Heart of the Courage

Capitolo 2- La Vita A Gondor

Mi sveglio nuovamente dai miei ricordi e decido di tornare con la testa nel mondo reale.

Sono a Gondor in questo momento, a Minas Tirith, aiuto la gente a lavorare; ho aiutato ai bambini a leggere e a scrivere: sono molto bravi e mi ascoltano volentieri. Aiuto queste piccole vite a costruirsi un futuro bellissimo ed immaginabile, per far vivere loro un presente normale e felice, parte della loro infanzia.
Non voglio che tutti questi bambini subiscano il mio stesso destino, non se lo meritano affatto, loro meritano di vivere felici per sempre con le loro famiglie.

Io combatto quando c'è una battaglia e mai mi sono ritira a indietro, ma nemmeno una sola volta.

Tante persone non sanno dove andare ed io le soccorro; gli orchi hanno iniziato a farsi vivi, massacrando o torturando anziani, adulti e anche bambini perché per loro pare un divertimento.

Lo ammetto solo adesso che all'inizio non sapevo cosa fare con tutta questa gente che mi veniva incontro, e che mi chiedeva aiuto, ma adesso so cosa significa letteralmente essere imperatrice della Terra di Mezzo: soccorrere, aiutare e proteggere la mia gente a costo di dover perdere la vita e credo che sia per questo motivo che tutti loro mi abbiano nominata la loro sovrana.
Più offro aiuto a loro, più loro fanno altrettanto con me.
Sono felice che abbiano fiducia e speranza in me.

Una volta dopo aver aiutato, ed insegnato soprattutto ai bambini a leggere e a scrivere, torno verso il mio palazzo, il quale sta sopra la città, come se ricordasse la punta di una montagna.
Mentre vado in su mi guardo attorno: tutte queste persone, abitanti o non di questa città sono felici della loro vite, alle quali ho prestato e che continuerò a prestare soccorso: ridono gli anziani e chiacchierano tra di loro, le coppie vanno su e in giù mentre si tengono per mano e i bambini si rincorrono tra di loro mentre giocano.
I bambini sono il simbolo di giovinezza, fantasia e felicità.

Sono felice anche io, però sempre tutti i santi giorni ho paura che tutta questa serenità e pace si trasformi in sfortuna, dolore e morte.