Capitolo 8- La Verità E La Decisione Presa

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Io e Thorin siamo usciti fuori casa Baggings, per stare sulla privacy e sulla tranquillità, in giardino e ci sediamo sulla panchina di legno.

<Allora, di cosa volevi parlarmi?> mi chiede lui, mentre io sento che ho una faccia perplessa e preoccupata <Giulia è parecchio seria questa cosa?> mi chiede lui nuovamente.

Thorin sa che, quando ho questa faccia, quando faccio scena muta e quando sono agitata allo stesso tempo, c'è qualcosa che mi turba.

<Ti ricordi il giorno in cui io e Mirana arrivammo ad Erebor?> gli chiedo.

<Certo che me lo ricordo. Tua sorella aveva vent'anni e tu invece un anno> gli comparve un sorriso sul volto.

<Ecco, prima di ciò, io e mia sorella ci siamo fermate in un campo verde, poco vicino a Dale per fare la pausa pranzo. Dopo aver mangiato io mi alzai e andai a correre in mezzo al prato; fu proprio lì, in mezzo all'erba e ai fiori, che trovai una pietra che però non era una pietra, bensì un uovo di drago> feci una pausa e poi rinizio a parlare <aveva un color rosso rame e quando l'ho toccato questo si era mosso, creando attorno a sé delle crepe. Mirana mi aveva chiamata perché dovevamo ripartire e, quando eravamo giunte dinnanzi a Dale, da lontano sentimmo una specie di vagito non di neonato, ma di un'altra creatura>

Thorin mi guarda con attenzione e poi sembra non capirmi per un attimo.

<Aspetta un attimo Giulia, come fai a sapere e a ricordare tutto quanto di quel giorno?> mi chiede e mi guarda successivamente con uno sguardo come per dirmi "avanti Giulia, dimmi la verità".

<Okay, va bene. A Minas Tirith ho trovato il diario di Mirana, dove sembrava raccontare ogni dettaglio di questa scena e per assicurarmi che fosse vero e non un sogno, sono andata indietro nel tempo e dopo che la giovane me se ne andasse, mi sono avvicinata all'uovo che si era già schiuso. Thorin, era Smaug il drago che nacque quel giorno>

<Perché non me ne hai mai parlato nelle poche lettere che mi hai potuto inviare? E poi sei sicura che fosse veramente Smaug?> mi chiede.

<Thorin, era lui...> gli dico con gli occhi lucidi <Mi dispiace Thorin. È tutta colpa mia. Tutto questo casino è stato causato da me, incapace di poter ragionare con il resto del mondo!> alla fine scoppio a piangere.

<Giulia, assolutamente non è stata colpa tua> mi dice lui abbracciandomi.

<Sì che è colpa mia! Sennò adesso Dale non sarebbe in cenere, Erebor non sarebbe presa dal drago e mia sorella sarebbe ancora viva e ti avrebbe sposato> mi sfogo, mi lascio andare alle lacrime, tra le braccia di Thorin.

<Senti anche se non è colpa tua, per qualunque cosa che hai sbagliato di fare io ti perdono> mi dice dandomi un bacio sulla fronte, guardandomi successivamente negli occhi <Okay?> mi chiede alla fine.

<Okay> gli rispondo con un sorriso e gli do un bacio sulla guancia destra.

<Ora torniamo dentro, fa freddo per essere una sera d'estate> dopo che lui ha detto ciò ci alziamo e apre la porta con la mano destra, mentre con la sinistra mi prende la mano e mi trascina dentro casa.

<Può darsi che sia qualcuno a farti credere che sia colpa tua> mi dice poi Thorin.

<Può darsi Thorin, lo scopriremo durante questo viaggio> gli rispondo.

Io e lui ci rechiamo da Balin, mentre osserva Bilbo recarsi nella sua camera da letto.

<Che è successo Balin?> gli chiedo.

<A quanto pare mia cara abbiamo perso il nostro scassinatore. Forse è meglio così...> io e il re lo guardiamo e lo ascoltiamo <Le probabilità ci erano sempre state a sfavore e poi cosa siamo noi? Mercanti, minatori, stagni, giocattoli... Non certo materia da leggenda>

<Ci sono alcuni guerrieri tra di voi> gli dico con sorriso.

<Vecchi guerrieri Giulia> mi risponde l'anziano.

<Io sceglierei uno di questi nani invece che un esercito dei Colli Ferrosi, perché quando li ho convocati hanno risposto

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<Io sceglierei uno di questi nani invece che un esercito dei Colli Ferrosi, perché quando li ho convocati hanno risposto. Lealtà, onore, un cuore volenteroso... Non posso chiedere più di questo> dice Thorin.

Quest'ultima frase detta da Thorin è la stessa che ho usato per lui quando ho parlato con Gandalf a Minas Tirith.

<Non sei costretto a farlo. Puoi scegliere. Ti sei comportato con onore verso la nostra gente, ci hai costruito una nuova vita sulle Montagne Blu. Una vita di pace e prosperità. Una vita che vale più di tutto l'oro di Erebor e mi pare che anche la nostra Giulia lo sappia> gli dice Balin.

<Da mio nonno tramite mio padre, questa è giunta a me> dice a Balin mostrandogli la chiave <Sognavano il giorno in cui i nani di Erebor avrebbero reclamato la loro patria. Non c'è scelta Balin, non per me> gli dice, per poi guardare me.

<Siamo con te ragazzo. Faremo in modo che avvenga> gli risponde Balin, dandogli una pacca sulla spalla.

Le ultime ore di sera, prima di partire, le passiamo al caldo.

Per poter dormire, alcuni cercano di mettersi comodi sulla poltrona, sulle sedie, sulle cassapanche, sul divano e sul pavimento.
Io, ad esempio, dormo per terra con Thorin, il quale mette il suo braccio sinistro attorno alle mie spalle, per tenermi attaccata a sé.

Non so che cosa aspettarmi da questo viaggio, ma di certo sarà l'inizio di una nuova avventura.

Heart of the CourageWhere stories live. Discover now