Capitolo 27

109 11 48
                                    

R0m30 fissò la mappa, sbattendo le palpebre diverse volte, incredulo, come se stesse guardando un miraggio. Tutto gli urlava di scappare, le immagini violente del video gli erano rimaste impresse come se si muovessero ancora di fronte ai suoi occhi.

Un istante dopo si riprese. Si concentrò e mosse freneticamente le dita sul tablet, alla ricerca della scia da cui erano provenuti quella mappa e quel video-messaggio. Le sue unghie grattavano lo schermo, i polpastrelli premuti sul vetro e la fronte aggrottata.

Stava per cedere, finché un bagliore di speranza gli illuminò lo sguardo. Schiuse leggermente le labbra. Fu come lanciare una corda, una trappola, e dare uno strattone.

Il mittente venne riportato indietro.

Digitò agitato.

"Chi sei?"

Nessuno gli aveva mai mandato un messaggio, a dire la verità non aveva mai parlato con qualcuno da quando ne avesse memoria e i suoi ricordi si fermavano a quando aveva trovato quel tablet, tra delle rovine sconosciute, e successivamente il rifugio in cui era. Il resto del suo passato era nebuloso, confuso, tanto che pensava di essere l'ultimo superstite di una civiltà ormai sconfitta da invasori alieni. Non ricordava nemmeno il suo nome, tanto che aveva finito per decidere di chiamarsi R0m30, ovvero la scritta attaccata grazie ad un adesivo sul retro di quel tablet.

"Area 51? Diceria di un tempo. Loro sono attorno a noi, nella shadezone. Si mescolano con noi. Ci hanno conquistati, ormai anni fa"

Sospirò e il suono del suo respiro sgonfiò il suo entusiasmo.

"Questo lo so benissimo. Chi sei?"

Digitò di nuovo.

"Sei umano?"

Sembrava che quel mittente sapesse soltanto far domande.

"Tu sei umano?"

"Prima tu"

"Sì"

"Sì"

Quella piccola sillaba gli incurvò le labbra in un sorriso. Lo vedeva riflesso nel vetro dello schermo del tablet. Ora il suo cuore batteva forte, ma non di paura.

"Mi serve il tuo tablet, segui la mappa! Trovami."

"Perché ti serve il mio tablet?"

"Perché è il gemello."

"Se non mi rispondi per bene non seguirò proprio nessuno."

"Non capiresti, è una faccenda complicata."

"Provaci, altrimenti lo romperò e non avrai proprio un bel niente."

Non lo avrebbe mai fatto, per nessun motivo al mondo. Ma voleva capire quanto quell'oggetto fosse importante e che cosa stava movimentando improvvisamente la sua vita.

Per un po' non comparve più nessun messaggio, come se la connessione fosse stata tagliata o il mittente continuasse a esitare, forse decidendo se poteva fidarsi di lui.

Avrebbe tanto voluto bere un bicchiere d'acqua, ma per quel giorno aveva terminato le razioni. Stava per scrivere qualcosa quando finalmente apparve lentamente una risposta.

"Va bene... Tutto iniziò su un treno per Bari. Dove una ragazza, Ania Pierno, conobbe l'uomo di cui s'innamorò. Anzi, no... Tutto iniziò da un'astronave chiamata Vettore, dove un'aliena, che poi si farà chiamare Venerina Bini, ne trarrà in salvo un'altra, una piccola neonata di nome Basilia, dall'immenso potere, tradendo il suo stesso equipaggio e sottraendola a esperimenti crudeli"

Contest Collaborativo ContinuoWhere stories live. Discover now