Capitolo 15: Il primo sangue versato

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Dopo due ore di corsa assieme a Kephen sui carri, le gambe di Tigre erano doloranti, ma il luogo in cui lui l'aveva portata era meraviglioso. Un oceano di lussureggiante erba verde, ondeggiante quanto le onde. Mancava solo un'ora al crepuscolo e lì esistevano solo terra, cielo e sole.

La maestra scese dal carro, ridendo del tremore delle sue gambe, e si sedette a terra. La corsa l'aveva resa euforica, mai nella sua vita aveva avuto una sensazione di così piena libertà.

Kephen si sdraiò accanto a lei, ansante "Mio padre diceva sempre: se hai dei demoni nel cuore, non c'è niente di meglio che una bella corsa sui carri per lasciarli indietro".

"A tuo padre piaceva correre?" domandò Tigre, lanciandogli un'occhiata.

"Anche troppo".

"Che intendi dire?".

"Morì quando avevo solo sette anni, cadendo da uno di questi carri da corsa".

Tigre riportò lo sguardo sul tramonto, pensierosa. "Se gli somigli, allora so che era una bella persona".Kephen le sorrise apertamente "Raccontami qualcosa di te, Tigre" le chiese.

 La maestra si ritrovò improvvisamente a corto di parole."Sono un'orfana" disse, di getto, e se ne pentì subito. Maledizione, non aveva proprio niente di meglio nell'archivio? Tuttavia, il danno era fatto. Per ascoltarla meglio, Kephen si era alzato su un gomito. Era interessato, così gli fece un breve riassunto del perché fosse stata abbandonata e rinchiusa.

"Era la cosa migliore da fare" commentò il principe, annuendo.Le sue parole ebbero il potere di ferirla. "Tu pensi?" domandò Tigre, impassibile.

"Pensaci un attimo. Se fossi stata libera di stare a contatto con gli altri, avresti potuto uccidere qualcuno. Sei stata fortunata che Maestro Shifu abbia accettato di addestrarti, altrimenti saresti stata soppressa. Inoltre, nessun orfano può vantare di essere un maestro, giusto?".

Qualcosa non andava, si rese conto Kephen, a disagio. Tigre lo stava ascoltando, ma allo stesso tempo si era come distaccata da lui. La luce entusiasta e serena che poco prima aveva illuminato i suoi occhi, ora non c'era più.

Correndo aveva lasciato indietro i suoi demoni, si rese conto il faraone. Io non ho esitato a rigettarli su di lei.

"Perdonami" disse il principe. Il suo senso di disagio aumentò quando vide la sorpresa dipingersi negli occhi di Tigre. "Per cosa?" gli chiese lei. Non avrebbe mai lasciato trapelare quanto le sue basse origini la facessero soffrire, questo era ovvio.

"Non sono bravo a parlare con le persone" ammise il principe.Tigre sorrise "Sei eloquente quanto basta".

"Solo quando parlo come faraone. Con te, mi sento di poter essere semplicemente io e non è stato gentile ricambiare la cortesia intristendoti".

"Hai detto ciò che pensavi, Kephen. È una cosa che apprezzo molto".

Kephen riportò ancora lo sguardo su di lei. E dimenticò quanto stava per dire. Il sole era sceso ancora, posizionandosi esattamente alle spalle di Tigre. Adesso, un'aura iridescente sfocava i contorni della maestra.

"E sei anche bella, così immersa nella luce di Ra" mormorò Kephen, rivolto più a se stesso che a lei.Tigre si schiarì la voce, distogliendo lo sguardo "Forse dovremmo rientrare" disse. "Inizia a farsi buio".

"Sì, andiamo" disse il principe, rialzandosi. Avrebbe voluto tenderle la zampa e instaurare un contatto fisico con lei, ma la maestra fu lesta a rimettersi in piedi.Quando risalirono sui carri, forte degli insegnamenti del principe, Tigre partì al galoppo. Era stata un'allieva molto veloce, ma Kephen credette di scovare una vena di disperazione nella sua corsa. Era giunta in quell'oceano verde con il cuore leggero e ora se ne andava nuovamente appesantita.Kephen aveva rovinato tutto. Aveva desiderato restare con lei quel pomeriggio per dimostrarle che lui era meglio di Estate. Là distesi sul prato, per un meraviglioso istante erano stati in comunione, vicini. Avrebbe potuto utilizzare quel momento perfetto per conquistarla, possederla, immersa nella luce di Ra, e farla sua sposa.

L'amante di Maestra TigreWhere stories live. Discover now