Capitolo 5

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I pensieri di Ania non erano mai stati così confusi come in quella strana giornata. Iniziò a domandarsi se tutti gli incontri in cui si era imbattuta fossero casuali, o fossero frutto di un disegno ben architettato. Si chiese se la sua immaginazione avesse iniziato a farle strani scherzi o se fosse tutto stramaledettamente reale, perché non riusciva davvero a credere - nonostante l'avesse visto con i propri occhi, e sentito sulla propria pelle - che il tatuaggio sulla sua caviglia, fatto di nascosto all'età di sedici anni, avesse quasi preso vita quando le dita di Diego vi si erano posate, con delicatezza.

Aprì gli occhi alla ricerca di ulteriori dettagli, di indizi che avessero potuto aiutarla a capire se ciò che aveva vissuto fino a pochi minuti prima fosse stato un sogno o la bizzarra realtà in cui sembrava essere stata catapultata, come se fosse finita dentro a uno di quei film fantasy che piacevano tanto alla sua cuginetta di dodici anni.

Restò immobile e mosse unicamente gli occhi, cercando di non farsi notare dagli altri passeggeri, e cercò di memorizzare quante più informazioni possibili per tentare di capire cosa stesse avvenendo all'interno di quel vagone e dell'intero treno.

La signora Bini continuava a essere impegnata nel suo sferruzzare quasi maniacale, ma Ania non poté fare a meno di notare il suo continuo spostare la mano dai ferri da calza alla borsa della lana, come ad assicurarsi della presenza di qualcosa evidentemente molto importante.

Ripensò a ogni frase che l'anziana le aveva rivolto da quando erano partiti, a ogni espressione che ricordava di aver notato sul suo volto grinzoso, o nei suoi occhi vivaci e attenti. Di una cosa era certa: la signora Bini non era affatto chi diceva di essere, perché il suo atteggiamento era in netta contraddizione con il suo aspetto, che le pareva fosse volutamente innocuo, per non attirare l'attenzione; ma Ania pensò che di innocuo quella donna avesse ben poco.

Notò che Roberto si sporgeva per attirare l'attenzione di suo fratello, seduto oltre Diego, e che poi iniziarono a parlottare tra loro a bassa voce, quasi a gesti: Ania non riusciva a comprendere nemmeno una parola a causa della musica in riproduzione nelle sue cuffiette, ma ebbe la netta sensazione che i due ragazzi stessero tramando qualcosa. Glielo lesse negli occhi, lo dedusse dal loro gesticolare, come se stessero usando un codice, e il linguaggio del loro corpo la portò a pensare che stessero architettando qualcosa di poco chiaro.

"O forse stai diventando solo paranoica" le suggerì una piccola vocina nella sua testa, vocina che si apprestò a ignorare per poter continuare la sua indagine fatta di sguardi e supposizioni.

Anche l'incontro con Melissa, la madre dei due ragazzi, le sembrò sospetto: davvero una mamma con due figli non si era preoccupata di prenotare al fine di garantire ai due un posto comodo? E davvero non aveva trovato altri posti liberi in nessuno scompartimento?

La donna era intenta in una fitta conversazione che stava avvenendo tramite chat: Melissa digitava velocemente parola dopo parola con l'aria concentrata, ignorando tutti i presenti, compresi i propri figli. Ania si chiese a chi stesse scrivendo e quale fosse l'argomento al centro della conversazione, se era tale da farla isolare dalla realtà, perché era questa l'impressione che ebbe la ragazza nell'osservarla.

Tutto quel digitare le ricordò la breve conversazione avuta poco prima con la sua migliore amica e non poté fare a meno di domandarsi perché Alessandra fosse stata così sbrigativa. Le sembrò che fosse stata quasi sfuggente, cosa che - ci fece caso solo in quel momento - le era capitato di notare anche negli ultimi giorni, prima della sua partenza per Ancona. A quel punto il dubbio le si insinuò ancora di più sotto la pelle: che fosse coinvolta anche Alessandra? Perché non aveva insistito nell'avere altri dettagli sul ragazzo di cui le aveva appena parlato? A quel pensiero si voltò nella direzione in cui era seduto Diego, al quale dedicò la sua totale attenzione, e nel momento in cui gli occhi di Ania si posarono sul viso del ragazzo, si rese conto che lui la stava già guardando.

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