Capitolo 34: La vittoria arride a chi sa attendere

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Abbracciati a letto, nudi e ancora ansimanti per via della battaglia che avevano appena combattuto, Fukayna non riusciva a smettere di toccare il corpo di Shifu. Desiderava memorizzare ogni sua curva o spigolosità con le dita, ogni macchia della sua pelliccia con i suoi occhi, ogni sapore del suo corpo con la bocca.

"Se continui così non posso prometterti che non attaccherò di nuovo" mormorò Shifu, assaporando i suoi tocchi curiosi e devoti.

Fukayna sorrise. "Non mi piegherai mai" rispose, baciando piano le sue labbra, sentendo il suo sorriso."Quello che hai fatto stasera" disse, sorridendo come una cucciola. "Non avrei osato sperarlo nemmeno nei miei sogni".

Shifu le accarezzò la schiena, percependo i piacevoli e caldi brividi che il suo tocco gli causava."Desideravo chiedertelo da quando ti ho vista per la prima volta in Egitto, ritta in piedi dinnanzi la porta della mia stanza, timida e tremante" raccontò, seguendo il solco della spina dorsale lentamente."Volevo proteggerti da tutto e da tutti e quando mi sono imbarcato senza di te ero certo di aver lasciato il cuore fra le tue dita".

Fukayna gli baciò la gola e lui chiuse gli occhi, sospirando piano. "Non permetterò più a nessuno di farti del male".


Estate attese con trepidazione che tutte le candele del dormitorio si fossero spente mentre Tigre riempiva di baci le sue braccia, le sue zampe, le sue spalle. E poi il collo e la bocca e la base delle orecchie, accrescendo la sua smania.Quando fu finalmente sicuro che tutti fossero andati a dormire, la prese per un braccio e la trascinò nella loro stanza segreta. Richiusero la porta e Tigre lo sollevò da terra, baciandolo e adagiandolo sul materasso del letto.

"Sciogli le tende" le disse Estate e lei obbedì, facendo ricadere i pesanti tendaggi. Si baciarono a lungo, gustandosi e accarezzandosi. Poi Estate si staccò e le fece vedere il rotolo di pergamena, appoggiandosi al suo petto e aprendolo per farglielo leggere. Tigre mormorò piano ogni parola e lui rimase con il capo appoggiato alla sua cassa toracica. Gli piacque il modo in cui la sua voce risultava più profonda.

"Questa favola è meravigliosa" disse Tigre quando ebbe finito di leggere.

Estate volse il viso per guardarla "La dea della guerra sei tu, mia guerriera, ed io sono lo schiavo che hai portato nella tua reggia".

Tigre sorrise, commossa che lui avesse trovato in quella poesia parte della loro realtà. "E se i ruoli fossero scambievoli?" propose, mettendo di lato la pergamena e intrappolandolo contro di lei.

Estate la guardò, incuriosito, mentre le accarezzava le braccia. "Cosa intendi dire?".

"Che io sono la schiava, Shifu è il padrone e tu sei il dio. Il mio dio dagli occhi neri, che mi ha portata nella sua reggia incantata: il suo cuore".

"Ma io non so combattere, non sono un dio della guerra".

"Potresti imparare" disse Tigre, spostandogli la treccia da una spalla all'altra. Questa proposta non era istintiva, comprese Estate. Ci aveva pensato, prima di parlargliene."Potrei insegnarti qualche tecnica di autodifesa" continuò la maestra. "E qualche altro trucco per imparare a classificare i suoni".

"Di cosa hai paura, amore?" le chiese Estate dolcemente.

Tigre lo guardò negli occhi. "Di perderti" disse. "Non posso esserci sempre e se in uno di quei momenti ti capitasse qualcosa, io...".

"Non mi capiterà niente...".

"Ma se succedesse?" insisté Tigre, facendolo ammutolire. "Essere mio marito scoraggia molti malintenzionati, ma non tutti, Estate. Ci sono persone che non vedrebbero l'ora di colpirmi nel profondo, e tu saresti l'arma perfetta".

L'amante di Maestra TigreWhere stories live. Discover now