Capitolo 24: Vino, miele e zenzero

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"Estate! Fukayna! Venite!" gridò Tigre affacciandosi alla scala che portava sottocoperta. Dovette gridare un altro paio di volte prima che i due si decidessero ad aprire la porta della stalla. Fecero un passo oltre la soglia, lanciandole uno sguardo allarmato. Il cuore di Tigre si strinse al pensiero di averli spaventati, ma venne travolta anche da un'ondata di feroce gioia quando si rese conto che, d'ora in avanti, entrambi non avrebbero più dovuto temere di essere apostrofati.

"Che cosa è successo?" gridò Fukyana.

"Venite a vedere la Cina!".

Oh, che gioia quegli occhi improvvisamente scintillanti, colmi di un unico pensiero: ce l'abbiamo fatta davvero. Avevano raggiunto la terra, le sponde del luogo dove avrebbero potuto cominciare una nuova vita. D'ora in avanti non ci sarebbero più stati giorni di fame, di paura e di soprusi. Avrebbero affrontato ogni alba con aspettativa, consapevoli che la vita, ora, era nelle loro zampe.

Estate e Fukayna si affrettarono a raggiungere Tigre in cima alle scale. Ridendo, la maestra li sollevò entrambi, portandoli vicino al parapetto. Estate era felice di vederla così. Anche a lui sarebbe mancato l'Egitto come a lei era mancata la Cina? Non credeva. Quel luogo era troppo denso di brutti ricordi. Certo, forse gli sarebbero mancate le giornate afose e le sere fresche, piene di musica, il tramonto sul Nilo e il profumo degli incensi. Ma non gli sarebbe mai mancata la sua vita.

Tenendoli stretti a sé mentre si sedevano sul parapetto, Tigre indicò a Fukayna e a Estate le coste della Cina. Erano più vicini di quanto avessero previsto, già riuscivano a scorgere il via vai che popolava il porto.

"Fra un'ora attraccheremo là" disse Tigre.

Estate posò il capo contro la sua spalla. "E poi?" chiese.

"Venderemo il tuo bracciale e compreremo ciò che ci occorre per viaggiare sino al Palazzo di Giada" rispose la sua guerriera.

"Che cosa ci serve per questo viaggio?" intervenne Fukayna, incuriosita. Non avendo mai viaggiato in vita sua, non sapeva che cosa occorresse, a parte viveri e acqua.

"Vestiti invernali per voi due" disse la maestra, stringendoli più forte a sé per scaldarli. "Poi due tende e due cesti dove riporle assieme a cibo, acqua e...".

"Aspetta" la interruppe Fukayna. "A cosa ci servono le tende?".

Tigre le sorrise "Non ho fretta di tornare al Palazzo di Giada. Ho intenzione di fare il viaggio via terra con calma. Non voglio sfibrare Yin e Yang e desidero che vediate la Cina. Conosco strade con scorci meravigliosi".

Fukayna sorrise, contagiata dal suo entusiasmo. "Qualcosa mi dice che avrò un tenda tutta per me" disse, maliziosa.

Tigre arrossì mentre Estate le strofinava il naso nel collo. "Non avremo freddo durante la notte?" chiese.

"Voi due certamente no" commentò Fukayna "E considerata la durata della vostra astinenza, non avrò problemi a scaldarmi, se la mia tenda sarà vicino alla vostra".

Tigre fece il gesto di gettarla in mare, facendole lanciare un gridolino di divertito allarme. Poi la maestra li strinse forte.

"Siete l'unica vera famiglia che ho, lo sapete?".

"E tu sei la nostra" rispose Estate e Fukayna, quasi nello stesso istante.

Tigre sentì il cuore fare uno strano movimento, ma fu piacevole. Nessuno le aveva mai detto tu sei nostra in modo così dolce.

Quando finalmente posarono i piedi sulla terra ferma, Estate comprese una cosa.

"Non mi piace il mare" commentò, guardandosi intorno. I primi passi furono stranamente difficili da compiere, perché si era abituato al movimento della nave e ora la terra sotto i piedi gli risultava troppo ferma.

L'amante di Maestra TigreDonde viven las historias. Descúbrelo ahora