Capitolo 6: Io veglio su di te, ora e per sempre

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Hetepheres aveva mantenuto la sua promessa per quanto riguardava la punizione di Estate. La principessa si era ritirata incredibilmente presto dopo la cena, e aveva ordinato ad Estate di seguirla.

Per quella sera, non gli fece usare droghe, limitandosi a picchiarlo e a costringerlo a darle piacere con la bocca. Hetepheres si divertì a provocarlo, ricordandogli che, dopo di lei, sarebbe stato scopato anche dalla maestra di kung fu. E chissà quali posizioni, quali voglie desiderava sfogare su di lui quella femmina. In fondo, era una tigre e le tigri erano una specie feroce.

Estate sapeva che la maestra, con lui, sarebbe stata tutto meno che violenta o aggressiva. Fra loro, quello a cui piaceva mordere e graffiare era lui stesso. L'aveva scoperto la notte in cui era stato in quella taverna, in quel letto anonimo e puzzolente che era diventato il santuario del loro amore.Dopo tutti gli abusi che aveva dovuto subire, Estate credeva che, se mai avesse trovato la sua guerriera, avrebbe desiderato essere trattato da lei come fosse di cristallo. Invece, ecco che scopriva in sé una personalità passionale e possessiva: un tigrotto che mordeva e graffiava.

Mai le violenze di Hetepheres gli risultarono più superflue in vita sua. Fu come non sentire il dolore. Il suo corpo era lì, ma non il suo spirito.

Quando finalmente la principessa lo lasciò andare, Estate si alzò dal letto e si allontanò da quel profumo a lui così insopportabile. I suoi muscoli erano doloranti, ma il cuore gli batteva all'impazzata, gioioso.

"Vai a farti scopare da Maestra Tigre" gli disse Hetepheres, ancora sdraiata a letto "Domattina le chiederò che cosa ne pensa di te, quindi non osare accontentarti delle sue scuse".

"Scuse, Sole in Terra?" domandò Estate distrattamente, mentre si faceva scivolare la tunica da sopra il capo e la sistemava.

"Ti dirà che non sei obbligato a fare sesso con lei. Nonostante ciò, tu risponderai che la desideri. Convincila a portarti a letto, chiaro?".

"Sì, Sole in Terra".

Era uscito dalla stanza della padrona con la sua solita andatura calma e tranquilla, ma, non appena fu sicuro che nessuno lo stesse guardando, Estate si mise a correre.

Arrivò al lago per primo, così si predispose per farsi trovare pronto. Aveva nascosto una piccola imbarcazione fra la vegetazione e fu con il sorriso che la tirò fuori per trascinarla vicino all'acqua.Voleva portare Tigre al centro del lago. In una notte così limpida e mite, sarebbe stato romantico fare l'amore cullati dall'acqua.

Tigre, Tigre... Aveva pensato a lei per tutta la giornata, sorprendendosi di quanto la sua apparizione corporea fosse differente dalla descrizione che Shifu aveva dato di lei. Il maestro, infatti, aveva raccontato ad Estate dei suoi allievi. Egli aveva descritto con entusiasmo le gesta di Vipera, Gru, Mantide e Scimmia, e aveva fatto ridere il mezzosangue sino alle lacrime quando gli aveva parlato di Po.

Ma per Tigre aveva speso poche parole, dipingendola come un'assassina a sangue freddo. Estate ricordava di aver chiesto a Shifu perché un tale soggetto fosse a piede libero. Lui aveva risposto che l'aveva adottata proprio per tenerla d'occhio e che una cella era già pronta per lei. Proprio accanto a quella del fratello.

Precipitato in questi ricordi, Estate si sentì a disagio. All'improvviso la notte si fece un po' fredda e decisamente troppo buia. Si chiese se non si fosse fatto prendere dall'entusiasmo della speranza. Quanto dei suoi sentimenti era sincero e quanto era puro opportunismo? Gli piaceva davvero quella femmina oppure era il fascino della libertà a farlo smaniare?

Non la conosceva neppure.

Io so cosa ho provato, ieri notte, si disse. In quegli occhi infiammati dai colori del tramonto, aveva visto un animo traumatizzato dalla vita. Identico al suo.Tigre non era come l'aveva descritta Shifu. L'aveva trovata molto più... mortale.

L'amante di Maestra TigreWhere stories live. Discover now