41- Just say the word.

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«Me lo fai assaggiare un po', tesoro?» Jon si avvicinò alla sua ragazza, ma lo sguardo della bionda avrebbe congelato perfino la lava incandescente e così il povero ragazzo alzò le mani in segno di resa, facendo scoppiare a ridere il suo amico.

«Good, altro che campione intercontinentale, ti sei fatto battare della tua donna! Aspetta che lo sappiamo gli altri e sai che sfottò che ti ritrovi!» abbandonò la bottiglia sul tavolo per reggersi la pancia dalle troppe risate, quei due erano meglio di una sitcom.

«Divertente, Big Dog, tra poco riderò io quando arrossirai come una scolaretta davanti alla tua cantante!» gli fece una linguaccia e gli diede una sonora pacca sul braccio.

«Basta bambini, non litigate, Ally ci aspetta!» la bionda si alzò dalla sedia, emozionata come una bambina il giorno di Natale dall'andare a vedere la realizzazione del sogno della sua migliore amica.

«Sì, ma prima pulisciti la faccia, hai il cioccolato sulla punta del naso!» scoppiò a ridere mentre la ninfa mostrava molto elegantemente il suo dito medio smaltato di rosso.

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Camera insonorizzata, un paio di cuffie e un microfono; quello per Allison era il paradiso. C'erano solo lei e le parole delle sua anima, che uscivano sotto forma di musica. Il suo sogno si stava piano piano avverando e nonostante sapesse di essere molto lontana dalla meta, passo dopo passo stava percorrendo la strada giusta.
Era nello studio numero quattro del suo produttore che aveva deciso di prenderla sotto la propria ala. Stava registrando una delle canzoni che aveva scritto pochi mesi prima, dopo essere stata ore al telefono con le sue migliori amiche.

Sosterrei questa forza se qualcuno stringesse la mia mano?

Il ritornello girava attorno a quella domanda e nel profondo delle sue riflessioni aveva trovato un senso a tutto; quella mano era un padre troppo freddo per il calore naturale di Indiana, una madre assente per una Lily piena di voglia di raccontarsi e una genitrice troppo distante per udire le grida di Daphne rinchiusa nella sua gabbia d'oro. La passione e la concentrazione erano così alte, che ad occhi chiusi quasi potè vedere le sue parole prendere vita, tanto che nemmeno notò le tre figure appena arrivate e subito catturate dalla sua voce da rimanere fermi e immobili in contemplazione del loro angelo.

«Voi chi diavolo siete? Non potete entrare qui come se niente fosse!» un uomo dagli occhi e capelli nocciola, si parò davanti ai tre che come risvegliati da una trance temporanea, si riscossero guardandolo per la prima volta.

«Hey calmati, Mr.Hyde! Siamo qui per la nostra amica.» Jon avanzò di un passo squadrandolo dall'alto, i suoi occhi azzurri scintillarono di ilarità vedendo i capelli sparati e l'espressione da duro che aveva messo su per intimorirli, ma che purtroppo per lui aveva avuto l'effetto contrario.

«Jon!» lo riprese la bionda, cercando di non combinare ulteriori guai. Sapeva che non potevano entrare come e quando volevano, ma erano tutti disorientati lì dentro ed era un miracolo già aver trovato lo studio giusto. «Scusaci, abbiamo sbagliato, ma se tu potessi chiamare Allison ti direbbe che siamo suoi amici!» si frappose tra i due cercando di fare da paciere, così che potesse ancora ascoltare la voce melodiosa della sua amica, senza interruzioni di nessun genere.

«Non può venire adesso, è impegnata con la registrazione e voi dovreste andarvene. Le dirò che siete passati.» cercò di liberarsene il più velocemente possibile, non avendo intenzione di interrompere quell'incisione per degli amici con un pessimo tempismo.

«Io penso invece che le dirai di uscire dalla camera insonorizzata senza fare troppe storie.» Joe, che da quando erano entrati non aveva fatto altro che guardare la sua musa dall'altra parte del vetro.

Gifts Under The Tree.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora