Capitolo 25

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Base militare segreta RS/33, il Santuario del Leone, Vergiate (Varese).

Cento metri sotto le colline moreniche dello Strona.

"Ho l'immenso piacere di presentarvi Cesare Pierno, il signore supremo dei Grownight, nonché il mio caro, vecchio nonno, creduto morto e sepolto da decenni!"

«L'attività cerebrale è aumentata del 300% rispetto ai range della fase REM. L'attività neuronale si sta invece azzerando! Rischiamo una paralisi totale del sistema limbico!» urlò il dottor Thiago, il neurochirurgo.

«Allora facciamole un bolo di diazepam endovena! Dieci milligrammi! Ora!» rispose il dottor Lagorio, lo psichiatra.

«Ma così le bruceremo il cervello! Il suo organismo sta degenerando rapidamente! Per quanto abbia l'aspetto di una ragazzina di quindici anni, Basilia ne ha 86...» protestò Ania, la neurofisiopatologa.

«Non abbiamo alternative! Se continua così scatenerà una crisi epilettica di portata inimmaginabile. Dobbiamo farla riposare, ora. E ricongelarla. Avete salvato le immagini oniriche 3D?»

«Sissignore», rispose Vasilisa, l'ufficiale responsabile dell'Archivio Documentale della base. «Salvato su dispositivi ottici. Niente cloud, non sappiamo fino a che punto si sono impadroniti dei sistemi informatici mondiali...»

Il dottor Lagorio fece un cenno ad Alessandra e Melissa, le due infermiere, che in pochi secondi prepararono e iniettarono il bolo di diazepam nelle vene della ragazza dai capelli d'argento.

Subito dopo, il suo corpo venne immerso nel fluido criogenico del sarcofago conservativo, progettato da Guglielmo Marconi e Edoardo Germinati, che la accoglieva e la proteggeva da ormai 71 anni.

«Certo che si è creata un bel film nella testa», disse Thiago, riguardando alcuni frame della registrazione. «Grownight, Growlight, Alpha, dee della Luna, draghi... Qualcuno deve averla rimpinzata di film fantasy, troni di spade e signori degli anelli. Forse tu, Ania? So che sei appassionata di quella roba...»

«Sai benissimo che non è vero, Thiago. Tuttavia, ha dato ruoli ben precisi a ognuno di noi...» rispose la neurofisiopatologa. «Io sarei sua sorella, ed entrambe saremmo nipoti del generale Pierno. Per non parlare di te, Thiago, una sorta di demone cattivo, e il dottor Lagorio, che vede come un essere di luce, un Growlight. Ha riportato in vita persino il colonnello Germinati, il costruttore di questa base...» disse, fissando la grande foto incorniciata su una parete, che immortalava lo stesso Germinati con Benito Mussolini e Guglielmo Marconi, la triade a capo del Gabinetto RS/33. «E la povera Vasilisa, una sorta di demone pazzo e sanguinario...»

Vasilisa scoppiò a ridere, contagiando tutti i presenti, tranne il generale Cesare Pierno, che urlò di smetterla.

«Non capisco cosa ci sia da ridere in un momento come questo!» sibilò, girando il tablet che era rimasto a fissare fino a qualche istante prima, in modo che tutti potessero osservare le immagini che stava visualizzando.

Immagini provenienti da un piccolo drone, che in quel momento stava sorvolando Piazza del Duomo a Milano, o quel che ne rimaneva.

Le scene erano impressionanti. Il Duomo era ridotto a un enorme cumulo di macerie. I tripodi torreggiavano tra le guglie crollate, muovendosi alla ricerca di superstiti. La piazza era gremita di migliaia di cadaveri impalati, e il sangue aveva totalmente colorato di rosso vermiglio la pavimentazione.

Lo spettacolo di morte e devastazione era terribile. Molti dei presenti distolsero lo sguardo.

«Le navi hanno cambiato assetto un'ora dopo che abbiamo riattivato Basilia. Ora stanno puntando a ovest. Ci stanno fiutando, l'attività cerebrale della nostra paziente è una sorta di radiofaro, per quei mostri sanguinari. In qualche modo la sua mente è collegata a loro...»

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