Capitolo 4

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Diego continuava a chiedersi come mai Ania avesse un tatuaggio simile a quello che aveva lui sulla schiena.

Ania, dall'altra parte, stanca di sentirsi osservata da lui, gli chiese: «Che c'è? Qualcosa non va?»

Lui non disse niente, come se fosse rimasto incantato a guardarla, finché non le chiese: «Ti va di fare un giro? Ci sgranchiamo le gambe?»

Mentre la ragazza lo seguiva, la signora Bini alzò gli occhi, ma solo per poco; poi riprese con il suo magnifico lavoro ai ferri, come se quei pochi secondi le fossero bastati per inquadrare la situazione.

Appena usciti dallo scompartimento Ania chiese a Diego: «Vuoi parlarmi del tatuaggio, vero?»

Lui non disse niente, la fissava come imballato, come se non fosse sicuro di quello che doveva dirle: voleva esprimerle i suoi dubbi, ma aveva paura della sua reazione. Il fatto poi che fosse così bella non lo aiutava di certo a decidere.

«Un drago... Hai notato anche il mio, vero?»

La ragazza annuì.

«Sono il primo che incontri?»

Ania corrucciò la fronte, senza afferrare bene il senso della sua domanda: «Con un tatuaggio simile al mio? Sì. Ma perché mi fai tutte queste domande?»

Diego fece per chinarsi, tenendo la mano verso il basso, verso i piedi di lei, ma si fermò un attimo prima di sfiorarla.

Ania trattenne il respiro, ma poi chiuse gli occhi.

L'uomo davanti a lei lo prese come un consenso: sollevò appena la stoffa e la toccò con due dita.

In quel momento entrambi sentirono un formicolio sotto la pelle, lui su tutta la schiena, lei alla caviglia.

La ragazza aprì gli occhi e si chinò per guardare, mentre Diego si contorse leggermente su se stesso, come a cercare di recuperare qualcosa alle sue spalle: un flebile bagliore si diffondeva dai loro tatuaggi; si poteva dire che i loro draghi brillassero, come risvegliati da quel contatto.

Ania trattenne il respiro: «Che significa?» chiese infine.

«Io... Credo di aver capito... Ma non posso spiegarti tutto adesso, non è il luogo né il momento.» Sembrava ormai preso da un senso di urgenza. «Manca poco ad Ancona ormai. Io verrò con te.»

«Ma cosa...?» La ragazza non capiva: prima quello strano sogno e adesso quelle luci! Ma che stava succedendo nella sua vita? Poteva davvero fidarsi di quell'uomo? E la signora Bini? Anche lei era coinvolta, così come aveva sognato?

«Dobbiamo rientrare» le spiegò, cercando di rassicurarla.

«Ma ho bisogno di parlarne!» provò a protestare.

Diego scosse la testa: «Non così. Per favore, Ania, fidati di me.» I suoi occhi erano limpidi, nessun dubbio, nessuna incertezza li oscurava.

Eppure perché tentennava ancora? Aveva visto lei stessa il suo drago brillare. Ma allora perché non era successo quando le aveva stretto la mano nel presentarsi?

Ancora una volta, Ania si sentì come in quel sogno, posta davanti a un bivio: da una parte voleva fidarsi di Diego, dall'altra voleva scappare da lui il più lontano possibile... Ma quegli occhi, quel suo tocco leggero, che poteva ancora sentire sulla caviglia.

Così decise di prendere la stessa decisione del sogno: doveva fidarsi di lui, almeno doveva starlo a sentire. Gli avrebbe permesso di scendere ad Ancona e seguirla... O forse sarebbe stata lei a seguirlo...

Diego aprì la porta della cabina seguito da Ania; Roberto e Rodolfo le saltarono addosso appena la videro e la riempirono di domande: «Dove siete stati?» chiese il primo.

«Che avete fatto?» domandò il fratello.

«Di che avete parlato?» chiese ancora Roberto, curioso.

E così avrebbero continuato, se non fosse intervenuta Melissa a rimproverarli: «Roberto! Rodolfo! Avete finito di importunare la signorina Ania? Quando fate così sembrate veramente due marmocchi! Chiedetele subito scusa, forza!»

I ragazzini fecero come aveva detto loro la madre, suscitando in Ania un'inaspettata tenerezza, tanto che li baciò sui capelli entrambi, lasciando Diego e la signora Bini ad osservare la scena basiti.

La ragazza si sedette al suo posto, prese il suo cellulare e, dopo qualche minuto di esitazione, decise di scrivere ad Alessandra, la sua migliore amica d'infanzia: avrebbe voluto raccontarle quello che era appena successo con Diego, ma non sapeva nemmeno lei cosa effettivamente fosse successo. Sapeva però che aveva bisogno di sentirla vicino.

Allora aprì WhatsApp e fece scorrere il dito fino a trovare il nome della sua migliore amica: ― Ciao, Ale! Vorrei raccontarti una cosa che mi è appena successa

Ehi, Any! Raccontami tutto!

In realtà non saprei nemmeno da dove iniziare... C'è un tipo nel mio scompartimento, Diego

Ahhh... E com'è questo Diego?

Ania sorrise tra sé e continuò a scrivere: ― È molto carino... E gentile con me...

Benissimo! Allora me lo farai conoscere?

Il ricordo della promessa di lui, di scendere dal treno con lei, le provocò un brivido lungo la schiena: ― Non so se capiterà ― Uno strano presentimento le consigliava di tenere Alessandra al sicuro da tutto quel mistero, almeno finché non avesse scoperto di più sul conto dell'uomo che le stava di fronte e le sorrideva teneramente.

Ok! Ci aggiorniamo quando arrivi ad Ancona, allora. Ciaooo!!!

Ania rimise le mani nella borsa per tirarne fuori le cuffiette: le infilò nelle orecchie per non sentire i due marmocchi urlare, fece scorrere il dito e si fermò sulla bellissima musica de "Le Quattro Stagioni" di Vivaldi. Aveva bisogno di rilassarsi, di placare il turbamento che la chiacchierata con Diego le aveva provocato, mentre nella mente tornarono ad affacciarsi immagini di Growlight colorati e Grownight oscuri, mentre due draghi luminosi si scontravano nel cielo cominciando una danza che forse assomigliava troppo a una lotta.

Spazio Autrice AuroraAu97

Non sono brava a parlare di me, ma posso solo dirvi che se vi fa piacere sarei molto contenta che passate dal mio profilo a leggere "La mia vita" e "Le mie creazioni".

Sono un'artista.

Baci Aurora

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