Capitolo 2

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Ania restò per diverso tempo con la testa fra le nuvole. Le parole di quella donna la confusero così tanto che non riuscì più a guardare quel ragazzo con gli stessi occhi: "Lui è come me, tra simili ci si riconosce sempre. E credimi, non ti piacerebbe vederci per come siamo realmente."

La ragazza continuò a pensare a quella frase e immaginò tante possibilità diverse, una più spaventosa dell'altra. Le supposizioni furono infinite: un assassino, un alcolista, uno stalker, uno stupratore... Analizzò anche le possibilità più remote, più impossibili e fantasiose: un lupo mannaro, uno stregone, un vampiro, un alieno o un'altra qualsiasi tipologia di creatura fantastica.

Diego non tardò a notare le occhiate preoccupate che la ragazza gli rivolgeva e colse la palla al balzo, sfruttando l'assenza dell'anziana signora: «È successo qualcosa mentre ero via? Mi sembri pensierosa» chiese il ragazzo, sperando in una risposta sincera.

«No, nulla. I viaggi in treno mi annoiano. Dimentico sempre di non mettere tutti i libri in valigia e di lasciarne uno nella borsa» mentì Ania, cercando di non attirare eccessivamente la sua attenzione su di sé.

«Un po' come me che dimentico di portare una camicia di ricambio nella mia ventiquattrore» scoppiò a ridere, ripensando all'incidente con quel bambino. La ragazza si unì a lui ancora pensierosa: «Che ne dici di trascorrere il nostro tempo parlando? La strada per Ancora è ancora lunga.»

I due ragazzi iniziarono così a porgersi le solite domande di circostanza, indagando sulle loro occupazioni, i loro gusti musicali e i loro studi. Notarono di avere molti interessi in comune. La signora Bini nel frattempo rientrò nella carrozza dopo l'incipriata di naso più lunga della storia e si inserì nella loro conversazione.

Il tempo passò veloce, ma giunti alla stazione di Rimini il treno frenò improvvisamente. Ania sbalzò addosso a Diego e la signora Bini saltò in piedi, tenendo ancora stretto a sé il sacchettino col suo più grande tesoro. Ania, confusa per la botta ricevuta, restò accasciata sulle spalle di Diego, che la scansò delicatamente e uscì nel corridoio. Le urla dei passeggeri si infiltrarono nelle ossa e nella pelle della ragazza che, ancora scombussolata, non riuscì a comprende cosa stesse accadendo fuori dalla loro carrozza.

Dopo pochi secondi, il ragazzo rientrò velocemente e, rivolgendosi alla signora Bini, disse: «I Grownight sono saliti sul treno! Dobbiamo proteggerla!» riferendosi ad Ania ancora sotto shock.

«Non possiamo trasformarci! È contro le regole!» rispose l'anziana signora, tentando di dissuaderlo.

Ania sentì le loro parole in lontananza e andò in agitazione. Rimase tutto il tempo con gli occhi fissi su di loro, cercando di capire cosa intendessero per "trasformarci". D'un tratto capì: davanti a lei non vide più Diego e la signora Bini, ma due creature meravigliose. Alte, possenti e con gli occhi color ghiaccio, capelli lunghi e di mille colori diversi. Nessun essere umano aveva mai visto tutti quei colori. La loro pelle risultava molto più luminosa ma dal colorito naturale. La paura abbandonò Ania, lasciando spazio allo stupore: non aveva mai visto niente di più bello e allo stesso tempo fuori dal comune.

Delle creature completamente opposte, con occhi e capelli neri come la pece e dalla carnagione grigiastra, entrarono nella carrozza. Ania si rannicchiò più che poté, fingendosi svenuta.

«L'abbiamo trovata!» sentì dire dalla creatura a sinistra.

Fasci di luce nera e azzurra si scontrarono per diversi minuti, fino a quando uno di questi non colpì Ania che perse definitivamente i sensi. La vista della ragazza indifesa e svenuta fece innervosire Diego che portò lo scontro a un livello superiore nella speranza di sovrastare i Grownight, ma non fu così semplice: erano lì per un motivo e non se ne sarebbero andati a mani vuote.

«Vogliamo la ragazza» disse la creatura a destra.

«Andatevene via o vi ridurrò in cenere» rispose di rimando Venerina.

Il mostro emise una risata gutturale ma Venerina, ancora scossa dalle ultime ore della sua vita, lanciò un fascio di luce potentissimo verso i due esseri e li ridusse in micro-particelle grigie fluttuanti.

Concluso lo scontro, Diego si precipitò verso Ania tentando di risvegliarla. La ragazza, ancora turbata, si scansò immediatamente per paura.

«Non mi toccare! Che cosa siete?» urlò ai due.

«Stai tranquilla! Ti spieghiamo tutto, ma non ti agitare...» rispose Diego, tentando di calmarla.

La signora Bini lo interruppe per spiegare il tutto ad Ania con pochi giri di parole: «Siamo Growlight, i Guardiani della Luce. Il nostro scopo è evitare che l'oscurità si impossessi della Terra. I Grownight, quegli esseri che hanno invaso il treno, tentano di arruolare tra loro gli umani più forti per accrescere il loro esercito. Oggi il loro obiettivo eri tu e anche il nostro...»

La ragazza però, ancora scioccata, guardò esterrefatta quelle creature senza comprendere perché fosse un obiettivo così ricercato.

«Il vostro? Cosa volete da me? Io lavoro solo per un editore, correggo bozze! Non c'entro nulla con tutto questo!» contestò Ania in iperventilazione.

«Non conta ciò che fai, conta ciò che sei. Saresti un perfetto Growlight. Hai un'anima pura, c'è molta luce in te» replicò Diego avvicinandosi a lei «Ma saresti anche un ottimo Grownight. Non capiamo bene come sia possibile. È come se in te ci fosse sia la tenebra più oscura che la luce più luminosa, non abbiamo mai avuto a che fare con qualcuno come te. Noi possiamo proteggerti ma se non vuoi unirti ti capiamo, i Grownight, invece, continueranno a cercarti fino a quando non ti sarai unita al loro esercito.»

Ania, ancora troppo scossa, si allontanò dalla carrozza e si diresse verso il bagno in cerca di lucidità. Lungo il tragitto notò persone ferite accasciate sopra corpi apparentemente inermi, valigie sparse in ogni dove, alcune aperte e altre chiuse. Il treno, ormai deragliato, non sarebbe più ripartito.

Analizzò per bene tutte le opportunità: accettare la loro proposta, rischiando di far parte di un qualcosa a lei sconosciuto o rifiutare e andare via, correndo il rischio di ritrovarsi quei mostri alle calcagna?

Camminò avanti e indietro tra quei corridoi disastrati per molto tempo, in lungo e in largo. Avrebbe potuto percorrere quei passi bendata. Continuò a riflettere per diversi minuti fino a quando non rientrò nella carrozza.

«Ho deciso» sospirò, osservando i due finalmente tornati alle loro sembianze umane.


Spazio Autrice GabrielleFortescue23

Chi di voi mi conosce è sa bene quanto sia fissata con Harry Potter e per questo motivo leggendo la parola "treno" ho subito immaginato "Hogwarts Express" e pensando a un "imprevisto" mi si è accesa la lucina nella mia testa con la scritta "DISSENNATORE" ed ecco che ho creato i Grownight!

Inoltre, la frase di pomodoro-fritto «Lui è come me, tra simili ci si riconosce sempre. E credimi, non ti piacerebbe vederci per come siamo realmente» mi ha subito dato lo spunto e ho trasformato la signora Bini e Diego in queste strane creature partorite dalla mia mente malata!

Detto questo spero di non aver distrutto i vostri piani e di non aver messo nei guai Onlykorine !

Contest Collaborativo ContinuoWhere stories live. Discover now