Capitolo 42

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In macchina non vola una mosca.
Io sto seduta alla sinistra di Natasha, vicino al finestrino, con le gambe incrociate e le braccia conserte.
Guardo fuori, ma tutto ciò che vedo sono immagini sfocate, che non sembrano neanche reali.
Davanti ai miei occhi scorrono veloci fiumi di alberi, case, ville e prati verdi.
Cerco di essere ottimista, ma non ci riesco.
Vorrei piangere, ma non posso farlo davanti a questa donna.
Se voglio liberarmi di lei al più presto, deve capire subito con chi ha a che fare, e non posso mostrare nemmeno il minimo segno di debolezza.

Natasha, con un sorrisetto compiaciuto, mi dice: - Oh, Alexa, vedrai che ti piacerà la tua nuova casa. È molto meglio della casetta di Ambra, che, in confronto, sembra cascare a pezzi, e avrai tutto ciò che desideri. E poi, c'è una sorpresa che ti aspetta. -

Sorpresa? Non sono sicura di volerla scoprire...

- Non mi dici nulla? - Mi chiede in seguito, vedendo che non le rispondo.

Vorrei tanto restare in silenzio, ma non ci riesco: - Senta, Natasha, come prima cosa, a me piace molto la mia casa, e non si azzardi mai più ad insultarla. Secondo, non amo le sorprese, e terzo, mi chiamo Allie. Non Alexa. -

- Oh, come siamo insolenti! Il tuo nome di battesimo è Alexa, quindi non fare storie. Inoltre, non ho insultato niente e nessuno, ho solo detto la verità. -

Stringo le mani a pugno e mi conficco le unghie nei palmi per evitare di esplodere.
Se voglio rivedere la mamma, non posso fare cavolate.

- Oh, guarda, siamo arrivate. È questa qui. Bella, vero? -

Scendo dalla limousine, e non posso fare a meno di dare ragione a Natasha.
Casa sua è davvero stupenda! Che poi, chiamarla "casa" è un insulto, questa è una villa in piena regola!

È bianca, grande, moderna, e ha una piscina enorme!
Inoltre, ha pure tantissimo terreno, e un prato su cui vorrei tanto poggiare i piedi.
Guardandola meglio, però, mi dà un senso di freddezza.
Non mi trasmette tranquillità come la casa di mia madre. Questa mi trasmette solo tanta solitudine.

Appena un altro signore in giacca e cravatta ci apre la porta, entriamo in un grande atrio, con un pavimento in parquet e tanti, ma tanti mobili che danno l'idea di costare una fortuna

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Appena un altro signore in giacca e cravatta ci apre la porta, entriamo in un grande atrio, con un pavimento in parquet e tanti, ma tanti mobili che danno l'idea di costare una fortuna.

- Sali quella scala fino al terzo piano, poi prendi il secondo corridoio e l'ultima porta a sinistra è la tua stanza.-

Inizio a fare la prima rampa, e mi si parano davanti tantissimi corridoi che sembrano infiniti.
La scena si ripete fino al terzo piano, dove filtra molta luce.
Cammino fino alla mia destinazione.
Apro la porta.
La camera è gigantesca.
Chiunque direbbe che è stupenda, molto luminosa e spaziosa.
Ma a me non piace.
Mi fa sentire isolata, sola.
L'idea di dormire in quel grandissimo letto mi mette i brividi.
Sembra che ogni singola cosa si studiata per piacere, e non per far sentire a casa.
Non mi trasmette calore come la mia stanza.
Mi trasmette solo tristezza.

Sento suonare un telefono, mi guardo intorno e vedo un fisso sul comodino alla destra del letto.

Lo raccolgo e rispondo: - Sì? -

- Alexa, scendi. Ti devo presentare una persona. -
La voce di Natasha mi rompe quasi i timpani.
Quindi, in questa villa per parlarsi l'un l'altro si usano i telefoni fissi.
Che tristezza.

La mia nuova padrona di casa attacca prima che io possa rispondere.
Poi sono io la maleducata!

Appoggio la valigia vicino all'armadio, afferro il mio cellulare e torno al primo piano, dove mi aspetta Natasha insieme ad una ragazza che sembra avere la mia età.

- Alexa, lei è Roxanne... -
- Roxy, grazie. - Interrompe lei a denti stretti.

Roxy mi sembra la classica brava ragazza, capelli in ordine e legati in una coda di cavallo, niente trucco sul viso, pelle chiara, vestiti per niente aderenti...però ha qualcosa di familiare. Non saprei descrivere perché ho questa sensazione, ma mi sembra di averla già vista da qualche parte, però non ricordo dove...

- Roxanne è tua sorella. -

Aspetta, cosa?! E me lo dice così, su due piedi?
Che razza di madre è?
Ah già, lei non è mai stata una madre...

- In...in che senso?! -

Adesso pure un'altra sorella? Non mi bastava avere una sorellastra e un'altra madre, adesso le sorellastre erano due!

- Vedi, un anno dopo la tua nascita ho dato alla luce Roxanne, solo che non ho idea di chi possa essere il padre. Ero giovane e stupida, e una sera ho deciso di andare in uno strip club...ho avuto rapporti con due uomini, quella sera, ma non ho idea di come si chiamassero. -

Bello, ho pure la mamma troia.

- Ah, quindi eri una ragazza...come dire...dai facili costumi? -  Per non dire altro.

- NON OSARE! Non ti permettere mai più di parlare così a tua madre! -  Natasha urla inferocita, ottenendo solo una risata da parte mia.

- Oh, Natasha, mi fai morire dal ridere! Sei andata con ogni essere che respira sulla faccia della terra, a quanto vedo. Complimenti, ti auguro di non aver seminato altri figli in giro per il mondo!È stato un piacere conoscerti, Roxy, suppongo che ci vedremo presto in giro. -

Giro sui tacchi e torno nella mia stanza, lasciandole tutt'e due a bocca aperta.

Poi mi ricordo che non ho più chiamato Logan, così compongo il numero.

- Allie! Grazie a Dio, ero preoccupatissimo! Non ti ho chiamato per lasciarti il tempo di parlare con tua madre, ma stavo impazzendo! Com'è andata? Anzi, stai bene? -

- Ecco...non è andata come speravo... -

Così, inizio a raccontargli tutto, sperando che almeno lui mi tranquillizzi.

Angolo autrice🌸
Heyyyy, ho postato!
Felici?
Comunque, adesso Allie è a casa di Natasha, e in più è spuntata questa Roxy... non so voi, ma a me non la racconta giusta.
Ci vediamo con il prossimo capitolo!
Un bacio,
@_badbarbie_ 💖

Obbligo o Verità, baby?Where stories live. Discover now