Capitolo 31

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Leggete lo spazio autrice, Please!

La routine quotidiana comincia come al solito, cioè nel modo peggiore: la sveglia.

E con questo, ho detto tutto.

Mi alzo svogliatamente, pensando che dovrò riprendere la solita vita noiosa, fatta di scuola-casa e casa-scuola.
Nonostante esca spesso con i miei amici, mi annoio, a fare sempre le stesse cose!

Come vorrei essere di nuovo in Italia...lì è tutto perfetto. Tutti si divertono, non hanno un problema al mondo.

Poi ci sono io. Che di problemi ne ho abbastanza per tutti.

In ogni caso, la pianto di piangermi addosso e mi sbrigo a prepararmi.
Uscita di casa, la Ducati di Logan è lì ad aspettarmi, ma non vedo il proprietario...

- Booo! -
Caccio un urlo che penso si sia sentito fino in Brasile.

- Logan, cazzo! Mi ha fatta spaventare!-
- Non me n'ero accorto, sai? E poi, wow, la bella e dolce Allie che dice una parolaccia? Dov'è finita l'educazione, signorina Carter? Nel cesso? -
- Che simpatico. -
- Me lo dicono in tanti. -

Ridiamo insieme e poi lui mi porge il casco.
Salgo sulla sella, lui parte e Dio, quanto mi era mancato il brivido che sento quando siamo sulla sua moto!
Mi dispiace ammetterlo, ma sta iniziando a piacermi davvero la sua Ducati...

Mi stringo forte al mio ragazzo intanto che sfrecciamo verso scuola, con il vento che mi solletica la pelle e il sorriso che mi illumina il viso.

Arriviamo a scuola, scendiamo dalla moto e ci incamminiamo mano nella mano verso i nostri amici, pronti a cominciare una nuova giornata, insieme.

————————————————————

La mattinata è andata bene, e, dato che avevo pochi compiti, ho deciso di uscire e fare una passeggiata al parco.

Il sole splende, fa caldo, ho la mia amata musica e non ho un problema al mondo.

Vedo tante famiglie che hanno avuto la mia stessa idea, vedo tanti bambini che giocano e che mi fanno sorridere, vedendo la spensieratezza con cui si rincorrono, giocano a nascondino o a palla.
Mi viene in mente la mia infanzia, la mia testa si affolla di ricordi di me da piccola, ma, mentre le bambine che vedo ora sono con il loro papà, nei miei ricordi manca una figura maschile che mi prenda in braccio, o che mi tenga la mano.

Poi, neanche a farlo apposta, vedo lui. Quello che mi ha rovinato la vita, quello che per me è stato motivo di tanta sofferenza.

John Carter. Mio padre.
Con la sua amata figlia, Alexa, e la sua adorata mogliettina, Nora.

Una famiglia felice come tutte le altre.

Padre, madre, figlia.

Ma al posto di Alexa ci sarei dovuta essere io.

Vado nella loro direzione, John mi guarda, mi fissa per pochi attimi, poi volge lo sguardo ad Alexa, che tenta di fare una ruota.

Ha pure il coraggio di fissarmi e non dirmi nulla!

La rabbia cresce dentro di me, allora vado lì, come una furia; guardo in faccia John e sputo: - Hai davvero il coraggio di farmi una cosa del genere? So che non ti è mai importato un fico secco di me, ma almeno salutami! Un saluto, cazzo! Un fottuto cenno con la mano, potevi farmelo, invece di fissarmi come un idiota! -

Nora mi guarda, stranita, mentre Alexa non capisce cosa stia succedendo.

Ma le parole di mio padre mi spiazzano, e infliggono un'altra ferita al mio cuore: - Scusami, ma non ho idea di chi tu possa essere. Ci conosciamo, per caso? -

Credo di non aver mai provato tanta ira verso una persona come in questo momento.

- Visto che fai il finto tonto davanti alla tua adorata figlioletta e alla tua mogliettina, mi presento loro da sola. Piacere, sono Alexa Carter, figlia di John Carter. Non vi ha mai parlato di me? Non mi stupisce... -

Nora e Alexa sono confuse.

- Alexa...non puoi essere tu. -
- Infatti, il mio nome non è più Alexa. Adesso sono Allie. Alexa è tua figlia, mentre io non lo sono più da tempo. Anzi, forse non lo sono mai stata. -

Con le lacrime che minacciano di uscire, me ne vado, e, appena uscita dal parco, inizi a correre, senza sapere neanche dove sto andando.

Corro, corro. Corro per tantissimo tempo, senza mai fermarmi.
Devo scaricare la rabbia, in qualche modo, e, visto che non posso picchiare nessuno, devo correre.

Mi accorgo di aver fatto una cazzata quando mi ritrovo in un vicolo malfamato, in una parte di Miami in cui non sono mai stata, e da cui non so uscire.

Un gruppo di ragazzi inizia a guardarmi e a dire qualcosa sottovoce, per poi ridacchiare.

Devo trovare un modo per andarmene da qui, subito.

Chiamo l'unica persona di cui ho bisogno in questo momento, che risponde dopo uno squillo soltanto.

- Piccola, che succede? -
- Logan, vieni a prendermi, ti prego. È successa una cosa, mi sono messa a correre e ora sono in un brutto vicolo, non so dove mi trovo, non so dove andare! Aiutami! -

La voce del mio ragazzo si fa seria e preoccupata: - Arrivo subito, ma devi dirmi cosa vedi. Non posso sapere dove sei, sennò. Ah, piccola, resta al telefono, non attaccare per nessun motivo al mondo. -

- D'accordo. Beh...ci sono dei palazzi, dei condomini, e c'è gente per terra, seduta sui marciapiedi, ci sono dei drogati, e dei ragazzi che mi fissano. Logan, ho paura! Per favore, fai presto! Ah, ci sono anche delle case malridotte. Tutti mi guardano male, e un gruppo di uomini si sta avvicinando! Cosa faccio?-

- Allie, sta calma. Ho capito dove ti trovi. Adesso sentirai un po' di rumore perché infilo il cellulare nel casco, in modo da stare in chiamata. Devi spostarti, cerca un bar, o un negozio, dove metterti in salvo. Non stare in mezzo alla strada, non dare nell'occhio. -

Faccio come dice e mi infilo in un bar messo parecchio male, ma almeno ci sono delle ragazze che hanno più o meno la mia età, il che mi rende più tranquilla.

- Logan, sono in un bar dove ci sono delle ragazze, adesso. Ti aspetto qui, non mi muovo, ma fai presto, ti prego!-

Non sento la risposta del mio ragazzo perché una delle ragazze mi guarda, mi si avvicina e mi dice: - Hey, cosa hai in quella borsetta? E quel bel cellulare? Me lo regali? Sai, è un modo gentile per dire "Dammelo, o finisce male". -

Assalita dalla paura, cerco di oltrepassarla, ma non ci riesco.

Devo uscire da qui, e subito.

Angolo autrice 🌸
Volevo dirvi che ho deciso di scrivere che in Italia è tutto perfetto perché l'ho immaginata dal punto di vista di una ragazza americana, che non ha mai visto una città come Firenze, e, abituata al suo stile di vita, vede tutto come se fosse meravigliosamente perfetto, anche se non lo è.
Ultima cosa, il posto in cui si trova Allie è completamente frutto della mia immaginazione, ci tengo a precisarlo.
Detto ciò, spero che il capitolo vi sia piaciuto, e ho deciso di lasciarvi con un po' di suspence...
Grazie per i 2k!!!!
Vi adoro!❤️
Se vi va, mettete una stellina e commentate💕
Un bacione gigantesco,
@_badbarbie_ 💋

Obbligo o Verità, baby?Where stories live. Discover now