. "Potremmo esserti utili" protestò Estate.Tigre scosse la testa, divertita. "Non siete addestrati. Ma, se ci tenete, cercate di sfruttare queste tende che avete al posto delle orecchie".

Entrambi protestarono vivamente alla sua provocazione, e Tigre rise.


"Mia dolce cucciola..." sospirò Cheope, accarezzando il fianco della figlia. "Quanto sei bella".

Nella penombra della sala, Hetepheres gli sorrise appena nonostante adorasse sentirsi idolatrata.

"Qualcosa ti indispettisce, uccellino mio?" le chiese Cheope, ansioso. Il faraone parlava a voce bassa benché fosse pomeriggio, perché parecchi dei nobili della sua corte erano addormentati scompostamente attorno alla loro tavola. Il vino e i divertimenti dovevano averli prostrati.

L'amante di Maestra TigreOnde as histórias ganham vida. Descobre agora