Capitolo 1- Il Mio Passato Ad Erebor

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Mia sorella Mirana, all'età di vent'anni, decise di portarmi con sé ad Erebor la Montagna Solitaria, roccaforte di Thror re Sotto la Montagna, il più potente del principe dei nani.
Al tempo ero piccola, avevo un anno, ma adesso so che io e mia sorella andammo in questo regno per il suo matrimonio con il nipote del re, ovvero Thorin.

Lo dico subito: loro due non si sono mai sposati, perché Mirana diceva che bisognava conoscere una persona ancor prima di sposarla e così fecero.
Alla fine si fidanzarono un anno dopo.

Mi ricordo che ero molto apprezzata in questo regno, specialmente dal principe Thorin, il quale mi prendeva per mano o mi prendeva in braccio portandomi per le sale e per i corridoi del palazzo; stavo con lui quando mia sorella era impegnata a fare l'imperatrice della Terra di Mezzo.

Mi ricordo tutt'oggi che era sempre stato per me uno spettacolo da mozzare il fiato, vedendo l'interno della città-fortezza.

Quanti ricordi, sono tanti più che altro: ero felice di stare lì.

Tutto era tranquillo, ma i giorni di pace e prosperità non durarono molto tempo.

L'amore di Thror per l'oro era divenuto spietato: una malattia si era manifestata dentro di lui.
Era una malattia della mente.
E dove prospera la malattia seguono brutte cose.

Erano passati ormai quattro anni da quando io e mia sorella ci siamo trasferite nella montagna; qui avevo cinque anni appena compiuti.

Tutto era tranquillo e nel cielo non c'era nemmeno una nuvola, fino a quando non si sentirono pini scrosciare sulla montagna nel caldo vento secco, che possedeva il rumore di un uragano, proveniente dal Nord. Mi ricordo che Thorin andò a vedere che stava succedendo e urlò la parola "DRAGO". Era un drago sputafiamme del Nord. Alla fine giunse a Dale, che in pratica l'ha distrutta, e ad Erebor perché questo lucertolone di nome Smaug brama l'oro con oscuro e feroce desiderio.

Thorin, dopo aver messo in salvo suo nonno e suo padre Thrain, tornò indietro a prendermi in braccio e per portarmi in salvo con mia sorella, la quale purtroppo è stata uccisa da Smaug. In quel momento non c'era stato nemmeno il tempo di recuperare il suo corpo.
Thorin sapeva che Mirana mi voleva fuori da qualsiasi pericolo e così le promise; Thorin riuscì a mettermi in salvo, ma Erebor era persa perché un drago sorveglierà il suo bottino fin quando avrà vita.

Thranduil, il re degli elfi di Bosco Atro, venne con il suo esercito, ma per vigliaccheria si ritirò e se ne ritornò a casa sua. Nessun aiuto venne dagli elfi quel giorno, né nei giorni che ne seguirono.

Thorin mi ricordo che era incavolato tantissimo quel giorno e gli do ragione.

Derubati della loro patria i nani di Erebor vagarono per le terre selvagge. Popolo una volta potente ormai decaduto.

Il giovane principe dei nani faceva quel che meglio poteva, faticando nelle terre degli uomini.
Rammenta ancora il fumo dalla montagna che si alzava, gli alberi accesi, torce di luce, perché aveva visto le fiamme del drago alzarsi nel suo regno e una città ridotta in cenere.
Non perdonò mai e non dimenticò mai.

Io stetti con loro per quattro anni, specialmente con Thorin che mi voleva bene, poi purtroppo me ne dovetti andare all'età di nove anni.

È dall'età di dieci anni che non vedo Thorin, mi manca tanto.
Vorrei averlo qui con me.
Ammetto che, nel corso dei miei anni, mi sono innamorata di lui; non perché è il Re sotto la Montagna e perché è ricco, ma ho capito che lui non è un principe o un re: lui è meglio di entrambi.
Lealtà, onore e un cuore volenteroso.
Lo amo per questo.
Non posso e non voglio chiedere di più.

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