Capitolo 18: Doni di malaugurio

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"Quel gran figlio di una lurida baldracca".

Con tocchi prudenti, Fukayna fece reclinare il capo a Estate per potergli osservare la gola. Sotto la pelliccia, si poteva notare il sinuoso livido che andava facendosi più scuro di minuto in minuto.Fukayna si lanciò in un'altra sequela di insulti mentre Estate cercava di tranquillizzarla spiegandole che gli faceva male solo quando deglutiva.

Tigre era seduta a letto, silenziosa e a capo chino, del tutto persa nei suoi pensieri mentre faceva roteare distrattamente una coppa di vino gelato. Non si accorse dell'avvicinarsi di Fukayna. Quando la schiava le toccò la schiena, la maestra trasalì per il dolore.

"Ti sei strappata un muscolo" constatò Fukayna. "Perché non ti sdrai? Ti faccio un massaggio".

Tigre rifiutò l'offerta. Preferiva continuare a soffrire, perché aveva manifestato una inefficenza oscena durante lo scontro con Aracno. Estate stava morendo davanti ai suoi occhi e lei non aveva potuto fare nulla per impedirlo. Con che coraggio poteva ancora guardarlo negli occhi?

Accanto a lei, Fukayna parlò piano: "Eri legata, Tigre".

"Avrei dovuto prestare più attenzione" ribatté la maestra. Poi vuotò di colpo la coppa. Come un maschio.Tigre sobbalzò quando Fukayna prese a disinfettarle i tagli che si era causata nel tentativo di liberarsi.

"Tu sei forte, feroce maestra, ma non invincibile. E la colpa non è solo tua". Fukayna guardò Estate, eloquente.Il mezzosangue annuì. "Mi avevi detto di usare le orecchie. Ho deluso le tue aspettative e per questo ti sei fatta male. Non sai quanto mi dispiace".

Tigre scosse il capo. "Sono io la Maestra di kung fu".

Fukayna sospirò, arrendendosi. Estate, invece, si alzò dalla sedia per raggiungere sua moglie. Una volta davanti a lei, la schiaffeggiò.La schiava sobbalzò, sbalordita, e si chiese se dovesse lasciarli soli o se le convenisse restare per assicurarsi che Estate non saltasse alla gola della maestra.

"Odio quando fai così" sibilò il mezzosangue "Chi ti credi di essere?".

Tigre lo guardò negli occhi. "Trovo giusto che tu sia arrabbiato" disse.La zampa di Estate sfrecciò di nuovo e, questa volta, Tigre lo afferrò per il polso. "Ma non permetterti mai più di colpirmi" gli disse.

Con un sorrisetto, Fukayna si defilò silenziosamente. Sapeva riconoscere la carica erotica, quando la vedeva.

"Se tu la smettessi di essere patetica, forse non mi pruderebbero le zampe!" ribatté Estate, divincolandosi.L'offesa fece avvampare il viso della maestra.

"Come, scusa?".

"Mi hai sentito!".

"Reputo normale sentirsi in colpa perché non si è riusciti a proteggere una persona cara!".

"No, se si ha fatto il possibile per salvarla! E tu lo hai fatto, quindi smettila di torturarti!".Estate smise di divincolarsi, rassegnato a lasciare il polso intrappolato nella sua presa. La guardò con occhi di fuoco."Dici che io ti curo dalla solitudine, mia guerriera, ma se ogni volta che mi faccio un livido ti danni l'anima, allora la mia compagnia ti fa più male che bene!" disse "E io non voglio farti del male".

Tigre si portò la sua zampa al viso, abbandonandoci contro la guancia. "Ti amo anche io" sospirò. Poi lo prese per i fianchi e se lo mise cavalcioni per baciarlo. Non fu uno dei loro baci frenetici. Fu calmo e dolce. Un bacio che consolò entrambi dalla paura che avevano avuto di perdersi.Finalmente, Estate convinse la maestra a sdraiarsi.

"Fa caldo questa sera" si lamentò Tigre. Lui sorrise e prese la coppa, riempiendola di vino gelido e rinfrescante.

"Immagino che in Cina non ci sia così caldo" disse, porgendogliela.Tigre la prese e si posò la superficie fresca della coppa sulle tempie.

L'amante di Maestra Tigreحيث تعيش القصص. اكتشف الآن